Nell'Aula del Consiglio provinciale il governatore invita tutti ad abbassare i toni
Scontro consiglieri-Sgarbi presidente del Mart. Respinta la risoluzione di Marini
Testo allegato. Ivano Job (Lega) vota in dissenso rispetto al proprio gruppo
Esaurito
il question time, il Consiglio provinciale ha respinto con 19 voti
contrari, 9 a favore e 7 di astensione, tra i quali anche quello del
leghista Ivano Job, che si è discostato dal “no” del proprio
gruppo, una risoluzione proposta da Alex Marini (5 stelle) e
sottoscritta anche dal collega Degasperi, da Ghezzi e Coppola di
Futura nonché da Ferrari e Olivi del Pd, che chiedeva al presidente
del Consiglio provinciale di “perseguire in sede giudiziaria tutte
le iniziative necessarie per assicurare la tutela della dignità e
dell’onorabilità dei consiglieri e delle istituzioni provinciali,
con specifico riferimento ai comportamenti, alle minacce di
applicazione della pena di morte e agli insulti, ad essi rivolti da
parte del deputato Vittorio Sgarbi”. Risoluzione sulla quale
Fugatti ha espresso la contrarietà della Giunta.
Il
governatore invita a calmarsi e condivide la presa di posizione di
Kaswalder.
Motivo?
Sulle pesanti dichiarazioni rilasciate alla stampa da Vittorio Sbarbi
contro alcuni consiglieri provinciali che avevano contestato la
Giunta per averlo nominano alla presidenza del Mart, il governatore
ha invitato tutti, Sgarbi e i consiglieri, ad abbassare i toni.
Bisognerebbe sempre adottare “le dovute attenzioni”, ha ammonito,
prima di rilasciare certe dichiarazioni alla stampa. E ha aggiunto di
condividere nel merito la nota diffusa a difesa dei consiglieri presi
di mira da Sgarbi dal presidente dell’assemblea legislativa Walter
Kaswalder, che aveva richiamato al dialogo. Per Fugatti occorre
quindi placare gli animi e ripristinare un clima sereno “Questo
vale per tutti – ha aggiunto – anche per il presidente del Mart.
Sul tema Marini ha presentato una risoluzione sottoscritta anche dal
collega pentastellato Degasperi, Ghezzi e Coppola di Futura, Ferrari
(Pd) e Olivi (Pd), per chiedere al presidente del Consiglio
provinciale di “perseguire in sede giudiziaria tutte le iniziative
necessarie per assicurare la tutela della dignità e dell’onorabilità
dei consiglieri e delle istituzioni provinciali, con specifico
riferimento ai comportamenti, alle minacce di applicazione della pena
di morte e agli insulti, ad essi rivolti da parte del deputato
Vittorio Sgarbi”. Risoluzione sulla quale Fugatti ha espresso la
contrarietà della Giunta.
Marini
ha detto che dal presidente della Giunta si aspettava qualcosa di
più e ha poi ricapitolato le motivazioni della querelle, citando le
interrogazioni da lui presentate nei mesi scorsi per contestare la
nomina di Sgarbi alla presidenza del Mart. Nomina che a suo avviso
lede il prestigio del museo. Il consigliere dei 5 stelle ha aggiunto
di non voler riportare per rispetto dell’Aula gli insulti a lui
rivolti ma ha chiesto a tutti di riflettere perché a suo avviso “non
saranno gli ultimi”. “Ora per opportunità politiche lo difendete
– ha concluso – ma non sapete il danno di immagine che a causa
delle ‘uscite’ di Sgarbi state arrecando alle istituzioni e alla
Provincia”.
Sara
Ferrari (Pd) ha detto che non le era mai capitato di dover subire
attacchi e offese del genere e diffuse pubblicamente a mezzo stampa.
“Se questo viene allegramente sdoganato – ha osservato – tutti
un domani potremo rimanere vittime degli insulti che il primo che
passa potrà rivolgerci”. Anche Ferrari ha ricapitolato la vicenda,
ricordando la sua contrarietà a quella che ha definito una
“pasticciata” proposta di modifica della Giunta alle regole per
rendere possibile la nomina di Sgarbi alla presidenza del Mart.
Modifica poi non a caso ritirata dall’esecutivo. La consigliera ha
ricordato di termini irrispettosi e volgari utilizzati da Sgarbi nei
confronti suoi e di Marini bollati dal deputato come “depensanti”,
“incompetenti” e “onanisti con la destra e con la sinistra”:
un vero e proprio attacco a due consiglieri nell’esercizio del loro
ruolo. Ferrari si è detta dispiaciuta che il presidente Fugatti
abbia chiesto solo di calmare gli animi senza ribadire che le
affermazioni di Sgarbi erano inaccettabili. “Offendendo noi – ha
protestato – Sgarbi ha offeso i trentini. E se ci si limita a
tutelarci esprimendo solidarietà e rammarico, io non mi sento più
tutelata”.
Paolo
Ghezzi (Futura) ha confessato di avere un sogno: quello che si
levi a difesa dei consiglieri offesi qualche voce della maggioranza e
magari anche di qualche esponente della Giunta. Spero, ha proseguito,
che il presidente del Consiglio provinciale non sia lasciato solo
dalla sua maggioranza nel condannare questi fatti e queste parole.
Ghezzi ha ricordato di non aver mai avuto pregiudizi su Sgarbi. Anzi,
di aver colto in questa nomina un’utile operazione di marketing per
il Mart. Fino a quando ha letto le aggressioni verbali rivolte ai
colleghi. Il linguaggio usato da Sgarbi è a suo avviso molto
diseducativo e inaccettabile per una Giunta che si pone il problema
del rispetto, dell’educazione, della droga e della morale. Per
Ghezzi non si capisce come possano le preoccupazioni morali della
maggioranza scomparire di fronte a una persona alla quale viene data
licenza di uccidere con le parole solo perché gli si è data la
presidenza del Mart. “Temo – ha concluso – che il suddetto sia
stato scelto proprio perché si comporta e parla così. Il prezzo da
pagare è la disponibilità ad essere offesi solo perché Sgarbi
porterà più visitatori al Mart”.
Ugo
Rossi (Patt) ha plaudito alla “chiara e netta” presa di
posizione del presidente del Consiglio provinciale Kaswalder contro
le dichiarazioni sopra le righe di Sgarbi nei confronti dei
consiglieri offesi. Il capogruppo del Patt ha anche preso atto che il
presidente Fugatti ha condiviso la nota diffusa da Kaswalder. “Questo
è un fatto importante”, ha commentato Rossi auspicando di
sottoporre al voto unanime del Consiglio questa stessa nota, “che è
un ottimo punto fermo per il futuro, qualora qualcun altro insultasse
ancora i consiglieri. “Qui dentro – ha concluso Rossi – ci
pensano i cittadini del Trentino a giudicarci, non altri”.
Alessia
Ambrosi (Lega) riferendosi al dispositivo della risoluzione ha
suggerito ai consiglieri interessati di rivolgersi eventualmente alla
magistratura, “perché in quest’Aula ai trentini interessano
fatti concreti”.
Ferrari
ha replicato ad Ambrosi precisando che con il suo ragionamento
intendeva chiedere al Consiglio di prevenire la possibilità che
qualcuno possa insultare il Consiglio.
Il
presidente Kaswalder ha ricordato che a tema vi la
risoluzione presentata che, a suo avviso, “è un po’ troppo
pesante visto che impegna a perseguire la via giudiziaria”. Ha
aggiunto di aver conosciuto Sgarbi, di aver diffuso sul caso la nota
citata e di essere pronto a chiedere al deputato un chiarimento per
chiudere la vicenda.
Marini
ha ribadito la sua volontà di arrivare al voto sulla risoluzione da
lui proposta.
Alessio
Manica (Pd) ha giudicato “inopportuno” il giudizio espresso
da Kaswlader sulla risoluzione. E ha aggiunto che se la
responsabilità politica della scelta di Sgarbi è della maggioranza,
ben sapendo la sua capacità provocazione e di impatto sulla
comunità, con la nomina del deputato la Giunta ha legittimato e
sdoganato il suo modo di comunicare. Riconosco la cultura artistica
di Sgarbi, ha aggiunto il consigliere, ma non ne condivido lo stile.
Si è inoltre costruita una visione messianica esagerata della figura
di Sgarbi. Sui danni che arrecherà al Mart sarà il tempo a
giudicare. Quanto alla tutela dei consiglieri per Manica non basta
esprimere rammarico. Non si tratta di tutelare un consigliere o
l’altro ma l’intero Consiglio provinciale. Un po’ come aveva
fatto il consiglio regionale che aveva percorso le vie giudiziarie
contro gli insulti rivolti all’allora consigliere Moltrer, vincendo
la causa. Non è quindi eccessivo che Marini chieda di adire alle vie
legali contro Sgarbi. Diversamente, ha concluso, ho la sensazione che
da parte dell’Aula vi sia una sudditanza nei confronti di figure
del genere. Se il presidente Kaswalder condivide il fatto che le
dichiarazioni di Sgarbi abbiano offeso la dignità dei consiglieri
non può bocciare la risoluzione.
Ghezzi
ha ribadito che la questione è educativa e per questo non si può
non condannare la diseducativa arte retorica del neo-presidente del
Mart. Qui la questione è di dignità dell’Aula ma evidentemente
non si vuole capire. Abbiamo come parlamentari trentini il dovere di
riflettere sulle parole e se qualcuno usa le parole come corpi
contundenti, questo linguaggio totalmente irrispettoso va respinto.
Luca
Guglielmi (Fassa) ha rinfacciato a Ghezzi di non aver
dimostrato lui per primo rispetto nei confronti di due colleghe della
maggioranza al momento della loro nomina ad assessore dell’attuale
Giunta, giudicandole incompetenti.
Mara
Dalzocchio, capogruppo della Lega, ha
motivato il voto contrario del Carroccio alla risoluzione E quanto
all’esempio che secondo i colleghi della minoranza i consiglieri
devono dare ai cittadini, ha segnalato anche lei gli attacchi subiti
dalle due colleghe assessore perché donne e incompetenti, “senza
alcuna argomentazione riferita a fatti concreti”. Giusto quindi
invocare rispetto e pari dignità perché lo si faccia sempre e a
tutela di tutti.
Rossi
ha motivato il voto di astensione del Patt, “perché consegnare
alle aule giudiziarie anche con la partecipazione delle istituzioni
una vicenda di questo tipo rischierebbe, dal punto di vista legale,
di aprire un caso che non si sa dove potrebbe portare”. Rossi ha
auspicato che anche i colleghi della maggioranza riconoscano nella
presa di posizione del presidente Kaswalder contro le parole di
Sgarbi. Perché a suo avviso nulla può e deve impedire di condannare
come inaccettabili certe dichiarazioni. Secondo Rossi nel caso in
questione dire che Sgarbi ha sbagliato è necessario, “altrimenti
non si riesce ad incontrarsi nemmeno sul “minimo sindacale”.
Claudio
Cia (Agire) ha detto che l’opposizione non può
fare prediche su questo terreno e ci si deve chiedere chi ha
appiccato il fuoco della polemica. Non certo Sgarbi.
Marini
ha aggiunto che da parte sua non si sono sollevate polemiche ma si è
solo esercitato il mandato, ponendo domande rimaste senza risposta.
C’è poi differenza tra provocazioni e offese. Inoltre, ha
ricordato che le questioni legali sono già avviate e di aver già
ricevuto richiesta di mediazione dall’avvocato di Sgarbi. C’è
stata, è vero, una nota di rammarico da parte del Presidente
Kaswakder, ma il Presidente del Mart ha continuato a lanciare strali
a destra e sinistra. Parole inaccettabili, turpi, che da parte di
alcuni sono state tollerate e accettate. Quindi, la nota della
presidenza è stata derisa. Marini ha aggiunto che il dispositivo
rimane com’è perché di mezzo l’onorabilità delle istituzioni,
che è stata lesa. I comportamenti di Sgarbi minacciano l’onorabilità
delle istituzione. Per questo ha chiesto al Presidente Fugatti di
verificare se le dichiarazioni di Sgarbi siano conformi al codice di
comportamento dei dipendenti pubblici e di valutare quindi se ci
possa essere anche la possibilità di revocare il mandato al
Presidente del Mart. Chi vota no, ha chiuso, si assume gravi
responsabilità.
Giorgio
Leonardi (FI), preannunciando il proprio no alla risoluzione, ha
affermato, sempre in dichiarazione di voto, che la presa di posizione
del Presidente Kaswalder e quella di Fugatti possono essere
sufficienti per chiudere il caso.
Piero
De Godenz (UpT), condividendo la scelta di Sgarbi come presidente
Mart ma non le sue dichiarazioni, ha ricordato che si sarebbe potuto
trasformare l’intervento di Kaswalder in una risoluzione votata da
tutti.
Ivano
Job della Lega ha dichiarato un voto in dissenso dal proprio
gruppo, spiegando di essere vicino a tutti i consiglieri che ricevono
attacchi personali, ma se ogni volta che si verifica un attacco
personale lo si trasforma in istituzionale c’è qualcosa di
sbagliato. Quindi, il suo voto di astensione vuole stimolare
maggioranza e minoranza su un’idea condivisa: l’istituzione va
difesa sempre o mai. Inoltre, ha aggiunto, queste cose si potrebbero
risolvere parlandosi di più e polemizzando di meno.
La
risoluzione di Alex Marini 5 Stelle è stata infine bocciata con 19
no, 9 sì e 7 voti di astensione tra cui quello di Ivano Job della
Lega.