In Consiglio provinciale ha ottenuto 26 sì e 3 schede nulle su 29 votanti
Antonia Menghini nominata dall'aula a scrutinio segreto “Garante dei diritti dei detenuti”
In allegato, il curricullum della professoressa Menghini
Dopo
aver approvato la legge sulla cultura, il Consiglio provinciale ha
nominato a scrutinio segreto Antonia Menghini garante dei diritti dei
detenuti in base alla legge 5 del 2017. Menghini, unica candidata e
nome condiviso anche da una parte delle minoranze, ha ottenuto 26
voti favorevoli e 3 schede nulle su 29 votanti.
La
discussione. Fugatti e Cia non partecipano al voto.
Mattia
Civico (Pd) ha introdotto la discussione presentando Antonia
Menghini, di cui ha letto il curriculum professionale (allegato), rispondente ai
requisiti previsti dalla legge e alle regole sulle incompatibilità
definite dal Consiglio provinciale.
Maurizio
Fugatti (Lega) ha motivato la propria scelta di non partecipare
al voto a prescindere dalle capacità della persona proposta, perché
a suo avviso “questa figura oggi non è necessaria”.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina) ha auspicato che le funzioni di garante
siano svolte da una persona che risponda al Consiglio e sia
espressione del territorio. Questo per permettere all’assemblea
legislativa di controllarne l’operato. Dando per presupposte le
competenze tecniche, Borga ha evidenziato l’esigenza che il garante
abbia doti di riservatezza, di equilibrio e senso di responsabilità
e non sia il “difensore dei detenuti”. Questa persona dovrà dare
un contributo alla gestione della struttura a vantaggio di tutti
coloro che vivono nel carcere. Borga ha preannunciato il voto
favorevole al nominativo proposto viste l’equilibrio che la persona
proposta sembra dare a vantaggio di tutti coloro che vivono in questa
struttutra.
Massimo
Fasanelli (misto) ha motivato il proprio sì al nome proposto
perché questo ruolo dovrà essere svolto da una persona equilibrata
e capace di tutelare non solo i detenuti ma il sistema complessivo
del carcere tenendo conto delle dimensioni della struttura e delle
dotazioni di personale. Personale, ha ricordato, messo a dura prova
da una situazione complessa.
Claudio
Cia (misto) ha ricordato di aver sempre sostenuto che il ruolo di
garante dei diritti dei detenuti doveva essere svolto dal difensore
civico. Per questo ha preannunciato di non partecipare al voto pur
auspicando che la persona scelta eserciti la sua funzione a servizio
di tutti coloro che vivono e lavorano nel carcere, dal direttore alle
guardie, evitando di contrapporre detenuti e operatori. “Spero –
ha concluso – che questa non sia una funzione di facciata e
un’inutile nuova spesa”.
Marino
Simoni (Progetto Trentino) ha ricordato di aver condiviso la
legge istitutiva dei garanti dei minori e dei detenuti e auspicato
che questa figura contribuisca a supportare il lavoro del Consiglio
provinciale. Esiste a suo avviso l’esigenza di arrivare ad un
provveditorato regionale che oggi è a Padova.
Cosa
prevede la legge.
Il
"garante dei diritti dei detenuti", è previsto dalla legge
5 approvata nel giugno scorso dal Consiglio provinciale. La normativa
stabilisce che la persona individuata deve possedere una "qualificata
competenza ed esperienza professionale almeno quinquennale in ambito
penitenziario o nel campo delle scienze giuridiche, delle scienze
sociali o dei diritti umani, anche come rappresentante di
associazioni o formazioni sociali". Secondo l'articolo 6, in
prima applicazione di questa legge istitutiva anche del garante dei
minori, il Consiglio provinciale nomina solo il garante dei diritti
dei detenuti, che rimane in carica fino alla scadenza del mandato del
difensore civico attuale e che potrà essere rieletto per la
successiva legislatura.
I
lavori
in aula riprendono domani alle 10.00.