Consiglio provinciale, iniziato l'esame dei disegni di legge
Question time e risposte di oggi in aula
In allegato, l'ordine del giorno con la possibilità di accedere ai testi in discussione
Questa la sintesi delle 16 interrogazioni a risposta immediata discusse oggi in aula dal Consiglio provinciale.
Massimo Fasanelli
(Gruppo Misto)
Criteri adottati per
la promozione dei
territori
con i post su Facebook
Il consigliere chiede
quali siano i criteri adottati per la selezione dei post pubblicati
sulla pagina Facebook di Visit Trentino, se i vari territori della
provincia siano stati adeguatamente informati di questa opportunità
di promozione turistica, quale sia l'indotto economico generato dal
turismo in Vallagarina (alla quale tra il 1 aprile e il 31 luglio
sono stati dedicati solo 15 post, pari al 4,3% del totale) e quanto
incida sul bilancio provinciale.
La risposta.
L'assessore Dallapiccola ha
assicurato che dal punto di vista turistico la Vallagarina è stata
ampiamente promossa da Trentino Marketing. Il peso quantitativo della
Vallagarina nel turismo del Trentino è pari al 2,3%, ma i numeri, ha
aggiunto, sono sterili perché non rivelano che dal punto di vista
agricolo ed enogastronomico quest'area ha notevole importanza.
La replica. Fasanelli
ha apprezzato la risposta dell'assessore e ha auspicato che con la
pubblicità indotta dalla vittoria di una trentina al concorso per
miss Italia, anche l'immagine turistica della nostra provincia riceva
un nuovo impulso.
Claudio Cia (Gruppo
misto)
Sulla zanzara Anopheles
in Trentino e sui casi
di malaria
negli ultimi 5 anni
Cia ha chiesto di sapere
se sia possibile escludere senza ombra di dubbio che che in Trentino
sia presente la zanzara del genere Anopheles e in tal caso quali
informazioni si hanno per comprendere le modalità dell'infezione
mortale e, infine, quanti cittadini trentini e stranieri sono stati
trattati per malaria negli ultimi cinque anni e il numero dei
decessi.
La risposta.
L'assessore ha risposto
affermando che nel caso della bambina si stanno effettuando analisi
che richiedono tempo, Sulle anofele ha ricordato che sono presenti 16
specie di anofele, in Trentino e il progetto Lexen, finanziato dalla
Pat nel 2014 – 17 sono stati effettuati 49 campionamenti in 18
comuni e sono state analizzare 28.765 zanzare. Lo lo 0,34% di queste
sono risultate anofele e quindi c'è una presenza sporadica. Per la
malaria, pur essendo delle specie che rappresentano vettori secondari
la letteratura non fornisce elementi sulla loro capacità di
trasmettere la malaria. Ulteriori studi verranno fatti dall'Istituto
superiore di sanità, La Mach sta effettuando altri studi.
Cinquantuno sono stati i casi di malaria due dei quali mortali. Di
questi casi 18 hanno interessato cittadini trentini.
La replica. Il
consigliere ha detto di essere sorpreso del fatto che la tra le
possibilità è stata annoverata quella del contagio della bambina
con un ago pungi dito usato per il diabete. Una modalità, per Cia,
impossibile. Infine, il consigliere ha chiesto che i donatori vengano
messi in una situazione di attesa.
Marino Simoni (Progetto
Trentino)
Sul passaggio dalla
formazione
professionale
agli istituti di
istruzione
Simoni ha chiesto se
l'attivazione delle nuove modalità per passare dal terzo o dal
quarto anno della formazione professionale ad istituti di istruzione
senza esami di ingresso, vale per tutte le scuole professionali o
solo per il don Milani e l'Alberghiero di Rovereto. Vuole poi sapere
se i 20 posti attivati in questi istituti siano sufficienti per
garantire il prosieguo degli studi a tutti gli studenti interessati
e, infine, a quanto ammontano le risorse necessarie per l'attivazione
di percorsi nell'ambito degli stanziamenti dei capitoli di spesa per
il personale della scuola e se queste risorse esistono.
La risposta. Il
presidente Rossi ha risposto che in base alla delibera approvata
dalla Giunta il 1° settembre, il passaggio richiede una
progettazione concordata tra la scuola professionale e la scuola
superiore. Fin'ora le uniche scuole che hanno chiesto questo
passaggio sono, appunto, quelle dei due istituti di Rovereto. Nulla
vieta però che pervengano altre richieste per definire poi anche il
numero delle classi da coinvolgere in questi percorsi. I 20 posti
previsti fino ad oggi derivano dall'esperienza del “don Milani”
di Rovereto, ma il numero potrà essere aumentato come anche le
risorse (ad oggi la Provincia ha investito 220.000 euro).
La replica. Simoni
ha precisato di aver chiesto informazioni anche sul passaggio senza
esame integrativo dalle classi quarte alle quinte delle scuole
professionali alle superiori. In ogni caso ha giudicato positiva la
possibilità del passaggio dalle scuole tecniche ai licei.
Nerio Giovanazzi (AT)
Sull'impresa che ha
eseguito
male il ripristino di
una
pavimentazione stradale
In merito al ripristino
mal eseguito della pavimentazione nel tratto iniziale della rotatoria
lungo la strada che che da Sarche porta a Ponte Olivetti, problema
che mette in pericolo soprattutto chi transita in bicicletta,
Giovanazzi chiede la ragione dell'opera lavori, l'impresa da cui è
stata realizzata, il nome del direttore dei lavori e se la Giunta
intende intervenire per riportare la situazione alla normalità e
garantire la sicurezza.
La risposta. Il
presidente Rossi ha riferito che gli uffici competenti si sono già
attivati presso il Comune di Madruzzo, anche se i tempi della
ri-bitumatura completa che crea pericolo non sono ancora definiti.
La replica. Giovanazzi
ha segnalato che il terreno è stato lasciato a riposo per circa un
anno e mezzo, sufficiente perché il terreno si assestasse. Quindi
ora i lavori si possono sicuramente effettuare.
Claudio Civettini
(Civica Trentina)
Sui test di ammissione
per il numero
chiuso all'università
Il consigliere chiede se
per l'accesso all'università di Trento si stia registrando una
crescita di selezioni a numero chiuso e in quali facoltà e termini,
se si condivida che non è con i test che si fanno emergere i
talenti, se si intende rivedere questo sistema per introdurre una
forma di selezione diversa, da effettuare nel corso del primo anno
accademico perché emergano gli studenti che meritano di andare
avanti.
La risposta.
L'assessora Ferrari ha
precisato che all'università di Trento negli ultimi due anni le
selezioni per il chiuso non sono cresciute ma sono risultate stabili.
Quanto alla seconda domanda, la scelta organizzativa del numero
chiuso compete ala cda dell'Università di Trento e ad oggi non c'è
motivo di suggerire la revisione di questa regolamentazione
d'accesso. Innanzitutto perché siamo in presenza di una sospensiva
del Tar e non di una sentenza definitiva. I numeri attuali dicono che
a fronte di 3.600 posti disponibili vi sono circa 9.000 domande, vale
a dire 2,6 candidature in media per ciascun accesso. Tuttavia in
tutta Italia ogni ragazzo può iscriversi ai test di accesso di più
atenei e a Trento vi è chi prova l'ingresso in 4 facoltà diverse.
Questo sistema si regge su una dinamica nazionale e quindi Trento non
può fare da solo un passo indietro su questo sistema di ammissione.
Diverso sarebbe se la sentenza del Tar di Milano dovesse condannare
questo sistema, perché questo aprirebbe una riflessione a livello
nazionale. E in questo caso anche la Provincia e l'università di
Trento ragioneranno sulla possibilità di un sistema più
democratico. I posti sono funzionali alla disponibilità di aule e
docenti ma anche dei servizi offerti. Oggi la valutazione degli
atenei è una ragione della capacità di attrazione degli studenti.
Sono calati gli studenti che abbandonano e i fuori corso e chi si
iscrive all'università oggi è più motivato a completare il
percorso con successo, vale a dire laureandosi. I tassi di
occupazione di laureati all'università di Trento dimostrano che
l'attuale sistema a numero chiuso sta funzionando bene.
La replica. Civettini
ha ribadito la domanda circa la capacità del test di evidenziare le
capacità e qualità degli studenti. Meglio sarebbe adottare un
sistema meritocratico con alla base un accesso libero perché alla
laurea arrivino effettivamente gli studenti migliori per una
determinata facoltà. Sarebbe opportuno poter iniziare un percorso
per il quale si è motivati a prescindere dai test di ammissione che
spesso mortificano questi studenti.
Mario Tonina (UpT)
Anticipare i lavori per
completare la ciclabile
Sarche-Giudicarie
Tonina ha chiesto se
l'intervento riguardante il collegamento con l'abitato di Sarche
della pista ciclopedonale delle Giudicarie, per realizzare il quale
l'inizio dei lavori è previsto nel giugno 2019, può essere
anticipato, mettendo in sicurezza del tratto di strada interessato,
per evitare il pericoloso transito delle biciclette dalle strade
statali 37 e 45 bis, che oltretutto rallentano il traffico, visto che
la Provincia ha comunque impegnato gran parte delle risorse.
La risposta.
L'assessore Dallapiccola ha promesso di impegnarsi a verificare entro
la fine di quest'anno se sarà possibile anticipare al 2018 i lavori
che dovrebbero iniziare nel giugno del 2019.
La replica.
Tonina ha apprezzato l'impegno preso da Dallapiccola, ricordando che
in tal modo si potrà anche andare verso il completamento del
circuito rendendo sicuro il percorso che dall'Alto Garda porta verso
le Giudicarie. La Provincia ha investito molto e si tratta ora di
completare le ciclabili con interventi anche poco onerosi da prendere
in considerazione
Lucia Maestri (PD)
Anno della cultura,
la Pat presenterà
progetti?
La
consigliera ha chiesto alla Giunta se sia stata programmata qualche
proposta a livello locale per l'anno Europeo del patrimonio
culturale, se sarà possibile organizzare qualche progetto
coinvolgendo le scuole trentine e se sia stata valutata la
possibilità di partecipare al bando per le iniziative
transnazionali.
La risposta.
L'assessore Dallapiccola ha
segnalato che in autunno è prevista da parte della Provincia la
pubblicazione di un bando con un budget di 5 milioni di euro del
Programma Europa Creativa, riservato al finanziamento di progetti
transnazionali relativo alla realizzazione di attività connesse
all'Anno europeo del patrimonio culturale. Per questo è previsto un
co-finanziamento massimo della Commissione di 200.000 euro per
ciascun progetto. I dettagli del bando, ad oggi, non sono ancora
noti, ma è stato anticipato che si focalizzerà sugli aspetti
educativi e sulle giovani generazioni, sul patrimonio culturale
comune dell'Europa anche come opportunità di sviluppo economico.
Quando saranno ufficializzati termini e modalità del bando la
Provincia sarà parte attiva nel valutare le più opportune modalità
per parteciparvi e per contribuire, con propri progetti, alle
finalità indicate. L'Anno europeo sarà lanciato ufficialmente il 7
e l'8 dicembre 2017 durante il Forum europeo della cultura che si
terrà a Milano. Ancora, la rete Errin (European Regions Research and
Innovation Natwork), di cui la Provincia è partner e a cui sta
collaborando, intende organizzare un evento sul tema dell'identità
europea con il coinvolgimento dei musei storici e della guerra.
L'evento avrà luogo nel 2018 inserendosi nel contesto dell'Anno
europeo del patrimonio culturale e del 100° anniversario della fine
della Grande Guerra. Quanto al comitato europeo delle regioni, la
Provincia sta valutando la possibilità di proporre un'attività o un
progetto nell'ambito delle iniziative che il Comitato promuoverà nel
quadro dell'Anno europeo del patrimonio culturale. Inoltre è
prevista la partecipazione ad Art Lab 17 che si terrà a Mantova il
28-29 settembre (tra 15 giorni) dedicato al tema dell'Anno europeo
del patrimonio culturale. Entro fine ottobre
La replica. Maestri
ha sottolineato che “il Consiglio è purtroppo estraneo alle
strategie della Giunta per l'utilizzo dei fondi europei. Ed è
disarmante – ha proseguito – dover presentare un'interrogazione
per sapere se la Giunta ha o non ha una strategia. Se non fosse stata
presentata quest'interrogazione a risposta immediata e non vi fosse
stata una risposta, l'assemblea legislativa sarebbe rimasta
all'oscuro di queste scelte”.
Walter Kaswalder
(Misto)
Camere miste
l'assessorato cosa
intende fare?
Il
consigliere ha chiesto quali direttive siano state date ai direttori
degli ospedali per evitare le camere miste. E se l'assessorato alla
salute sia informato sul fatto che queste situazioni sono molto
frequenti e quali iniziative intenda adottare per evitarle.
La risposta.
L'assessore Zeni ha ricordato
che ordinariamente nei reparti degli ospedali trentini questa
separazione è prassi anche se può capitare in situazioni
eccezionali, per fronteggiare le quali garantendo la privacy si
ricorre all'inserimento di tende divisorie all'interno delle camere.
L'indicazione data dalla Provincia e dall'Apss prevede comunque il
rispetto della divisione tra stanze maschili e stanze femminili.
Certo, ha riconosciuto Zeni, in un ospedale con la logistica del S.
Chiara vi possono essere casi in cui pazienti di genere diverso
vengono ricoverati assieme, ma solo perché si tratta di soluzioni
inevitabili per dare risposte a chi ne ha la necessità.
La replica. Kaswalder
ha assicurato che l'inserimento di uomini e donne nella stessa camera
negli ospedali del Trentino non è affatto un'eccezione ma è ormai
diventata una prassi, e ha sollecitato l'assessore a cercare una
soluzione perché – ha concluso – vi sono persone
ultracinquantenni che di questa separazione degli spazi hanno
assoluto bisogno.
Filippo Degasperi (5
Stelle)
Quali incentivi
per l'acciaieria
di Borgo?
Il
consigliere ha chiesto alla Giunta di sapere di quali incentivi e
contributi Pat ha finora beneficiato lo stabilimento siderurgico di
Borgo; quali sono gli interventi previsti dal programma di
investimento, come giudichi la Pat il piano industriale e se ci sia
l'intenzione di intervenire con ulteriori incentivi.
La risposta.
L'assessore Olivi ha risposto
che per la riapertura del sito vi era stato un contributo finanziato
nel 2009 con 236.000 euro, che aveva posto come condizione il
mantenimento di tutta l'occupazione. Vi è stata in seguito la
concessione di un contributo di 2.607.112 euro a sostegno di un
investimento ambientale programmato dall'azienda per migliorare le
tecniche di aspirazione e abbattimento delle polveri. Contributo che
però, ha precisato Olivi, non è mai stato erogato perché la
società beneficiaria aveva presentato istanza di concordato nel
2013. Intanto vi era stato un affitto d'azienda da parte della Leali
Steel, cui non è erogato il contributo concesso. Il 21 giugno scorso
il tribunale di Trento ha aggiudicato ad Acciaierie Venete l'affitto
dell'azienda che avrà durata otto mesi. L'eventuale erogazione del
contributo concesso dalla Provincia potrà avvenire, ha ricordato
Olivi, solo a tre condizioni: la definitività del titolo di
proprietà dei beni aziendali, la verifica della realizzazione degli
investimenti per la protezione ambientale, e l'avvio di una domanda
ad oggi non ancora perfezionata. L'assessore ha segnalato poi che la
Provincia non possiede un piano industriale perché Acciaierie Venete
non l'ha presentato. Di certo si sa solo che la società aveva
proposto 40 milioni di euro per l'acquisto dello stabilimento e si
era impegnata ad assumere i 102 lavoratori dell'azienda.
La replica. Degasperi
si è augurato che questo piano industriale lodato da qualcuno sui
giornali arrivi anche all'attenzione della Provincia. Interessa
soprattutto capire, ha aggiunto, cosa la proprietà ha intenzione di
fare, perché per ora si hanno solo inadempienze rispetto agli
impegni assunti in termini ambientali, con lo sforamento dei limiti
dell'utilizzo di sostanze inquinanti e con due proroghe
conseguentemente concesse dalla Provincia. Ma per Degasperi il tempo
delle proroghe e degli sforamenti “consensuali” oggi è finito.
Dalla lettura del piano industriale che Degasperi ha invitato a
reperire, dovrebbe emergere la conclusione di questo stillicidio di
inadempimenti e sforamenti.
Giuseppe
Detomas (Ual)
Sull'ipotesi
di
chiudere
al traffico
anche
Passo Carezza
Il
consigliere vuole sapere se sia fondata la notizia fornita da alcuni
quotidiani locali secondo la quale si vorrebbe allargare anche al
Passo Carezza “l'esperimento" di quest'estate di chiusura del
Passo Sella ai veicoli motorizzati per nove mercoledì. Ciò
comporterebbe gravi effetti negativi sui collegamenti con la val di
Fassa, apertamente contraria a quest'ipotesi. Detomas chiede inoltre
se la Giunta abbia intenzione di studiare qualche ipotesi di
limitazione del traffico su questo passo, se siano stati sentiti su
questo punto gli amministratori locali e se si conoscano proposte
avanzate al riguardo dalla Provincia di Bolzano.
La
risposta. Il Presidente Rossi
ha telegraficamente fugato ogni dubbio circa le intenzioni di
chiudere o limitare il traffico sul Passo Carezza.
La
replica. La risposta conforta
molto me e tutta la valle di Fassa, ha replicato Detomas: avere due
città di riferimento, ovvero Trento e Bolzano, anziché una è
sempre stato un nostro punto di forza.
Gianpiero
Passamani (UpT)
Sul
contenimento dei
cinghiali
e gli agricoltori
danneggiati
in Valsugana
Visti i
danni crescenti causati all'agricoltura dai cinghiali soprattutto
nell'Alta Valsugana, il consigliere vuole sapere quanti ne siano
stati abbattuti e si preveda di abbatterne, come si intenda agire per
contenere la popolazione di questi animali in quest'area, quali siano
gli orientamenti del Comitato faunistico provinciale e le misure per
indennizzare gli agricoltori danneggiati.
La
risposta. L'assessore
Dallapiccola ha chiarito che in Provincia di Trento si è sempre
assunto un procedimento responsabile che esclude il suide dalla
cacciabilità privata. La Provincia di Bolzano ha certificato che
l'anno scorso ha abbattuto 9 cinghiali, mentre noi ne abbiamo
abbattuti nello stesso anno 300, 50 dei quali nella sola Valsugana.
Quest'anno in particolare nella zona delle Vezzene e sinistra Brenta
abbiamo implementato in via transitoria l'azione della forestale con
l'intervento dei cacciatori. Per quanto riguarda i danni sotto soglia
sono previsti interventi diretti da parte dell'ente gestore della
caccia, e dal 2008 sono stati erogati complessivamente 107.000 euro
(54 per danni da pascoli, 36 ai prati e il resto per danni a
coltivazioni di mais e viti). Nella zona della Valsugana sono state
messe in campo tutte le azioni possibili e le risultanze le
valuteremo a tempo debito.
La
replica. Soddisfatto della
risposta il consigliere Passamani, che ha sollecitato a tenere alta
l'attenzione su questo problema, auspicando una soluzione positiva.
Walter
Viola (Progetto Trentino)
La
Provincia deve tutelare
le
organizzazioni di volontariato
dalla
riforma nazionale del settore
Viola chiede
chiarimenti sull'applicazione nel nostro territorio del decreto
legislativo del 3 luglio scorso, che introducendo il Codice del Terzo
Settore prevede per le organizzazioni di volontariato un determinato
rapporto tra numero di volontari e numero di lavoratori retribuiti.
La definizione di questo rapporto escluderebbe molte organizzazioni
di volontariato attive nella nostra provincia dall'iscrizione al
registro unico nazionale, perché da noi il personale retribuito può
anche prevalere su quello non retribuito. Viola chiede quindi come si
intenda salvaguardare le organizzazioni di volontariato locali e il
peculiare sistema di welfare del Trentino, che vede l'impegno
gratuito e insostituibile dei volontari per assicurare alcuni servizi
fondamentali.
La
risposta. Il presidente Rossi
ha chiarito che la clausola di salvaguardia ha una portata tale da
richiedere la necessità di un ulteriore approfondimento, sia per
quanto riguarda i decreti attuativi che la possibilità di procedere
con una norma di attuazione ad hoc o legiferare autonomamente, previo
accordo con il governo. Tre modi di affrontare il problema che
giustamente il consigliere ha sollevato. C'è un focus di attenzione
particolare per quella quta di volontariato quale quello decisivo
dlele scuole dell'infanzia che da un punto di vista di approccio
politico è intenzione unanimen salvaguardare. Abbiamo circa 18 mesi
per fare delle riflessioni ulteriori dichiarando fin d'ora la
disponibilità a mettere in campo anche interventi legislativi ad
hoc.
La
replica. L'intenzione era
proprio quella di sollevare la questione, ha chiarito Viola perché
luglio è comunque vicino. Questa è in ogni caso l'ennesima riprova
che quando lo stato interviene su questioni importanti a livello
nazionale, non ha un occhio di riguardo per le autonomie e le nostre
peculiarità. In questo caso, ha notato, le norme incidono sul terzo
settore che è uno dei forti motivi della nostra autonomia perché
funziona e funziona particolarmente bene.
Donata
Borgonovo Re (PD)
Buonconsiglio
a che
punto è
l'ascensore?
La
consigliera ha chiesto alla Giunta di sapere a che punto si trova il
progetto, atteso dal 1992, per realizzare un ascensore nel castello
del Buonconsiglio a Trento. Donata Borgonovo Re, inoltre, ha chiesto
se ci sono stati reclami da parte di turisti o associazioni di tutela
dei disabili.
La
risposta. Ha risposto
l'assessore Dallapiccola, chiarendo che il progetto commissionato
dalla Soprintendenza è ancora in fase di studio perché risulta
assai complessa la valutazione dell'opera nell'impatto che dovrebbe
facilitare gli accessi e insieme compromettere il meno possibile la
qualità dell'immobile. Tra gli elementi sopraggiunti la
riqualificazione di piazza della Mostra e la riconsiderazione del
percorso di accesso al Castello. Quanto a reclami si segnalano solo
alcune alcune email di richiesta o meno della presenza di forme di
facilitazione della visita.
La
replica. Borgonovo Re ha
chiesto copia della risposta e si è detta contenta di sapere che
l'associazione Handicrea verrà nuovamente coinvolta in quello che si
spera non sia l'ennesimo rinvio: se verranno prospettate soluzioni
migliori che tutelino la struttura e nel contempo facilitino
l'accesso saranno ben accolte.
Piero De
Godenz (UpT)
Lupi, la
Pat
come
difende
gli
allevatori?
Il
consigliere chiede alla Giunta se intenda condividere con la
Provincia di Bolzano iniziative per proteggere gli allevatori dai
danni provocati dal lupo e se intenda avviare azioni specifiche per
evitare che la situazione sfugga di mano. Una situazione che
preoccupa molto la popolazione locale.
La
risposta. Ha risposto
l'assessore Dallapiccola spiegando che la Giunta sta procedendo in
costante accordo con Bolzano. Tuttavia, diversa è l'esternazione di
natura politica del presidente Kompatscher che ha dichiarato di voler
uscire dai progetti WolfAlp e LifeUrsus, che personalmente non ho
ascoltato. Nel mentre sul livello europeo e nazionale si sta
spingendo sul controllo della specie dall'altra in Trentino e anche
in Alto Adige ci sono dei reali problemi. Ci sono alcuni ingredienti
che mitigano i danni che, ha detto per inciso Dallapiccola, vengono
pagati al 100%: mettere gli animali nel recinto, prendere un pastore
e sobbarcarsi nuove spese. Siamo molto contrariati per questa
situazione, ha aggiunto, perché a questo punto possiamo solo
prevenire e mitigare i danni, ma non controllarli a priori, con
un'impotenza di fondo della politica che, ha rassicurato, sta
lavorando a tutti i livelli per avere una legge anche attraverso
contatti con Bruxelles.
La
replica. La convergenza con
Bolzano fa piacere, ha notato De Godenz, così come la volontà di
avere un controllo del territorio ed agire per gestire le nostre
montagne e arginare il fenomeno. Le nostre montagne sono un
patrimonio unico che dobbiamo tutelare in maniera convinta e
congiunta, ha detto.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina)
Perché
in emodialisi
si sono
ridotti
gli
infermieri?
Il
consigliere ha chiesto di sapere il perché della scelta di ridurre,
per quanto riguarda l'emodialisi, il rapporto infermieri–pazienti
da 1 a 3 a 1 a 4. Borga chiede se questa riduzione non comporti,
oltre ad un maggior carico per gli infermieri, il peggioramento del
servizio e della qualità dell'assistenza con rischi per la sicurezza
dei pazienti e degli operatori.
La
risposta. L'assessore Luca Zeni
ha chiarito che una delibera della Giunta del luglio scorso chiariva
gli standard minimi generali da non ridurre per garantire la qualità
del servizio. I parametri minimi sono costruiti sulla base di robuste
esperienze di valutazione e non per motivi di risparmio economico. Pe
ri diversi reparti e diverse figure professionali, questi parametri
sono vincolanti e tali da soddisfare sicurezza, efficacia e
assistenza al paziente e di solito sono superiori a quelli adottati
da altre regioni. Per l'emodialisi i criteri di dotazione di
personale rislagono agli anni '80 e da allora l'evoluzione del
trattamento e delle tecnologie hanno velocizzato e conseguientemenet
comportato la riduzione del personale. Diverse regioni hanno
rivalutato i parametri di personale e rivisto gli standard tenendo
conto delle valutazioni dei clinici settore per settore. Ciò non
toglie che la situazione sarà oggetto di costante monitoraggio.
La
replica. La risposta
dell'assessore è ovvia, ha notato Borga, ma le decisioni sono state
prese senza sentire la categoria ed è innegabile che ci sia stato un
taglio, pari al 25%, delle risorse umane. Speriamo, ha aggiunto, che
ci sia un'attenzione e un approfondimento sentendo anche i
rappresentanti degli operatori che dovranno dare seguito a queste
nuove direttive.
Maurizio
Fugatti (Lega Nord)
Quando
riaprirà
il Punto
nascite
di
Cavalese?
Il
consigliere ha chiesto alla Giunta, visto che dopo mesi di proclami e
rassicurazioni il Punto nascite di Cavalese rimane chiuso, quale sia
la situazione dello stesso Punto nascite, dei reparti di ginecologia
e pediatria, quale personale specialistico sia presente e quando ci
sarà la riapertura.
La
risposta. L'assessore Luca Zeni
ha brevemente riepilogato le motivazioni che hanno portato alla
deroga da parte del Ministero che ha a che fare con la collocazione
orografica in zona svantaggiata del punto nascite in questione. La
Pat si è mossa in due direzioni: verso gli standard, istituendo
anche un tavolo di confronto con le regioni interessate per
presentare al Ministero una proposta di standard ad hoc e verso la
ricerca di personale tramite l'utilizzo di tutte le procedure
previste, azione che non è mai cessata ed è tuttora in corso.
Attualmente ci sono due dirigenti medici pediatri un direttore due
dirigenti medici 5 infermieri e 7 ostetriche per ginecologia. Una
volta che le procedure avranno portato all'individuazione delle
figure necessarie verrà completata l'equipe e sarà riaperto il
punto nascite di Cavalese. I numeri dal 1 gennaio al 31 agosto
dicono che ci sono stati 116 colloqui in percorso nascita e 97 nati
in val di Fiemme e 54 colloqui e 44 nati in val di Fassa per un
totale di 143 nati tra Fiemme e Fassa.
La
replica. Resta il dubbio che ci
sia la volontà di non riaprire, ha replicato Fugatti. Staremo a
vedere.
Il Consiglio provinciale prosegue i lavori con l'esame del primo dei sei disegni di legge all'ordine del giorno, dedicato alla lotta allo spreco e al recupero delle eccedenze alimentari e non alimentari.