Consiglio provinciale, aperta la prrima sessione di novembre in aula
Il question time di questa mattina in aula
Si è discusso anche di obbligo vaccinale, Passo Rolle, Valdastico, case di cura private
La prima sessione di novembre del Consiglio provinciale, convocata
in aula dal presidente Dorigatti, si è aperta con le interrogazioni
a risposta immediata. Ecco una sintesi della discussione. Subito
prima il consigliere Bezzi (FI) ha chiesto una risposta ad un suo
question time su Mediocredito, che non avendo ottenuto riscontro in
aula nell’ultima seduta era stato trasformato in interrogazione a
risposta scritta. Ora anche i termini per questa risposta sono
scaduti. Bezzi ha detto di aver presentato una sollecitazione,
rimasta anch'essa senza esito, e di avere quindi diritto ad una
risposta.
Marino
Simoni (PT)
Si
vuole risolvere
il
problema del 112
nel
Primiero?
Simoni ha chiesto se la Giunta
intende risolvere il problema del disagio causato, nel Primiero, a
chi compone il numero di emergenza 112 per tutte le telefonate di
soccorso. A rispondere sono infatti i Carabinieri di Feltre, che
inoltrano la telefonata ai colleghi di Cavalese, i quali passano a
loro volta la richiesta alla centrale unica di emergenza 112 di
Trento. Ciò obbliga a spiegare nuovamente il perché della chiamata.
Per questo Simoni sollecita accordi con la Regione Veneto a beneficio
degli utenti sia del Primiero sia dei Comuni confinanti con il
Trentino.
La
risposta. L’assessore
Mellarini ha risposto affermando che la Pat è in contatto
col ministero
per trovare una soluzione ai problemi del Primiero. C’è una
modalità di intervento
concordata
con Veneto e la Pat e la Regione Veneto
ha avuto l’assenso
dal ministero per avviare
l’attività
di coordinamento
che contribuirà a risolvere
i problemi del 112 del
Primiero. La Provincia
sta lavorando con il Veneto per trovare una risposta entro i tempi
tecnici per arrivare alla copertura
anche del Primiero – Vanoi
da parte della centrale unica di Trento.
La
replica. Simoni, soddisfatto
della risposta, ha ricordato inoltre
che un
terzo del territorio
non ha la copertura
dei telefoni portatili
e tra queste ci sono varie zone del Primiero, come la val Canali e in
parte il Vanoi.
Gianpiero
Passamani (Upt)
Sarà
migliorata, e quando
la
strada del Menador tra
Monterovere
e la Valsugana?
Passamani ha chiesto se e come
la Giunta intende adoperarsi per migliorare la percorribilità della
strada del Menador, lunga 9 km, che collega Monterovere alla
Valsugana a beneficio dello sviluppo turistico sia dell'altopiano di
Lavarone e Luserna sia di Levico Terme, Caldonazzo e Calceranica.
La
risposta. L’assessore Daldoss
ha risposto che sul Menador sono già stati effettuati allargamenti e
lavori di messa in sicurezza per un investimento di circa 200 mila
euro. Il semaforo proposto, però, richiederebbe una rete elettrica
molto lunga che oggi non c’è, ma si può comunque valutare la
proposta di installazione di un semaforo selettivo. Entro l’anno si
farà uno studio per verificare la proposta.
La
replica. Il consigliere ha
detto che il problema riguarda un tratto solo
di 900 metri. C’è un
progetto di 8 milioni di euro che è in effetti pesante e difficile
da realizzare. Quindi l’alternativa dei semafori, con pannelli
fotovoltaici, potrebbe risolvere buona parte dei problemi.
Claudio
Cia (Gruppo misto)
Si
può trovare una soluzione
diversa
dallo sgombero per sfratto
di
una famiglia da una casa Itea?
A proposito dello sfratto
esecutivo da un appartamento Itea di una famiglia con una figlia
minore pur avendo sempre pagato l'affitto, Civettini voleva sapere se
in mancanza di alternative la scelta di non procedere come in questo
caso con lo sgombero valga solo per gli stranieri, la ragione del
provvedimento e se sia possibile concedere al nucleo un'ulteriore
proroga o un altro alloggio.
La
risposta. Daldoss ha risposto
che l’assegnazione degli alloggi avviene attraverso regole che le
Comunità devono applicare per un principio di equità, perché le
graduatorie sono collegare al reddito. Recentemente si è fatto in
modo che chi non è in graduatoria riceva il contributo Pat per
l’affitto sul mercato privato per contenerne il costo. Nello
specifico dal 2010 si è
sempre fatto presente al nucleo familiare oggetto dell’interrogazione
che l’assegnazione aveva un carattere
provvisorio.
Per un anno questa famiglia è anche uscita dagli indici Icef,
quindi, pur comprendendo la drammaticità dei provvedimento, dopo 7
anni non si potevano più fare proroghe. Il decreto Minniti, evocato
da Cia, ha concluso infine
Daldoss, in questo caso non può trovare applicazione.
La replica. Cia
ha replicato che la famiglia in questione ha un minore e quindi
rientrerebbe nel decreto Minniti e verrà messa sulla strada anche se
monoreddito con un Icef 0,18. Si rischia, ha detto inoltre,
di creare una guerra tra
poveri perché, l’appartamento in questione, verrà assegnato,
anche se giustamente, ad una famiglia straniera. Se sta montando il
razzismo, ha concluso,
la colpa è delle scelte della politica.
Lucia
Maestri (Pd)
Come
evitare in futuro
la
riduzione dell'offerta
dei
corsi Utetd a Tione?
Maestri ha chiesto di sapere
perché le lezioni dell'Università della terza età (Utetd) a Tione
termineranno quest'anno nel febbraio 2018 anziché in aprile come
accadeva negli anni scorsi, se sia possibile evitare l'interruzione
anticipata e rivedere l'accordo di programma tra la Pat e la
Fondazione Demarchi da cui l'Utetd è organizzata perché in futuro
l'offerta non sia ridotta in questo modo.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
affermato che non c’è stata una forte
riduzione dell’offerta
formativa a Tione: si è passati dalle 92 ore del 2016 - 2017 a 90
nel 2017 - ‘18. L’attività didattica, inoltre,
si conclude da diversi anni a febbraio. La riduzione delle ore
dell’Universtà della terza età è stata causata anche dal fatto
che già 5 anni fa il comune di
Tione aveva chiesto ulteriori disponibilità finanziarie dei comuni
delle Giudicarie che non sono però arrivate.
La
replica. Secondo Maestri, visto
che la Pat lavora
molto sulla filiera della conoscenza, sarebbe
il caso di sollecitare
i comuni ad intervenire in questo campo. Tenendo
conto che i municipi,
pressati da altri bisogni, possono mettere in secondo piano questi
investimenti.
Alessio
Manica (Pd)
Le
nuove derivazioni richieste
sul
Noce sono compatibili
con
i criteri introdotti nel 2015?
Manica voleva sapere quante
siano ad oggi le derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico esistenti
sul torrente Noce, per quale potenza, e se sia già stata valutata la
compatibilità delle nove derivazioni richieste con i nuovi e più
stingenti criteri introdotti nel 2015.
La
risposta. L’assessore Daldoss
ha affermato che ad oggi sul Noce, nel
tratto compreso tra il
torrente Vermigliana e Santa Giustina, non ci sono derivazioni in
esercizio. C’è un’autorizzazione per un impianto che non è
partito perché c’è in corso un contenzioso. Sono state presentate
17 domande che verranno esaminate secondo la procedura di legge,
anche attraverso una
conferenza dei
servizi con comunità e comuni che dovrà stabilire il rispetto dei
criteri
del decreto 2015. Se uno solo di
questi criteri non verrà
rispettato la domanda verrà rigettata.
La
replica. Il consigliere ha
detto che 17 domande, anche se non vagliate, sono tante. Sul tema
della tutela delle acque ci sono richieste di
tutela vaste e che non sono ideologiche.
Quindi, il consigliere ha chiesto severità nella valutazione
di queste domande e con la partecipazione delle comunità.
Luca
Giuliani (Patt)
Il
vicecommissario
va
scelto tra il personale
della
Coop Alto Garda
Il
consigliere del Patt, riguardo ad una recente notizia della nomina di
un vicecommissario, in affiancamento al commissario, della coop Alto
Garda, ha chiesto se la Giunta abbia valutato la possibilità di
individuare tra il personale amministrativo in esubero una figura
professionale in grado di svolgere l'incarico. Una scelta che,
afferma Giuliani, andrebbe a garanzia dei soci e della tutela
dell'identità della stessa coop.
La
risposta. L’assessore
Mellarini ha affermato
che la professionista che svolge il ruolo di vicecommissario è stata
messa in campo dal Sait ed ha il compito di lavorare alle direttive
del commissario con il compito di mantenere le relazioni col Sait e
il sindacato. L’ipotesi di trovare all’interno la figura del
vicecommissario, anche per la necessaria riservatezza, è stata
scartata subito.
La
replica. Il consigliere ha
replicato affermando che la vicecommissaria
ha sicuramente le carte in regola, ma gli esuberi della coop
riguardano il personale amministrativo è c’è stato
un certo rammarico perché
qualcuno poteva svolgere questo lavoro di affiancamento del
commissario. Si spera che
entro maggio, ha concluso Giuliani,
il cda possa essere nominato.
Gianfranco
Zanon (PT)
Scuole
di sci
penalizzate
da
una delibera
Il consigliere di Progetto
Trentino ha chiesto alla Giunta chiarezza sul metodo di rilevamento
dell'impegno lavorativo dei maestri di sci previsto dal regolamento
della legge 20 del 1993. Rilevamento che può essere fatto in
giornate o in ore. Ma, ricorda Zanon, tra giorni e ore si crea
confusione perché non viene specificato quante ore di insegnamento
un maestro di sci deve fare al giorno e neppure il numero di ore
minime per avere i requisiti. Si crea così una disparità tra le
scuole che dichiarano l'impegno dei maestri in ore e quelle in
giorni.
La
risposta. Dallapiccola ha
risposto che la delibera 284 della
Giunta prevede che il metodo
di computazione del lavoro in accordo con il collegio dei Maestri,
stabilendo che la giornata dei maestri di sci sia di 4 ore. Le
comunicazioni arrivate dalle
scuole per lo più indicano le giornate. Per le scuole che hanno
scelto il monte
ore non ci sono stati problemi.
Massimo
Fasanelli (Gruppo Misto)
Chi
ha affisso
la
locandina contro
il
latte artificiale?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta di sapere chi ha collocato nella sede del Consultorio
familiare di Rovereto una locandina, un vademecum,
eccessivamente allarmistica nei confronti del latte artificiale per i
neonati. Fasanelli, affermando che sono a tutti noti i benefici
dell'allattamento naturale, ricorda che molte madri sono costrette ad
utilizzare il latte artificiale e quindi non sembra opportuno
scoraggiarle con informazioni non corrette su prodotti che sono
comunque regolamentati dal Ministero della salute. Per questo
Fasanelli ha chiesto chi abbia affisso la locandina e, qualora non
sia stata autorizzata, perché non sia stata rimossa.
La
risposta. L’assessore Zeni ha
risposto che si tratta di un opuscolo elaborato da una rete di
associazioni per l’alimentazione infantile, l’Iffan, che
racchiude 150 organizzazioni che operano in 150 paesi nel contrasto
contro i cibi industriali per l’infanzia. Quindi l’opuscolo non è
materiale dell’Azienda o
dell’assessorato, ha un
tono ironico e scherzoso
e lo scopo è quello di
contrastare le campagne delle aziende che spingono le madri a
sostituire il latte materno con quello artificiale. Le madri
costrette ad optare per l’alimentazione artificiale, ha ricordato
Zeni, vengono seguite dall’Azienda sanitaria che promuove
informazioni scientifiche, senza ansie e paure. Comunque, ha concluso
l’assessore, a scanso di equivoci, il vademecum
è stato rimosso ed è stato chiesto
a Iffan la revisione del linguaggio usato che può prestarsi a
fraintendimenti.
La
replica. Soddisfatto il
consigliere Fasanelli anche se fatti come questi, ha detto, sono
preoccupanti.
Giacomo
Bezzi (FI)
Perché
non c’era posto
nel
reparto
di
neonatologia?
Il consigliere ha chiesto,
riferendosi al caso di una mamma che proveniente dalla Val Rendena,
che non ha potuto partorire due gemellini al Santa Chiara perché nel
reparto di neonatologia non c’era posto, quanti neonati erano
presenti nel reparto di Trento e di quale nazionalità.
La
risposta. Zeni ha detto che per
quanto riguarda ginecologia
mai è capitato un caso di
sovraffollamento
nei reparti.
Altro tema è invece
neonatologia, un
reparto che richiede un'altissima
specializzazione e impossibile
da realizzare nelle
valli. Per trattate
i prematuri,
ha ricordato,
si deve avere una terapia
intensiva neonatale, soprattutto nel
caso, come quello citato, di un parto
gemellare.
L’unica neonatologia
intensiva è a Trento
con 7 posti. Nel
periodo del caso citato dall’interrogazione, nel
reparto c’erano
già sette neonati
ricoverati
e quindi non si poteva
garantire
l’assistenza
ai due
prematuri.
Tutti i bambini accolti in neonatologia, in
quel periodo, ha risposto
Zeni, erano di nazionalità
italiana. I reparti di
neonatologia,
ha ricordato, spesso
sono saturi
e quindi è prassi comune l’accoglienza negli altri ospedali.
L’innalzamento
dell’età delle donne, ha
affermato inoltre,
ha portato ad una crescita
dei parti neonatali, per questo si sono messi
a disposizione un milione e mezzo di
euro per adeguare la
neonatologia
al Santa Chiara fino a d arrivare a 10 incubatrici con una sala
più ampia. In terapia intensiva
e semi intensiva
ci saranno 6 culle e le
strutture verranno allargate.
La
replica. Il consigliere ha
replicato affermando che va dato
merito al Veneto di aver meglio programmato la gestione di
neonatologia.
Walter
Viola (Progetto Trentino)
L'obbligo
di accompagnare
i
ragazzi delle medie,
la
Pat cosa fa?
Il consigliere, riguardo alla
nota vicenda dell'obbligo di accompagnare nel tragitto da casa a
scuola i ragazzi fino a 14 anni, ha chiesto alla Giunta se non
ritenga, nel rispetto delle eventuali decisioni nazionali, adottare
provvedimenti amministrativi che vincolino gli istituti scolastici ad
assumere comportamenti che riconoscano ai genitori la libertà di
adottare modalità organizzative finalizzare a far crescere
l'autonomia e la responsabilità dei figli.
La
risposta. Rossi ha replicato
affermando che vanno evitate
superfetazioni
giuridiche
che vadano
contro il buon senso. La norma esiste, ma il Trentino aveva fatto già
una riflessone per
arrivare a linee guida nella direzione indicata
dall’interrogazione,
ma che
non vennero adottate
proprio per il diverso peso
di una norma e rispetto a un regolamento.
Prima di adottare le linee guide ha detto Rossi è meglio aspettare a
quello che accadrà
in Parlamento,
attualizzando quello che è stato fatto in
passato anche per sgravare
da certe responsabilità i dirigenti che un’interpretazione
troppo restrittiva della
norma potrebbe portare. Ma, ha
concluso, non si può certo
retrocedere
alla custodia assoluta dei
ragazzi di 14 anni.
La
replica. Viola ha precisato
che, andando a rivedere la sentenza della Cassazione, viene citato
più che il codice penale
il regolamento della scuola. L’articolo 591 del codice penale è
sullo sfondo, ma al centro sta il regolamento scolastico che lascia
più spazi di manovra.
Pietro De Godenz (Upt)
Vi saranno ancora
aiuti alle giovani coppie
per la prima casa?
Il consigliere ha chiesto
perché la Giunta abbia sospeso dall'inizio del 2017 la possibilità
di concedere agevolazioni a favore di giovani coppie e nubendi per
interventi di acquisto, acquisto/risanamento e risanamento della
prima casa di abitazione, e se ora è prevista qualche nuova forma di
intervento, valutando, vista la crisi edilizia, anche l'ipotesi del
contributo a fondo perduto.
La risposta.
L’assessore Daldoss ha
confermato che il piano edilizia per l’acquisto è stato sospeso
perché prevedeva il 70% di abbattimento degli interessi sulle
agevolazioni, ma oggi l’effettivo valore dell’iniziativa era
molto contenuto. Ora la nuova finanziaria prevede sia una garanzia
sulla concessione del mutuo per l’acquisto della prima casa fino al
70% su un valore di
250 mila euro, sia un incentivo affinché chi decide di accendere un
mutuo assumendosi in tal
modo oneri molto
impegnativi, possa
contestualmente costruirsi un percorso previdenziale.
La replica. De Godenz
si è detto soddisfatto della risposta. Occorre a suo avviso
ragionare sia per avere maggiori disponibilità sugli interesse
garantendo con un fondo della Provincia questa possibilità anche per
rilanciare l’edilizia.
Lorenzo Ossanna (Patt)
SS42 a Taio: servono
rilievi fonografici e dati
sulla crescita del traffico
Il consigliere ha chiesto se
la Giunta ha intenzione di effettuare nuovi rilevamenti fonografici
per verificare il rispetto dei parametri di rumorosità ammessa lungo
la SS43, realizzata nel 2009 presso la frazione di Taio, e vi siano
dati sulla crescente intensità dei passaggi di veicoli da quell'anno
ad oggi.
La risposta. L'assessore Daldoss ha ricordato che la SS43 rientra tra gli assi stradali
caratterizzati da volumi di traffico superiori ai 3 milioni di
veicoli l'anno, per i quali è necessario predisporre la "mappatura
acustica" e i relativi "piani d'azione" per il
controllo e la riduzione del rumore e la conservazione della qualità
acustica dell'ambiente. E ha aggiunto che la mappatura è stata
realizzata nel 2013 e aggiornata nell'estate del 2017, mentre il
relativo piano d'azione che individua le zone critiche e gli
interventi di mitigazione acustica da effettuare nel successivo
quinquennio, è stato predisposto nel 2014 e sarà aggiornato entro
la fine del 2018. Le informazioni finora acquisite, ha proseguito
l'assessore, indicano che il tratto corrispondente all'imbocco sud
della galleria di attraversamento dell'abitato di Taio, ha prodotto
il superamento nel periodo di riferimento diurno (6-22) di +1,72
dB(A) e di +3,53 dB(A) in quello notturno (22-6), a fronte di un
limite di 70 dB(A) giorno e 60 dB(A) notte. Nella zona indicata è
stato asssegnato con una specifica analisi un indice di priorità
corrispondente ad un valore di 82, che pone un eventuale intervento
di bonifica acustica al 73° posto tra quelli necessari a livello
provinciale. L'aggiornamento della mappatura acustica effettuato
l'estate scorsa – ha concluso Daldoss - ha confermato i livelli di
esposizione già mappati nel 2013, perché la variazione di traffico
nel quadriennio è stata minima (pari al +2,5%, passando da un TGM di
circa 15.700 veicoli per il biennio 2011-2012 a un TGM di circa
16.100 veicoli per il biennio 2015-2016.
La replica. Ossanna
ha preso atto dei dati forniti e invitato a tenere costantemente
monitorato e sotto controllo il livello di rumorosità del traffico
in transito lungo l'arteria, dato il crescente flusso veicolare da
cui è interessata.
Mario Tonina (Upt)
Esiste uno studio sulle
criticità
della SS421 tra Molveno
e San Lorenzo Dorsino?
Sull'insufficiente larghezza e
sulla difficile percorribilità della SS 421 tra San Lorenzo Dorsino
e Molveno rispetto al carico veicolare, Tonina ha chiesto se esista
uno studio sulle criticità del tratto stradale in questione e, se
sì, quali soluzioni o interventi si ipotizzano o sono programmati
per risolvere il problema. In caso di chiusura, la strada alternativa
è quella che passa da Moline e che presenta notevoli criticità. E
tutto questo mentre Molveno è oggi considerato un territorio di
eccellenza per il turismo.
La risposta. L’assessore
Daldoss ha risposto
evidenziando che già nella
scorsa legislatura la
Procvincia aveva avviato non
solo un’azione di monitoraggio ma anche un progetto per la
sistemazione della viabilità e la mitigazione del rischio caduta
massi tra San Lorenzo e Molveno. Progetto che poi non è stato
realizzato per la riduzione delle risorse e la riorganizzazione delle
priorità programmate dalla Provincia in materia di viabilità. Ora,
ha assicurato Daldoss, sono comunque in fase di studio alcuni
interventi puntuali di manutenzione straordinaria per migliorare la
scorrevolezza stradale e ridurre la pericolosità in
alcuni tratti, ogni
qualvolta si incrociano veicoli ingombranti. La volontà è di
anticipare i lavori nel 2018, recuperando le risorse necessarie nel
prossimo bilancio provinciale.
La replica. Tonina,
dichiarandosi “parzialmente
soddisfatto”, ha espresso
la speranza che almeno questi lavori siano realizzati tempestivamente
per risolvere le maggiori
criticità del tracciato. Sapendo
tuttavia che questi
interventi non risolveranno
il problema di fondo,
ha auspicato che nella
prossima legislatura venga messo in sicurezza l'intero
tratto stradale, per rendere
più agevole l’accesso sia
a Molveno sia
alle altre località
turistiche estive e invernali interessate (Andalo, Fai e le
Giudicarie esteriori), e questo anche a beneficio dei residenti.
Claudio Civettini (Ct)
Quanti pazienti trentini
sono stati inviati al San
Pacrazio e alla Solatrix?
Il consigliere ha chiesto
quale sia dal 2010 ad oggi lo storico dei rientri di pazienti
trentini usciti per prestazioni chirurgiche e poi canalizzati nel
percorso riabilitativo all'ospedale San Pancrazio e alla clinica
Solatrix di Rovereto.
La risposta. L’assessore
Zeni ha precisato che da
sempre nell’accordo negoziale definito con le strutture
riabilitative private trentine è previsto anche l’accesso dei
pazienti non direttamente inviati dalle nostre strutture ospedaliere
pubbliche per acuti, “ma il dato ad oggi non è immediatamente
conoscibile o estraibile perché non tracciato informaticamente”.
La verifica del numero dei casi di pazienti riabilitati nelle
strutture trentine dopo un evento acuto occorso in una struttura
extraprovinciale, è possibile solo sulla
base di un’analisi delle
singole cartelle cliniche. Il dato a regime sarà però fruibile
quando sarà operativa la piattaforma informatica aziendale che
gestirà la proposta di invio a
degenza riabilitativa intensiva, piattaforma
prevista da una delibera
della Giunta provinciale. Per le attività riabilitative nell’area
motoria e neuromotoria affidate alle case di cura Eremo e l’ospedale
San Pancrazio, nel 2017 la
Giunta ha previsto un aumento del budget, rispettivamente, di 800.000
euro e di 500.000 euro, sulla
base dei dati di attività
acquisiti dalle due
strutture e certificati nel
2016 certificati dalle due strutture. Ma
proprio perché oggi non
risulta una disponibilità immediata dei dati, l’Apss
ha previsto in sede
contrattuale la trasmissione mensile, da parte delle strutture, di un
prospetto che elenchi
puntualmente e nello
specifico i ricoveri
ricadenti in tali casistiche, completo degli elementi necessari per
la verifica della correlazione tra l’evento acuto e la fase
riabilitativa. Infine Zeni ha precisato che sono in corso
approfondimenti rispetto ad un coinvolgimento della Casa di cura
Solatrix, da un lato per
recuperare la mobilità
passiva e dall’altro per
aumentare l’offerta
interna riferita alla mobilitazione nutrizionale.
La replica.
Civettini ha espresso
perplessità perché a suo
avviso la mancanza dei
dati richiesti
evidenzia "omertà"
che rendono necessario
l’intervento della politica. Ha poi ricordato
di essere stato pesantemente
offeso da un dirigente provinciale, Il
che costituisce, ha concluso, un
atto gravissimo.
Manuela Bottamedi (Gruppo
misto)
Cosa si intende fare
per evitare che le aule
siano troppo riscaldate?
Considerato che alcuni docenti
e genitori lamentano una temperatura troppo elevata nelle aule
scolastiche, Bottamedi chiedeva alla Giunta se sia a conoscenza del
problema, quali misure intende adottare per evitare l'incontrollato
riscaldamento interno a questi locali e che indirizzi vuol dare ai
Comuni competenti sugli edifici degli istituti comprensivi.
La risposta. Per
la Giunta ha risposto l’assessore Daldoss, precisando che nelle
scuole medie va assicurata una temperatura interna di 20 gradi con
uno scostamento possibile di due gradi. Ha
aggiunto che la competenza
sugli edifici appartiene
alle singole istituzioni
scolastiche eccezion fatta
per gli istituti
comprensivi, i cui immobili
sono di competenza dei
Comuni. Daldoss ha quindi
invitato ad utilizzare con
oculatezza e attenzione
il riscaldamento dei locali.
La replica.
Bottamedi ha detto che si
aspettava una risposta più esaustiva, perché nelle scuole del
Trentino vi è una situazione non omogenea. E
ha ribadito che spesso il
riscaldamento è acceso
anche se non ve ne è
bisogno. La temperatura dei
locali varia poi
in rapporto all’obsolescenza
dei termosifoni e al numero
degli alunni in
una classe. Per Bottamedi la
Provincia dovrebbe comunque
intervenire se
gli istituti e i Comuni non
dimostrano la necessaria sensibilità al
problema. Anche
con queste piccole attenzioni – ha concluso – si contribuisce
infatti a migliorare l’ambiente a livello globale.
Giuseppe Detomas (Ual)
Senza auto sanitaria
d'emergenza
a Pozza di Fassa, come si
pensa
di garantire il servizio in
alta stagione?
Il consigliere chiedeva
all'assessore se sia vero che il presidio relativo al servizio
dell'auto sanitaria d'emergenza oggi a Pozza di Fassa, verrà
accentrato presso un unico nucleo a Cavalese, se sono stati
considerati i disagi e le disfunzioni che questa eventualità
causerebbe alla val di Fassa in termini di mancata copertura del
servizio, in che modo si pensa di garantire questa copertura
specialmente in alta stagione turistica, visti i frequenti
trasferimenti dovuti ai turni del personale addetto.
La risposta.
Zeni ha precisato che la
"costante
riorganizzazione"
del sistema sanitario punta
a migliorare sempre più i
servizi. "Ma in questo
caso, ha
spiegato, il servizio non è
stato modificato in alcun modo, perché l’accorpamento citato è
solo di tipo amministrativo
e gestionale".
Il servizio continua quindi ad avere sede a Pozza di Fassa. L'unica
differenza è che i mezzi
partono da Cavalese con il personale a bordo. Zeni
ha aggiunto che con il pieno coinvolgimento dei volontari la
riorganizzazione,
costantemente monitorata,
rende il
servizio per la val di Fassa
ancor più efficiente rispetto
alla situazione precedente.
E ha concluso evidenziato
come la presenza capillare
della rete delle associazioni dei volontari, costituisce
l’elemento portante del
modello di soccorso trentino. "Stiamo
lavorando affinché la percezione di questa rete del volontariato sia
identica a quella del soccorso prestato dai dipendenti".
La replica.
Detomas si
è dichiarato insoddisfatto perché
per il
carattere volontario del
sistema introdotto, che in
quanto tale non può
garantire un servizio
pubblico come questo.
A suo avviso non si
comprende come possa essere
più ragionevole una gestione del personale distribuito
tra Cavalese e Pozza di Fassa come
quella prevista dalla nuova organizzazione. Se per caso ne
derivassero disfunzioni,
ha avvisato, bisognerà che
qualcuno se ne assuma la responsabilità,
"perché non è
tollerabile che l’intero
sistema di soccorso sanitario sia basato sul volontariato".
La verità per Detomas è
che con questa riorganizzazione "la
val di Fassa paga il prezzo
della sua perifericità".
Chiara Avanzo (Patt)
Ospedale di Borgo,
quali i tempi
di ristrutturazione?
La consigliera del Patt ha
chiesto all'assessore alla sanità se sono state rispettate le
tempistiche o se siano stati incontrati problemi e ritardi per i
lavori di ristrutturazione delle cucine dell'ospedale di Borgo e per
la procedura di aggiudicazione dei lavori per la ristrutturazione e
l'ampliamento dell'edificio principale. Chiara Avanzo chiede anche
quale sia il cronoprogramma e gli interventi futuri per il S.Lorenzo.
La risposta. L'assessore
Zeni ha risposto ricordando che
negli ultimi anni l'ospedale di Borgo è stato oggetto di importanti
investimenti. A partire dal 2008 sono stati infatti realizzati il
nuovo parcheggio multipiano, l'adeguamento delle degenze di medicina
e chirurgia, il ripristino delle facciate principali, la nuova sala
gessi, la nuova sede di Trentino Emergenza, l'adeguamento antincendio
delle strutture. Investimenti, ha proseguito, che procederanno
ulteriormente con la realizzazione del nuovo Pronto Soccorso, la
riconfigurazione e l'ampliamento della Radiologia, la realizzazione
del nuovo blocco operatorio e della centrale di sterilizzazione,
l'ampliamento del day hospital medico oncologico e la
riconfigurazione delle aree di degenza diurna, l'ampliamento e la
riconfigurazione delle degenze H24, la realizzazione della nuova
dialisi, la ricollocazione del laboratorio e la collocazione degli
ambulatori e del servizio di endoscopia. Anche
le procedure stanno avanzando. Il cronoprogramma dell'opera di
ampliamento e ristrutturazione dell'edificio principale dell'ospedale
di Borgo prevede: la pubblicazione della gara d'appalto entro questo
mese di novembre, la presentazione delle offerte nel febbraio 2018,
l'aggiudicazione nell'aprile-maggio 2018, la stipula del contratto
nel luglio 2018, l'inizio dei lavori nell'agosto del 2018, la fase 1
di ampliamento tra l'agosto del 2018 e l'agosto del 2020, la fase 2
del completamento tra il settembre 2020 e l'aprile 2021, la fase 3
dell'intervento sull'esistente tra il maggio 2021 e l'aprile 2022.
La replica. Avanzo
si è dichiarata pienamente soddisfatta della risposta, visto che gli
interventi e i lavori previsti sono davvero molti.
Nerio Giovanazzi (AT)
Quali soluzioni
per il futuro
dell'Eremo di Arco?
Il consigliere ha chiesto se
da parte della Giunta siano state assunte iniziative per arrivare ad
una soluzione che metta la Casa di cura Eremo nelle condizioni di
poter continuare l'attività, per garantire i posti di lavoro e
programmare gli interventi di ampliamento della struttura.
La risposta. L’assessore
Zeni ha ricordato che per la
Casa di cura Eremo la
Giunta ha deciso con una delibera del 7
luglio scorso di alzare il
budget a 6 milioni e mezzo di
euro complessivi. Questo con
soddisfazione della stessa
struttura. Inoltre, sempre
nel 2017 è stato
sottoscritto un accordo tra Apss e Eremo.
La replica. Giovanazzi
ha ricordato che il primo budget, di 5.570.000 euro, era stato
garantito dalla Provincia ad
Eremo con l’invio di
pazienti dall’interno del Trentino. Ma ha anche
aggiunto di aver avuto
notizia
certa
che erano stati dati ordini
per ridurre l’invio di pazienti dal Trentino, mettendo
conseguentemente in discussione il budget. E
ha infine segnalato che
alcune case di cura inviano
pazienti per la
riabilitazione fuori provincia riducendo
così il budget di Eremo.
Gianfranco
Zanon (PT)
Scuole
di sci
penalizzate
da
una delibera
Il consigliere di Progetto
Trentino ha chiesto alla Giunta chiarezza sul metodo di rilevamento
dell'impegno lavorativo dei maestri di sci previsto dal regolamento
della legge 20 del 1993. Rilevamento che può essere fatto in
giornate o in ore. Ma, ricorda Zanon, tra giorni e ore si crea
confusione perché non viene specificato quante ore di insegnamento
un maestro di sci deve fare al giorno e neppure il numero di ore
minime per avere i requisiti. Si crea così una disparità tra le
scuole che dichiarano l'impegno dei maestri in ore e quelle in
giorni.
La
risposta. Dallapiccola ha
risposto che la delibera 284 della
Giunta prevede che il metodo
di computazione del lavoro in accordo con il collegio dei Maestri,
stabilendo che la giornata dei maestri di sci sia di 4 ore. Le
comunicazioni arrivate dalle
scuole per lo più indicano le giornate. Per le scuole che hanno
scelto il monte
ore non ci sono stati problemi.
Walter Kaswalder (Gruppo
Misto)
Valdastico e tunnel
del Brennero,
coinvolti i comuni?
Il consigliere ha chiesto alla
Giunta se siano stati avviati atti formali da parte del governo
provinciale nei confronti dei comuni interessati dal progetto
dell'autostrada della Valdastico e delle tratte di accesso al tunnel
ferroviario del Brennero e come si intendano coinvolgere le
popolazioni. In particolare l’uscita della galleria ferroviaria
nella Rotaliana sarebbe devastante per l’area del Teroldego.
La risposta. Il
presidente Rossi ha risposto che in Alto Adige per la ferrovia del
Brennero sono state già coinvolte le realtà locali perché lì la
prospettiva della costruzione del tunnel è più vicina. Per
la parte che invece riguarda il
Trentino, ha spiegato, sono
ancora in corso studi per definire una linea progettuale univoca tra
gli enti interessati. Solo quando sarà pronta
questa base progettuale si
potrà attivare un percorso di partecipazione e di analisi da parte
delle realtà locali per arrivare poi
ad un progetto definitivo.
In provincia
di Trento, dunque, la
fase progettuale è ancora in divenire. Quanto alla Valdastico, Rossi
ha invitato a non chiamare nemmeno più con
questo nome il progetto,
essendo stato escluso un
collegamento autostradale che
preveda la costruzione di un
tunnel destinato a sfociare
nella nostra provincia. Il
superamento dell'idea di un prolungamento
autostradale, ha spiegato, è
un dato acquisito attraverso
il protocollo sottoscritto
dalla Provincia con il governo nazionale. Governo
con il quale– ha ricordato
Rossi – abbiamo
acconsentito a sederci ad un
tavolo per cercare un’intesa. L'intesa
è infatti l'unica modalità
giuridica possibile per
poter immaginare
collegamenti a carattere interregionale sul territorio della
provincia di Trento.
Collegamenti che, se un
progetto prevede l'attraversamento del Trentino,
una modifica del Piano urbanistico provinciale, e quindi anche un
percorso di partecipazione. Soluzioni progettuali, per ora, ha
chiarito il presidente, non
ve ne sono sono ancora. In
ogni caso, ha concluso, la responsabilità
e i costi di un progetto di
collegamento spetteranno alle due
amministrazioni interessate, l’A4 e la Regione Veneto. Trento ha
infatti previsto con
l’intesa alcuni punti
fermi: non dovrà esserci alcuna autostrada, la Provincia
non dovrà sostenere
alcun onere, oltre
al collegamento va prevista l’elettrificazione
della ferrovia della Valsugana nonché
la soluzione dei problemi
relativi al tunnel di Tenna e della circolazione sui laghi della
Valsugana. Insomma, per
Rossi il collegamento con il Veneto non sarà autostradale ma
stradale, e
i costi dovranno ricadere su
chi ha più interesse
per l'arteria.
La replica. Kaswalder
ha ribadito
la delicatezza dei territori
interessati dai progetti
sia del tunnel
sia della
Valdastico, e ha chiesto
quindi di prestare la
massima attenzione alla fase esecutiva,
per tener
conto delle vocazioni agricole delle aree interessate, compresa
la Vigolana, ben sapendo che
il problema riguarda le sorgenti carsiche caratteristiche di
quell’area, per cui la
realizzazione di un’arteria
stradale richiede grande
cautela.
Donata Borgonovo Re (Pd)
Centro servizi
di Luserna, quando
verrà ultimato?
La consigliera, sul caso del
centro servizi di Luserna, in località Pletz von Mosse, che
non è stata completato perché i contributi necessari sono stati
garantiti ma non ancora assegnati, ha chiesto alla Giunta quali siano
le scadenze per la struttura di Luserna e se, in generale, intenda
sinceramente supportare i territori di montagna.
La risposta. L’assessore
Daldoss ha chiarito che per questo centro artigianale per servizi di
Luserna, finanziati da anni, i lavori di apprestamento dell’area,
costati 859.000 euro, stati stati realizzati, già appaltati e
conclusi anche se resta un problema amministrativo di rendicontazione
perché la ditta è poi fallita. Quanto agli altri 900.000 euro messi
dalla Provincia a disposizione per questo progetto, Il Comune di
Luserna ha più volte cambiato idea su come utilizzarli. Tutto è
quindi rimasto fermo dal 2014 al 2016 e i 900.000 non utilizzati sono
andati in economia. Tuttavia, ha assicurato Daldoss, il progetto oggi
c’è, è stato depositato presso il Servizio enti locali e potrà
essere nuovamente finanziato con l’erogazione delle risorse
attraverso il bilancio 2018.
La replica. Borgonovo
Re ha ringraziato l’assessore per le sue ripetute visite a Luserna
evidenziando che non risultava chiaro dove si era inceppato l’iter
visto che il percorso era partito nel 2002. Il ripensamento del
Comune sull’attività è più che ragionevole perché la situazione
è mutata nel tempo. Interessante, ha aggiunto, è che un’impresa
si sia spostata dal Veneto a Luserna ritenendo di avere qui maggiori
opportunità. Una realtà come Luserna ha bisogno di rafforzare
possibili opportunità occupazionali di qualità perché dei giovani
professionisti possano vivere lavorare e vivere bene in quella
località. La speranza è che ora la realizzazione del centro servizi
venga completata.
Maurizio Fugatti (Lega)
La Pat farà un passo
indietro sul progetto
Busa Bella?
Il consigliere ha chiesto se
il declassamento sella stazione sciistica di Passo Rolle avrà
ripercussioni sulla realizzazione del collegamento funiviario San
Martino di Castrozza – Passo Rolle, se la Provincia sia
intenzionata ad acquistare gli impianti Sitr, se ritiene utile lo
smantellamento delle strutture. Infine, ha chiesto se vi sia la
volontà di fare un passo indietro sul progetto "Busa Bella",
vista la contrarietà della popolazione locale e la presenza di
numerosi habitat tutelati che sarebbero messi a rischio dal progetto.
La risposta.
L’assessore Dallapiccola
ha spiegato che le due
società interessate
alla
qualificazione di Passo
Rolle potranno presentare un
progetto chiedendo alla Provincia contributi fino al 50%
delle spese sostenute. Questa qualificazione dell'area,
ha precisato, non
ha però nulla a che vedere con la realizzazione
del collegamento funiviario
previsto dal
protocollo d’intesa del 2015. Certo, ha
aggiunto Dallapiccola, una
volta realizzata la funivia la qualificazione di Passo
Rolle dovrà essere rivalutata, perché a quel punto la località non
sarà più isolata
ma collegata a San Martino. L’assessore
ha infine dichiarato
non più attuale la proposta
di smantellare gli impianti
di risalita, a seguito dell’investimento
compiuto dalla società che
si è attivata per il
rilancio dell'area sciistica.
Quanto al pericolo
valanghivo, tra le soluzioni
prospettate dalle amministrazioni locali è
stata scelta quella meno
impattante. Il progetto sarà sottoposto a
Via ed
è previsto un concorso
preferenziale tra professionisti prima
di arrivare al documento
definitivo, per
tener conto di tutti i dati
ambientali e dei pareri
raccolti.
La replica. Fugatti
ha detto che finalmente l'assessore
ha detto con
chiarezza che Passo
Rolle dal luglio 2017 ha
subito un declassamento.
Finora si trattava di chiacchiere. Al
declassamento si
era arrivati alla
chetichella anche per
smorzare un po’ l’ipotesi dell’idea imprenditoriale che era
nata nel frattempo per Passo Rolle. Per
Fugatti, visto che l’assessore
ha escluso lo
smantellamento degli impianti, sorge il dubbio che l’idea
imprenditoriale innovativa sia stata definitivamente cassata dalla
Giunta. Vi è quindi una parte della maggioranza che crede in quel
progetto e una che non ci crede.
Rodolfo Borga (Civica
Trentina)
Vaccinazioni,
sulle domande
serve chiarezza
Il consigliere della Civica
Trentina ha chiesto alla Giunta per quanti bambini dei nidi e delle
materne è stata presentata la documentazione sull'avvenuta
vaccinazione prevista dalla legge Lorenzin, o la dichiarazione
sostitutiva. Ha chiesto anche quante richieste di vaccinazione siano
giunte all'Azienda sanitaria e per quanti invece la richiesta è
stata inviata alla Provincia. Tutte domande, ha precisato, motivate
dai dati contraddittori sui bimbi "conformi" alla legge, e
dalla mancanza di chiarezza tra i genitori circa l'ente a chi vada
presentata la domanda di vaccinazione.
La risposta. Il
presidente Rossi ha risposto ricordando che la normativa aveva
stabilito degli obblighi validi in tutta Italia. In
Alto Adige, ha osservati, la
procedura adottata è stata
diversa ma non è stata
considerata idonea dal
ministero. "In
Trentino – ha spiegato –
abbiamo disciplinato in modo
uniforme,
assumendocene la responsabilità,
le modalità attuative di questi obblighi nazionali.
Per tre motivi: garantire
l’uniformità dei comportanti delle scuole, dare informazioni
univoche alle famiglie,
attuare la
nostra autonomia sulle procedure specifiche da adottare".
Si tratta infatti, per
Rossi, di permettere alle
famiglie di dimostrare l’avvenuta prenotazione della
vaccinazione o vaccinazione,
baipassando la richiesta di
comunicazioni cartacee tra scuole e famiglie. Si
è conformi, ha proseguito
il presidente, quando si è
vaccinati o si è attivata la procedura elettronica di adesione
al processo di vaccinazione
che rende
possibile frequentare la scuola. Chi si è inserito elettronicamente
con un clic nel
percorso di vaccinazione è conforme. A
questo punto il presidente Rossi ha fornito i dati richiesti da
Borga, segnalando innanzitutto che i
non conformi nelle scuole materne e negli asili nido sono ad oggi
zero. Ciò significa che o
sono stati
tutti vaccinati oppure
sono iscritti alla
procedura prevista. Più
nel dettaglio, sono 11.176 i
bambini vaccinati nella
fascia 0-3
anni (nidi),
mentre ne risultano prenotati
532. Nella fascia 3-6
anni (scuola dell'infanzia),
invece, ad oggi ne risultano vaccinati 12.359 e prenotati 1.494. I
bambini non ancora conformi fino a questo momento sono tre. Al
riguardo Rossi ha ricordato
che per convincere le
famiglie alla vaccinazione
dei bambini o ad aderire
alla procedura per la
vaccinazione, sono stati
personalmente coinvolti i sindaci dei tre
Comuni interessati:
Calceranica, Varena e Daone.
Sindaci che si sono
resi disponibili ad
effettuare questo tentativo con
i genitori. Il
presidente ha concluso sottolineando che se
allo scadere della data per
l’iscrizione al nuovo anno scolastico i
bambini risulteranno ancora
non conformi, non potranno
più frequentare
la scuola, e
questo per garantire la
tutela di tutti gli altri.
La replica. Nella
sua replica Borga ha chiesto se i bambini sono stati sottoposti a
tutte le nuove vaccinazioni prescritte.
Caso della bimba morta di
malaria. Rossi: spetta alla Procura dare informazioni.
In base alla richiesta di
alcuni consiglieri di minoranza di avere giovedì una comunicazione
in aula sul caso della bimba morta di malaria, il presidente Rossi ha
ricordato che, rispetto ad anticipazioni giornalistiche e, ha
sottolineato, anche ministeriali, la Procura è l’unica titolata a
dare comunicazioni ed è evidente che ogni relazione dell’Istituto
superiore sanità, nota o meno, dovrà essere valutata prima dal
procuratore. “Se a noi dovesse pervenire questa relazione – ha
aggiunto Rossi - chiederemmo alla Procura la possibilità di
diffonderla e se il ministero dovesse renderla pubblica se ne
assumerà la responsabilità. Da parte nostra intendiamo seguire le
regole”. Civettini ha replicato che le valutazioni in Consiglio
possono essere solo politiche, e che frasi come quelle pronunciate
del dottor Bordon, che avrebbe detto che probabilmente non si
arriverà mai alla verità di questo caso, vanno chiarite fino in
fondo per la famiglia della piccola e per la professionalità del
personale sanitario dal quale va allontanata ogni ombra. Cia,
dichiarandosi d’accordo con Rossi, ha specificato che la richiesta
di spiegazioni in aula è stata fatta soprattutto per fare chiarezza
sull’operato del personale.
Il
presidente Dorigatti ha poi sospeso i lavori del Consiglio che sono
ripresi alle 15.00 per iniziare a discutere le proposte di mozione.