Concluse dalla III Commissione le audizioni sul testo proposto dall'assessore Dallapiccola
Aggiornamento della legge sulla pesca del 1978. Si voterà giovedì. Critica Borgonovo Re
Testo allegato
La
Terza Commissione presieduta da Mario Tonina (Pd) concluderà con il
voto giovedì 7 giugno nella seduta convocata nella pausa dei lavori
del Consiglio in aula, l'esame del disegno di legge 228 proposto
dall'assessore Dallapiccola (Patt) per aggiornare la legge
provinciale sulla pesca del 1978. Lo ha deciso l'organismo al termine
delle audizioni dedicate oggi pomeriggio al provvedimento, per
permettere ai consiglieri la presentazione di alcuni emendamenti
preannunciati in particolare da Borgonovo Re (Pd). La consigliera ha
criticato la mancata modifica dell'articolo 10 della legge
provinciale vigente, che rischia di essere impugnata davanti alla
Corte costituzionale e che permette l'immissione nelle acque
territoriali di specie non autoctone causando un possibile
inquinamento ambientale. Per Dallapiccola è invece preferibile non
toccare l'articolo in attesa di un'imminente norma nazionale sul
tema.
Testo
condiviso dalle due associazioni dei pescatori.
Stefano
Martini e Mauro Finotti, rappresentanti rispettivamente dell’Unione
pescatori e della Federazione pescatori del Trentino, hanno segnalato
di aver concordato con l’assessore le modifiche alla legge e di
condividere quindi il testo proposto. Donata Borgonovo Re (Pd) ha
chiesto chiarimenti in merito alla tecnica del “no kill”, che
impone di rimettere in acqua i pesci pescati e sulle ragioni della
liberalizzazione della pesca nel lago di Garda, dal momento che il
ddl non prescrive per questo specchio d'acqua alcun titolo
autorizzatorio (né licenza né permessi). La risposta è stata che
la tecnica del “no kill” come anche quella, analoga, del “catch
and release”, sono adottate in tutto il mondo e occorreva quindi
adeguare a questa “filosofia” la legge provinciale. Quanto al
lago di Garda, dove a pescare sono i turisti, tutti permessi e le
licenze sono stati aboliti. Restano comunque i controlli per
garantire l’osservanza del divieto della pesca del carpione, specie
ittica protetta, peraltro, solo nel Garda Trentino.
I
guardiapesca propongono un libretto di controllo unico per tutta la
provincia.
Per
l’Associazione guardiapesca del Trentino Alto-Adige sono
intervenuti il presidente Fausto Goller e altri esponenti del
sodalizio. Goller ha illustrato gli emendamenti proposti
dall’Associazione per assicurare la rappresentanza dei guardiapesca
nel Comitato tecnico della pesca previsto dal ddl di Dallapiccola, un
contributo per la sorveglianza da loro esercitata, una rivalutazione
del lavoro svolto e il riconoscimento del ruolo anche attraverso una
divisa uguale per tutti e corsi di formazione professionale. I
guardiapesca propongono anche di inserire nella legge il divieto di
occupare posizioni di vertici nell’associazione per chi è stato
sanzionato nello svolgimento di quest’attività. Rispondendo a una
domanda di Civettini i rappresentanti dell’Associazione hanno
segnalato che circa il 20% dei pescatori controllati dichiarano di
non avere con sé del “pescato”. Dopo alcuni interventi di
Giovanazzi e Ossanna, Borgonovo Re ha osservato che a suo avviso non
precisare nel libretto di cattura il numero dei pesci è sbagliato. I
guardiapesca hanno risposto che il no kill permette di pescare un
numero illimitato di trote senza segnarne la cattura. La legge
provinciale prevede cinque catture e servirebbe quindi un libretto di
cattura unico per tutta la provincia che impedisca gli abusi. I
guardiapesca hanno aggiunto la loro contrarietà alla pesca in
ottobre e che proprio per questo sarebbe importante prevedere la
presenza della categoria nel Comitato tecnico della pesca.
Magnifica
Comunità di Fiemme soddisfatta per il ruolo ad essa assegnato. Le
Asuc chiedono un rappresentante nel Comitato tecnico.
Per
la Magnifica Comunità di Fiemme, lo Scario Giacomo Boninsegna ha
soddisfazione per il recepimento nel ddl della proposta di
riconoscere il ruolo dell’ente come interlocutore principale per il
confronto con le autorità competenti in materia di protezione della
fauna ittica. La Magnifica ha interesse di garantire la tutela del
patrimonio ittico nel proprio territorio in quanto titolare di
diritti di uso civico. Borgonovo Re ha chiesto come mai il ddl
riconosce una rappresentanza solo alla Magnifica e non agli altri
analoghi soggetti titolari di Usi civici.
Per
l’Associazione provinciale delle Asuc il presidente Roberto
Giovannini ha ricordato le 110 Asuc aderenti in gran parte del
territorio provinciale e ha chiesto la presenza di un proprio
rappresentante nel Comitato tecnico provinciale sulla pesca.
Per
Borgonovo Re andrebbe modificato anche l'articolo 10 della legge
vigente che viola il divieto di immissione di specie non autoctone
per evitare l'inquinamento ambientale. Dallapiccola giustifica la
scelta con l'attesa di una norma nazionale sull'argomento.
Assenti
tutti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che erano
stati invitati alle audizioni, il disegno di legge è stato
brevemente discusso dai consiglieri. Nerio Giovanazzi (Amministrare
il Trentino) ha preannunciato il proprio voto di astensione sul ddl
in Commissione, visto il via libera dato dagli auditi al testo (con
solo alcune modifiche proposte dai guardiapesca). E ha aggiunto di
riservarsi una valutazione degli emendamenti al ddl in aula.
Borgonovo
Re (Pd) ha assicurato la presentazione di alcuni emendamenti
sollevando il problema dell'articolo 10 della legge provinciale del
1978, non "toccato" da questo ddl. A suo avviso la norma
dovrebbe essere invece modificata perché, ha spiegato, permette alla
Provincia di autorizzare le immissioni di specie ittiche alloctone
(cioè non autoctone) nelle acque del nostro territorio. Questo aveva
reso possibile immettere a suo tempo nel fiume Adige una specie
aliena come la trota iridea. L'obiettivo era soddisfare la "fame
di pesca" dei pescatori trentini, senonché, ha osservato la
consigliera, questa specie non si ibrida con l'autoctona trota
marmorata, ma tende anzi a colonizzare gli spazi in cui viene
immessa. Il problema per Borgonovo Re è giuridico, perché un
decreto del Presidente della Repubblica, il 120 del 12 marzo 2003,
aveva vietato “la reintroduzione, l’introduzione e il
ripopolamento in natura di specie non autoctone”. Il divieto, ha
proseguito la consigliera, vale anche per le Province e le Regioni
autonome in virtù di una sentenza della Corte costituzionale che
aveva cassato una legge del Friuli, in quanto la competenza in
materia – aveva scritto la Consulta – è solo dello Stato. Il
rischio quindi, per Borgonovo Re, è che la Provincia si doti di una
legge che potrebbe essere impugnata davanti alla Corte
costituzionale.
L’assessore
Dallapiccola ha risposto che la scelta di non toccare l'articolo 10
della legge provinciale del 1978 è motivata da una norma nazionale
in fase ancora di elaborazione di cui si sta occupando la Conferenza
Stato-Regioni. Meglio quindi, per l'assessore, attendere l’intervento
legislativo statale per poi eventualmente modificare la norma
provinciale. Borgonovo Re ha ribattutto che allora basterebbe
prevedere in questo ddl una modifica dell'articolo 10 rinviando alla
normativa statale sull’argomento. Secondo Giovanazzi sarebbe invece
meglio attendere la nuova legge nazionale
Alessio
Manica (Pd) ha chiesto se chi immette nelle acque una specie non
autoctona commette un reato. Borgonovo Re è nuovamente intervenuta
per ricordare che il reato di “inquinamento ambientale” di un
ecosistema e della biodiversità anche agraria, della flora e della
fauna, è stato anche inserito nel codice penale. L’immissione di
specie alloctone per la “pronta pesca” richiede un'assunzione di
responsabilità della Provincia sulla tutela dell’ecosistema.
Dallapiccola ha ribadito che oggi come oggi è più saggio attendere,
perché è probabile che entro poche settimane si avrà una
definizione legislativa nazionale, impegnandosi a valutare la
proposta della consigliera di inserire nel ddl una norma che rinvii
alle disposizioni nazionali.
Anche
Lorenzo Ossanna (Patt) ha preannunciato un emendamento al ddl per
prevedere l'inserimento di un rappresentante delle Asuc nel Comitato
tecnico.
Il
presidente della Commissione Mario Tonina ha rinviato la conclusione
dell’esame del ddl ad un’apposita seduta prevista giovedì nella
pausa dei lavori del Consiglio in aula.