No alla risoluzione per avviare uno studio per riaprire i punti nascita
Cure oncologiche al riparo dalle riduzioni di bilancio
La seduta pomeridiana del Consiglio si è aperta con la votazione
di due risoluzioni in materia di sanità. La prima, firmata da
Degasperi e Marini di 5 Stelle, De Godenz dell’Upt e Rossi e
Ossanna del Patt, con la quale si intendeva impegnare la Giunta a
predisporre entro 2 mesi uno studio di possibilità per riaprire i
punti nascita di Arco, Tione e Borgo, è stata bocciata con 10 no, 6
sì e 3 astensioni. La seconda, primo firmatario Zeni e sottoscritta
dai consiglieri Pd e da De Godenz, Demagri del Patt, Degasperi e
Marini, ha ricevuto il sì unanime al dispositivo che impegna
l’esecutivo a continuare il confronto col sindacato dei medici e
delle professioni mediche e le associazioni dei malati sui percorsi
di razionalizzazione della spesa sanitaria e a non prevedere l’area
oncologica nei risparmi di spesa. Bocciata invece la premessa con
20 no e 13 sì.
La seduta del mattino si è aperto e chiusa con la discussione su due
risoluzioni della minoranza, una a prima firma Degasperi (5 Stelle)
con la quale si chiedeva la predisposizione entro 2 mesi di uno
studio sulla possibilità di riaprire i centri nascite di Tione, Arco
e Borgo, l’altra di Luca Zeni del Pd, ma sottoscritta da
consiglieri di tutta la minoranza con la quale si è impegnata la
Giunta a continuare il confronto con i sindacati dei medici e delle
professioni sanitarie e con le associazioni dei pazienti sui percorsi
di razionalizzazione della spesa sanitaria e di considerare la lotta
al cancro una priorità assoluta e di non individuare l’area
oncologica come oggetto di risparmio di spesa.
Stefania Segnana, aprendo la lunga discussione, ha confermato di aver
trasmesso la lettera al direttore dell’Azienda Paolo Bordon,
ricordando che il contenuto è stato discusso e condiviso, che ci
sono stati incontri con l’Azienda. Una missiva di indirizzo che è
stata scritta perché siamo all’inizio della legislatura e perché
si tratta di un atto di responsabilità, vista la diminuzione delle
risorse prevista per a partire dal 2022. Ma, ha ribadito l’assessora,
non si tratta di tagli, ma di efficientamento della spesa. La scelta
di prendersi per tempo per risparmiare risorse senza fare tagli al
personale e agli ospedali periferici. Quindi, ha assicurato, i
servizi nelle valli rimarranno e non si faranno tagli di personale.
Tanto che, ha aggiunto Stefania Segnana, si è appena svolto un
incontro con sindacati, nel quale si è manifestata la disponibilità,
nel bilancio di assestamento, di trovare le risorse per concludere il
contratto fermo da sei anni.
Nel merito della lettera, la razionalizzazione risorse, ha detto
ancora Segnana, è stata condivisa con il Presidente, tenendo conto
che la spesa sanitaria rappresenta un quarto del bilancio e si va
incontro ad una contrazione delle risorse. Per quanto riguarda le
sale operatorie ibride delle quali si parla nella missiva,
l’assessora ha ricordato che è stato chiesto un progetto di
fattibilità. Si tratta di sale che permettono di razionalizzare le
tempistiche e quindi anche i tempi di attesa, che, nel caso degli
interventi cardiochirurgici, possono arrivare a 6 mesi. Inoltre,
queste sale ibride avrebbero effetti positivi sulla mobilità passiva
che oggi costa 3,8 milioni, una cifra che verrebbe utilizzata per la
realizzazione di queste nuove sale operatorie ibride. Per ciò che
riguarda i farmaci oncologici si pensa all’utilizzo di farmaci
biosimilari meno costosi e forme aggregate di acquisto come
raccomandato anche dal Ministero della salute.
Sulla rete ospedaliera non c’è alcuna volontà di depotenziare
ospedali periferici e la Giunta non ha aumentato budget delle
strutture private.
Degasperi: quanti soldi mancano per la sanità?
Filippo Degasperi nel suo intervento ha affermato che l’assessora
ha sostenuto nella lettera all’Azienda che le dinamiche di spesa
della sanità non sono sostenibili con le attuali dotazioni di
bilancio. Quindi, ci si aspettava una dichiarazione su quanti soldi
mancano e dove si possono reperire. Parlare di efficientamento,
inoltre, significa che non c’è efficienza e indicare dove sono i
problemi e quali soluzioni adottare. Si doveva lasciare libertà
all’Azienda di effettuare questi efficientamenti, invece
l’assessorato ha voluto andare nello specifico. Insomma, ha
continuato il consigliere 5 Stelle, la domanda è: quanti soldi
mancano? A quanto ammonta la carenza di risorse per la sanità? In
materia di personale si può anche aspettare l’assestamento, ma, ha
ricordato ancora Degasperi, nella lettera sta scritto che si dovranno
fare ragionamenti sulla percentuale dei fondi e quindi è difficile
non pensare a tagli.
Rossi: chiedo di poter avere la lettera ufficiale.
Ugo Rossi (Patt) ha chiesto se la lettera di cui si parla è
ufficiale, perché di fronte a temi di questa importanza si dovrebbe
ragionare su atti ufficiali e non su articoli di stampa. Discutere
con elementi non certi, ha detto ancora, non è molto serio. Quindi,
Rossi ha chiesto di avere la lettera, che dovrà avere una firma e un
protocollo. Insomma, un atto ufficiale sul quale dibattere.
Zeni: sulla sanità la Giunta deve abbandonare gli slogan.
Luca Zeni (Pd) ha sottolineato, con soddisfazione, che l’impianto
dato agli ultimi anni alla sanità trentina non è stato messa in
discussione dalla Giunta Fugatti. Il tema di fondo riguarda
l’impostazione della sanità, la rete ospedaliera, i punti di
qualità e eccellenza. La linea adottata dalla precedente Giunta, ha
aggiunto, è condivisa; su cardiochirurgia, anche se difficile, va
attivato il dialogo con Bolzano. Ma, ha affermato l’ex assessore
alla sanità, il problema politico è che questa impostazione va a
cozzare con gli slogan elettorali. Legittimando le rivendicazioni
particolari, ha detto Zeni, la maggioranza si è presa una
responsabilità enorme. Legittimare le singole rivendicazioni obbliga
la Giunta a riattivare la guardia medica nel Tesino anche se rimane
12 ore al giorno inattiva, aprendo la porta ad analoghe richieste in
altre zone. La contrazione delle risorse di bilancio, ha ricordato
Luca Zeni, è un dato evidente da tempo, ma nonostante ciò i governi
di centrosinistra hanno sempre deciso di non contrarre il bilancio
della sanità, mentre qui, si parla di un taglio consistente. Quindi,
è necessario scegliere le priorità, coinvolgere il personale nella
razionalizzazione dei costi. Sui farmaci oncologici, ha continuato
Zeni, la nota inviata all’Azienda stona perché è già tutto
disciplinato e il Trentino ha una delle spese più basse. Inoltre,
risparmiare su farmaci innovativi è preoccupante, anche perché le
patologie oncologiche sono le più sentite dalla popolazione. Zeni ha
invitato infine la Giunta a superare l’approccio da slogan per
farsi carico di un approccio di sistema, anche per non perdere i
medici migliori.
Savoi: si farà l’impossibile per mantenere i servizi nelle
valli.
Alessandro Savoi (Lega) ha affermato che prima di fare allarmismi si
dovrebbe avere il quadro della situazione, quadro che verrà definito
con l’assestamento di bilancio. Le forze che hanno governato il
Trentino, ha affermato, hanno tagliato la sanità nelle periferie e
ora hanno presentato una risoluzione per uno studio sulla possibilità
di riapertura di centri nascita di Borgo, Tione e Arco. L’esponente
della Lega ha detto infine che la maggioranza farà il possibile e
l’impossibile per mantenere e potenziare i servizi nelle valli.
Coppola: tagli che peseranno drammaticamente sugli utenti.
Lucia Coppola (Futura) ha affermato che l’incertezza in materia
sanitaria è sconcertante. Ridurre di 120 milioni da qui al 2023 il
budget per la sanità significa creare situazioni difficilissime per
gli utenti. Questi tagli, ha affermato, e non la dinamica di spesa
sono insostenibili. Soprattutto di fronte alle promesse elettorali
sui punti nascita e gli ospedali periferici. In breve, secondo
l’esponente di Futura, intervenire con tagli in questo settore
vitale, anche dal punto di vista economico, è scellerato. Il governo
provinciale, invece, dovrebbe spiegare come verrà affrontata la
carenza di personale infermieristico e medico. La stessa rotazione
dei medici sul territorio, fatta per accontentare piccoli egoismi, ha
aggiunto l’esponente di Futura, non tiene conto della sicurezza dei
pazienti e della qualità generale e dei bisogni di tutta la
popolazione trentina. Su molte cose, inoltre, manca l’informazione,
ad esempio sui risultati del Tavolo per valutare Neurochirugia a
Arco. Infine, la consigliera ha ha chiesto come si può accompagnare
un taglio di 120 milioni con un aumento che va da 20,4 a 22,8
milioni nel 2019 alle strutture private, una crescita percentuale
dell’11,4.
Rossi: sui punti nascite la Giunta non ha mai chiesto deroghe.
Ugo Rossi è poi intervenuto per dire di aver chiesto all’assessora
la lettera e di non averla ottenuta. Il capogruppo Patt ha ricordato
poi una sua interrogazione di gennaio, rimasta senza risposta, sulla
richiesta di deroga al Ministero della sanità per l’apertura di
punti nascita Tione, Borgo e Arco. Un’interrogazione che è stata
fatta, ha detto, perché l’unica richiesta di deroga inoltrata al
ministero è stata quella che riporta le firme di Zeni e Rossi per il
punto nascite di Cavalese. Quindi, ha aggiunto, l’attuale assessore
non ha fatto ancora la richiesta e per questo è stata presentata la
risoluzione firmata da De Godenz e Degasperi, per chiedere a Segnana
di predisporre entro due mesi uno studio per la riaperture dei punti
nascite di Arco, Borgo e Tione.
Cia: i cittadini sono obbligati a chiedere le visite in libera
professione.
Claudio Cia (Agire) ha detto che in effetti da quanto è emerso dalla
stampa la gente è legittimamente preoccupata, ma ha anche voluto
ricordare che i tagli sulla sanità si annunciano ad ogni inizio
legislatura. E’ accaduto nel 2013, con Ugo Rossi, che palava di
tagli 27 milioni di euro. La spesa sanitaria, la fetta più
importante della spesa pubblica, ha ricordato ancora, è sempre presa
di mira quando ci sono tagli. Cia ha detto che vanno fatte
razionalizzazioni, ma senza mettere in discussione il diritto
all’accesso gratuito dei cittadini alle prestazioni sanitarie. La
Giunta ha poi ereditato scelte difficili, la delibera 294 del 2008 ha
reintrodotto le visite in libera professione e con il tempo il
cittadino è quasi obbligato ricorrere alle prestazioni privatistiche
per averle in tempi brevi. Un’anomalia alla quale va messa mano,
ha aggiunto Cia. Il consigliere di Agire, infine, ha ricordato che
gli ospedali privati suppliscono le incapacità del pubblico di
rispondere alle richieste dei cittadini.
Paccher: dovrebbero chiedere scusa alla Valsugana.
In dichiarazione di voto, Roberto Paccher (Lega) ha detto che chi ha
depotenziato la periferia e si accanito sulla maternità di Borgo
nonostante la grande mobilitazione ora viene, paradossalmente, a fare
una risoluzione per chiederne la riapertura del reparto maternità.
Chi ha chiuso il punto nascite di Borgo, ha affermato Paccher, ha
fatto una scelta scellerata e dovrebbero chiedere scusa alla
Valsugana. Rossi, ha aggiunto il consigliere leghista, si è accorto
solo ora che c’è la Valsugana e l’ospedale di Borgo.
Fugatti: stiamo portando avanti le promesse fatte ai cittadini.
Il Presidente Fugatti ha affermato che oggi l’Azienda sanitaria
apre il bando per guardie mediche in Tesino e Valle di Ledro. E, ha
affermato, la comunicazione si potrebbe fermare qui. Però, ha
commentato il Presidente della Giunta, prendere lezioni da chi ha
chiuso guardie mediche e punti nascita è strano. Ora, nonostante la
volontà, non si sa se si riesce a riaprire guardie mediche perché i
medici sono andati via, se non li ritroveremo è perché sono stati
mandati via. In sintesi, con difficoltà si sta portando avanti
quanto promesso. Se una comunità chiede questi servizi si cerca di
soddisfare queste richieste. Nella lettera dell’assessora si dice
che spendendo meglio si può risparmiare. Non si tratta quindi di
tagli, ma è il tentativo di spendere meglio. Sul tema dei punti
nascita, ha continuato, parla un Presidente della Pat che da
sottosegretario ha riaperto il punto nascita di Cavalese. Ora sarà
un’impresa difficile riaprire un punto nascita come quello di Arco,
per il quale la scorsa Giunta non ha richiesto la deroga. Nel
programma della maggioranza, ha detto ancora Fugatti, si dice che se
il Governo nazionale cambiasse i parametri si potrebbe fare richiesta
di deroga. Anche se il Presidente ha aggiunto che dal ministro della
salute sono venute risposte positive. Segnana, ha detto inoltre, ha
sempre parlato solo di Arco dove si sono incontrate le associazioni e
c’è l’impegno di capire qual è oggi la situazione. Poi si
valuteranno le soluzioni. Dopo di che Fugatti ha ricordato che c’è
il dato di fatto della carenza di medici, trovare pediatri e
anestesisti non è certo facile.
Il Presidente della Giunta, infine, dopo una sospensione e un
confronto con i capigruppo, ha dichiarato il no della Giunta sulla
risoluzione sui centri nascita di Arco, Tione e Borgo. Sulla seconda,
quella di Zeni, ha espresso invece parere negativo sulla premessa,
mentre sul dispositivo, confronto con sindacati e sulla lotta al
cancro si è espresso favorevolmente.
Zeni: è stata messa la pietra tombale sui punti nascita.
Zeni è intervenuto di nuovo per dire che il Presidente ha dimostrato
di essere consapevole che i punti nascita non si potranno aprire.
Fugatti, ha detto, ci ha messo la pietra tombale perché ci sono
norme di sicurezza che si devono rispettare. La mancanza di medici è
un problema che riguarda tutti. Per le guardie mediche, ha affermato
inoltre, si aprono i bandi solo oggi soprattutto perché i medici di
medicina generale mancano. Anche per questo aggregare in territori
più vasti le guardie mediche era ed è indispensabile. Nel merito
della risoluzione l’ex assessore ha ricordato che il tema dei
farmaci oncologici va tolto dalle dinamiche di riduzioni di spesa ed
ha sottolineato il fatto che i farmaci bioassimilabili non hanno
nulla a che fare con quelli generici.
De Godenz: il diritto alle prestazioni sanitarie nelle valli è
sacrosanto.
Piero De Godenz (UpT) firmatario della risoluzione Degasperi, ha
ricordato che a Cavalese si è riaperto il punto nascite in base alla
richieste del territorio e della Giunta Rossi. Il dubbio vero è che
il lavoro, fatto a livello governativo dall’allora sottosegretario
Fugatti, per modificare i criteri nazionali si sia oggi fermato. Ci
vuole il coraggio, ha affermato ancora, anche per i punti nascita di
portare le mamme negli ospedali periferici e non solo a Trento.
Perché, ha concluso, il diritto alle prestazioni sanitarie dei
territori è un diritto sacrosanto.
Rossi: anche la Giunta si è accorta che mancano i pediatri.
Ugo Rossi ha espresso il sì alle due risoluzioni del gruppo Patt e
ha specificato che non si chiede la riapertura dei punti nascita
domattina, ma a che punto sta il percorso. Un atto di trasparenza,
insomma. Oggi c’è un’altra ufficialità: in Trentino mancano
pediatri. Speriamo che il dirigente dell’assessorato riesca a
trovarli per onorare le promesse fatte in campagna elettorale.
Leonardi: difficile far ripartire la macchina sanitaria.
Giorgio Leonardi (Forza Italia), esprimendo solidarietà alla giunta,
ha detto che è difficile far ripartire una macchina sanitaria alla
quale è stato tolto il carburante.
Le dichiarazioni finali.
Infine, in apertura della
seduta pomeridiana la votazione sulle due risoluzioni. Nelle
dichiarazioni di voto sulla risoluzione di Zeni, Pietro De Godenz
(UpT) e Claudio Cia (Agire per il Trentino) hanno motivato il loro
“sì” condividendo la richiesta di escludere dai risparmi di
spesa l’area oncologica. Cia ha osservato che occorre distinguere
tra farmaci oncologici generici e di marca, molto più costosi. Sul
tema è intervenuto anche il capogruppo del Patt Ugo Rossi,
pronunciandosi anche lui a favore dell’impegno, chiedendo di
potenziare la possibilità di curare i tumori con la chemioterapia,
oggi disponibile solo all’ospedale S. Chiara di Trento, anche in
altri centri del territorio. Se con l’assestamento di bilancio
l’assessora deciderà in questo senso, anche il Patt sosterrà la
scelta. D’accordo anche Luca Guglielmi (Fassa). Luca Zeni (Pd) ha
precisato che il tema dei farmaci oncologici è complesso, perché vi
è un forte ricorso ai “biosimilari” che non sono generici ma
diversi. Il medico deve decidere se e quando prescrivere l’utilizzo
di questi farmaci. Sarà in base al budget assegnato all’Apss che i
responsabili decideranno sui farmaci oncologici seguendo il criterio
dell’appropriatezza. Sostegno alla proposta di risoluzione anche da
parte di Futura è stato assicurato da Lucia Coppola e per la Lega
Salvini Trentino da Mara Dalzocchio. La capogruppo del Carroccio ha
ribadito che la Giunta non intende in alcun modo ridurre l’impegno
di spesa per i farmaci oncologici, anche se questo non toglie nulla
allo sforzo di ridurre la spesa soprattutto nella fase della
distribuzione. Dalzocchio ha poi smentito che l’assessore Segnana
abbia mai dichiarato la volontà di aprire punti nascita ovunque.