Giornale Online
27/04/2017 - Dai Consiglieri e dai gruppi
La risposta dell'assessore Gilmozzi a un'interrogazione del consigliere Fugatti
Perdite idriche dalla rete del 26% a Trento e del 30% a livello provinciale
L'affidabilità dei dati per l'intero territorio è scarsa. In arrivo il «bilancio di acquedotto»
La risposta dell'assessore Gilmozzi a un'interrogazione del consigliere Fugatti
Perdite idriche dalla rete del 26% a Trento e del 30% a livello provinciale
L'affidabilità dei dati per l'intero territorio è scarsa. In arrivo il «bilancio di acquedotto»
«I dati statistici presentano un livello di perdite idriche
nel capoluogo (Trento) pari a circa il 26% dell'acqua immessa in rete ed una
media del 30% a livello provinciale». A fornire le due percentuali è l’assessore
alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi, nella sua risposta a un’interrogazione
di Maurizio Fugatti,
consigliere della Lega Nord Trentino, che riguardava l'aumento delle tariffe del servizio idrico. Dopo aver precisato che la competenza sulle tariffe del servizio idrico è dei Comuni, Gilmozzi avverte subito che l'affidabilità sui dati relativi alla dispersione dell'acqua immessa in rete, «a livello provinciale è scarsa». Ciò è dovuto al fatto che «i sistemi di misura
necessari a ricavarli non sono capillarmente disponibili, anche perché sono
presenti quasi 2000 serbatoi dai quali l'acqua viene erogata alle utenze
finali». Inoltre, prosegue l’assessore, «l'acqua scaricata dai troppo pieni non
è di fatto misurata, mentre l'acqua consumata all'utenza finale è invece quasi
ovunque misurata con i contatori di utenza».
Gilmozzi ricorda peraltro che «a livello
provinciale è in corso un'elaborazione, tramite il FIA (Fascicolo Integrato di
Acquedotto), seguendo le specifiche dell'IWA (International Water Association),
con la quale si stanno raccogliendo tutti i dati che compongono il
"Bilancio idrico di acquedotto" (si noti – segnala l’assessore – che ci
sono più di 900 acquedotti)». E aggiunge che «per quanto riguarda le perdite
idriche, bisogna distinguere tra "volumi non fatturati", all'interno
dei quali ricadono anche le utenze gratuite come ad esempio le fontane
pubbliche presenti in abbondanza in particolare nelle valli, e le vere e
proprie dispersioni in rete (perdite reali).
Sui dati inerenti la
"dispersione idrica", quindi, «non è possibile allo stato attuale
dare un riscontro puntuale ed affidabile con riferimento all'intero territorio
provinciale». L’assessore conclude sottolineando che «un dato medio aggregato a
livello statistico ha uno scarso significato. La rilevazione svolta dall'APRIE
(progetto FIA) è condotta invece per la caratterizzazione di efficienza di ogni
singolo acquedotto, al fine di individuare per ciascuno di essi il livello
quantitativo dell'acqua eventualmente "dispersa", con il metodo della
"portata minima notturna"».