Eletto con 22 voti su 34 alla quarta votazione. A favore anche i due esponenti pentastellati
Walter Kaswalder è il nuovo presidente del Consiglio provinciale
In allegato, il primo discorso di Kawsalder a capo dell'assemblea legislativa
Alle
12,51 Walter Kaswalder (gruppo Autonomisti popolari) è stato eletto presidente del Consiglio provinciale con 22 voti
favorevoli, 11 bianche una nulla su 34 votanti. La maggioranza necessaria per l'elezione era di 18 consiglieri.
Appena
preso posto sullo scranno più alto dell’emiciclo dopo la sua
elezione, il nuovo presidente del Consiglio provinciale, Walter
Kaswalder, ha ringraziato tutti. “È
per
me una grande emozione presiedere l’aula del Consiglio
provinciale”, ha esordito. Kaswalder ha aggiunto di essere
consapevole del significato che il ruolo di presidente del Consiglio
riveste. “Sono stato sindaco e consigliere di minoranza e di
maggioranza – ha proseguito – e quindi assicuro che sarà un
presidente di garanzia per tutti”. Vista l’ora – pochi minuti
prima delle 13.00, quand’era prevista la sospensione dei lavori –
il presidente ha preferito rinviare le sue dichiarazioni al
pomeriggio alle 15.00, non appena riprenderanno i lavori in aula.
Dopo il suo intervento il Consiglio proseguirà con i successivi
punti all’ordine del giorno, che prevedono l’elezione del
vicepresidente dell’assemblea legislativa e dei tre segretari
questori che completeranno l’ufficio di presidenza.
Il
dibattito.
Alla
ripresa dopo l’interruzione chiesta dallo stesso Kaswalder per
sboccare la situazione, Rossi (Patt) ha detto, a seguito
dell’incontro con Fugatti e degli altri rappresentanti dei gruppi e
Kaswalder, di voler partecipare alla votazione annunciando scheda
bianca. Questo perché, ha detto, la presidenza è della maggioranza
e noi siano dell’opposizione. Rossi ha auspicato il rispetto dei
diritti delle minoranze e il funzionamento corretto dell’Aula.
Infine, il consigliere Patt ha apprezzato la volontà di Kaswalder di
andare nel solco di chi lo ha preceduto in aula. La Presidenza del
Consiglio, ha aggiunto Rossi, è un ruolo di grande importanza. In
passato alcuni, anche per espressioni di Kaswalder, questo ruolo,
come quello della presidenza Pat, sono stati spesso definiti non come
ruoli, ma come “poltrone” o con termini come “carege” e
“cadrege”. “Sono convinto – ha continuato - che l’importanza
di questo ruolo consentirà a Kaswader che il suo è un ruolo
importantissimo, di alta rilevanza istituzionale e non di una
“carega”. Questo vale che si sia in maggioranza o in minoranza.
E’ utile ricordare a tutti, ha concluso, che le parole che usiamo
qui discreditano, che si sia in maggioranza o minoranza, le
istituzioni”.
Giorgio
Tonini /(Pd) ha detto di aver apprezzato il gesto di Kaswalder e
Fugatti di un confronto con minoranze. Gesto che ha assecondato il
dialogo tra minoranza e maggioranza sulle istituzioni a partire dalla
più alta, il Consiglio. L’ambizione, ah ricordato, era quella di
convergere su un nome della minoranza gradito alla maggioranza o
viceversa. Quindi, il Pd pur non votando Kaswalder ma scheda bianca,
ha apprezzato le garanzie di terzietà della Presidenza. Il
Presidente, ha detto ancora l’esponente Pd, deve garantire la
funzionalità dell’aula per permettere alla maggioranza di
realizzare il programma e, dall’altra, garantire il ruolo delle
minoranze. La differenza tra una democrazia, ha sottolineato, e una
non democrazia è la garanzia delle minoranze. Su questo, ha
concluso, abbiamo apprezzato le parole dette nell’incontro da
Kaswalder, sperando che sia lo stile per i prossimi cinque anni. I
segnale richiesto è venuto, anche dal Presidente della Giunta, cioè
la costituzione di una commissione speciale per i danni dal maltempo.
La disponibilità di Fugatti, ha detto ancora Tonini, è quello che
ci permette di dire che il clima è positivo.
Paolo
Ghezzi (Futura 2018) ha detto che il suo gruppo ha accettato
l’approccio di Kaswalder di venire ad offrire il suo ruolo con una
garanzia. Ci saremmo aspettati dal Presidente della Pat, ha
aggiunto, qualche parola in più. Il presidente si è comportato, una
volta di più, da proconsole di Salvini in Trentino, e non da
presidente di tutti i trentini. Un atteggiamento ha affermato che a
noi non piace. La nostra, ha affermato, non è una posizione
pregiudiziale, lo dimostra il fatto che abbiamo valutato
positivamente la decisione di Fugatti di mantenere come direttore
generale Nicoletti . Una scelta di buon senso e di continuità. Non
vogliano fare i campioni dell’opposizione che vogliano fare in modo
intransigente ma anche intelligente. Bene comunque l’istituzione di
una commissione sui danni del maltempo, che in realtà è una
tragedia. E chi c’era ai funerale della mamma di Dimaro lo ha
potuto constatare drammaticamente. Ghezzi ha asuspsicato uno stile
diverso da parte del Presidente della Pat. A Kaswalder (Ghezzi ha
annunciato scheda bianca) l’esponentedi Futura ha ricordato che 73
trentini su 100 non hanno vitato Lega. Ed ha concluso ausicando che
Kaswalder, che è uomo del popolo e ha fatto il sindaco, sappia
essere un garante di tutti.
Filippo
Degasperi (5 Stelle), annunciando voto positivo, s’è detto
soddisfatto che questa vicenda sia rientrata nell’alveo della
normalità, più in virtù della minoranza che della maggioranza che
non ha mai fatto partire il dialogo. Il metodo, ha aggiunto, è stato
sbagliato così come lo è stato in Consiglio regionale e su questo
va fatto, da parte della maggioranza, una riflessione. L’esponente
di 5 Stelle ha chiesto a Kaswalder di rispettare tutti i consiglieri,
non solo quelli di minoranza, e ha auspicato una maggiore attenzione
alla “macchina”del Consiglio. Kaswalder è una persona franca e
che fa capire cos’ha in testa. Inoltre, ha chiesto a al neo
Presidente di rispettare il Tricolore, contrariamente a quanto
succede in Consiglio regionale.
Mara
Dalzocchio (Lega) ha ricordato che i trentini hanno bisogno di
risposte immediate soprattutto dopo il maltempo. Ma ha voluto fare un
appunto alla minoranza ricordando che il presidente della Giunta
piace a chi l’ha votato e non solo a Salvini.
Alessandro
Savoi (Lega) ha ricordato, rivolgendosi a Ghezzi, che un trentino su
due ha votato Fugatti e che la maggioranza è stata raggiunta con un
sistema elettorale votato dal centro sinistra. E anche la presidenza
del Consiglio è stata indicata seguendo una prassi consolidata. Alex
Marini (5 Stelle) ha detto di voler dare fiducia a Kaswalder, ma
l’empasse ha mostrato un vulnus democratico che si è evidenziato
con l’astensionismo. Servono riforme, ha detto ancora, che si
basino sulla trasparenza e la partecipazione per perseguire gli
obiettivi di migliorare i rapporti del Consiglio con la popolazione.
A partire dalla legge elettorale, i referendum e la separazione netta
tra Giunta e Consiglio. Marini, ribadendo il sì a Kaswalder, ha
detto di aver depositato un ddl sul referendum che la scorsa
legislatura venne firmato anche da Kaswalder,
Claudio
Cia (Agire) ha detto che con l’elezione è terminato il ruolo di
“piano B” che non c’è mai stato perché la maggioranza ha
sempre puntato su Kaswalder. Cia ha auspicato che Kaswalder prenda
esempio da Bruno Dorigatti e dal presidente del Consiglio comunale
di Trento, Renato Pegoretti.