Questa mattina nell'aula del Consiglio provinciale
Respinta la mozione di Borga sulle vaccinazioni e ratificata la delibera sulla Via
Nella foto, genitori che gremiscono la tribuna riservata al pubblico
La
seduta del consiglio di oggi, alla quale ha assistito un folto gruppo
di genitori contrari all’obbligo vaccinale, si è aperta con la
discussione della mozione di Borga sui vaccini che è stata respinta
con 10 sì, 15 no, due astenuti. La richiesta, in sintesi, era quella
di introdurre, sull’esempio di Bolzano, una fase transitoria per
l’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione dei bambini agli
asili e alle scuole d’infanzia.
A seguire il Consiglio ha ratificato all'unanimità una delibera con cui la Giunta provinciale ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale un decreto legislativo considerato lesivo dell'autonomia del Trentino in materia di Via.
No alla mozione che chiedeva un periodo transitorio per l'applicazione dell'obbligo vaccinale.
Borga
ha detto che di non voler proporre deroghe o proroghe sul modello
veneto o lombardo. “Noi vogliamo - ha affermato il consigliere -
sollecitare una corretta interpretazione della norma vigente
improntata al buon senso. Non a caso si prende ad esempio l’Alto
Adige”. La questione, ha continuato, è quella dei bimbi non
vaccinati e la preoccupazione è di evitare che, dopo qualche mese,
siano mandati a casa dai nidi e dalle materne. Le ragioni che
militano a favore della soluzione di Bolzano, ha detto Borga, sono il
buon senso, la delicatezza del tema e la legittimità del decreto che
è al vaglio, in base al ricorso della Regione Veneto e altri ce ne
saranno, della Corte costituzionale. Quindi, questa norma potrebbe
essere ritenuta illegittima, e in questo caso si creerebbero problemi
gravi per asili nido e materne perché i bimbi esclusi non potrebbero
essere risarciti. Non sembra esserci poi, ha detto Borga,
un’emergenza, come ha detto da Gentiloni, salvo forse per morbillo
ma circoscritta alla Toscana. La posticipazione della sanzione di un
anno, che non riguarda l’applicazione della legge che c’è e va
rispettata, quindi, sembra logica. Un anno di transizione poi,
servirebbe ad una maggiore informazione, indispensabile per
raggiungere l’obiettivo che si pone la stessa legge Lorenzin. Una
proposta, quella della mozione, che pare conforme allo spirito stesso
della legge. Non a caso il Governo è intervenuto nel caso di Veneto
e Lombardia, ma non nei confronti di Bolzano. Quindi, ha concluso
Borga, la proposta è semplicemente quella di invitare la Giunta a
applicare la legge. Di fare qualcosa che non solo si può fare, ma si
deve fare.
Anche
Massimo Fasanelli (Misto) ha detto che la mozione non entra nel
merito delle vaccinazioni ma invita a fare una scelta politica per
rendere meno problematico, anche dal punto di vista organizzativo, il
percorso delle vaccinazioni. Tra l’altro, ha aggiunto, anche
invocare un’emergenza sanitaria non ha senso perché questa, se ci
fosse, interesserebbe anche i bambini delle elementari. Attendere poi
le decisioni della Consulta, poi, non costa nulla e forzare non serve
a nessuno.
Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha affermato che la vicenda è nata da un
decreto di un ministro di un governo che nessuno ha votato e nel cui
programma non c’è un intervento come quello sui vaccini. Non si
capisce poi perché un decreto, quando non c’è un’emergenza
sanitaria come dice la stessa legge. Gli obiettivi non sono quindi
sanitari ma solo politici. Tra l’altro, rispetto alla prima
stesura, il ministro, grazie anche alle divisioni della maggioranza,
ha fatto marcia indietro. Sono comunque rimaste l’obbligatorietà
di un numero di vaccini senza pari in Europa. L’intervento, sempre
secondo Degasperi, poi contraddice la Carta costituzionale che apre a
tutti la scuola. Ma contraddice anche lo spirito della Pat che parla
di inclusione totale nelle scuole trentine dei bambini, a partire, ha
ricordato, da quelli dagli 0 ai 6 anni quelli che subirebbero le
esclusioni. C’è poi una discriminazione sulla privacy, al punto
che sugli armadietti dei bambini non conformi sono apparse delle
buste aperte che permettono di identificarli. Infine, ha ricordato,
nel 2006 si era messo il Trentino all’avanguardia evitando
l’obbligatorietà delle vaccinazioni come ha riconosciuto il dottor
Pedrotti.
Gianfranco
Zanon (UpT) ha detto che una fase transitoria si dimostra
obbligatoria, perché il metodo adottato dal governo non va bene.
L’obbligo, non motivato da emergenze sanitarie, cozza contro la
necessità di dare maggiori informazioni alle famiglie. Giacomo Bezzi
(FI) ha ribadito che si tratta di una proposta di buon senso che va
presa in considerazione anche perché l’Autonomia ha senso se si
modificano le scelte fatte a livello nazionale. Il Trentino, come ha
fatto Bolzano, dovrebbe avere la dignità di difendere l’autonomia
frenando questa forzatura del Governo.
Nerio
Giovanazzi (AT) ha detto che un braccio di ferro è diventato solo
politico non ha senso ed ha auspicato una soluzione unitaria.
Maurizio Fugatti (Lega) ha affermato di non essere tifoso di una
parte o l’altra. Ha affermato di non essere contro i vaccini, come
la maggioranza delle persone, ma il decreto Lorenzin, ha aggiunto, è
stato fatto senza che ci sia una situazione di rischio. Inoltre ci
sono 15 paesi in Europa dove l’obbligo non c’è. Quindi, ci sono
domande alle quali si dovrebbero dare risposte anche per evitare di
aumentare le paure. Un anno di transizione, perciò, potrebbe servire
anche a fare informazione.
Il
Presidente Rossi ha presentato la posizione su un tema che la Giunta,
ha detto, ha voluto affrontare senza guardare a tattiche parlamentare
e scadenze elettorali e politiche. “Non ci interessa nulla – ha
detto -, anche se le elezioni fossero domani mattina avrei esposto la
posizione attuale dalla Giunta dettata da una considerazione che
siamo in una Provincia autonoma che ha saputo sviluppare la sua
autonomia non sulla base di rivendicazioni estemporanee, ma sempre
sulla base di un attenta analisi giuridica e del rispetto dei dettami
della Costituzione. Se l’autonomia non avesse fatto così e avesse
fatto rivendicazioni estemporanee per la non applicazione della
legge, come hanno fatto altre regioni, l’autonomia sarebbe a
livello di altre autonomie speciali che non hanno visto uno sviluppo
positivo. Noi ci fondiamo sulla Costituzione e se un autonomia mette
in discussione questo principio l’autonomia speciale ha davanti una
storia triste e pericolosa. Noi affrontiamo questa, ha concluso, cosa
senza riferimenti politici o ideologici, ci occupiamo solo di una
legge dello stato che è stata fatta in base ai principi che tutelano
la nostra autonomia”. Lo si è fatto ha detto Rossi, in modo
trasparente adottando una delibera e la Giunta ha scelto
responsabilmente che la responsabilità fosse di un dirigente o di un
Azienda sanitaria. La Giunta, ha detto ancora, ha cercato di
coniugare il rispetto della legge con il buonsenso. Disciplinando
l’esecuzione di una legge cercando di informare, ridurre al minimo
gli adempimenti, ragionare su cosa potrebbe succedere con
l’applicazione pedissequa della legge che prevede che dal 12
settembre l’esclusione dei bambini. Per dare l’esecutività si è
deciso di mettere in condizione il cittadino singolarmente
dell’inizio del procedimento. Da domani le scuole consegneranno ai
genitori il modulo con quale si avvisa che è stata individuata la
difformità con la legge. Entro 21 settembre si farà un’altra
verifica per verificare l’esito dell’avviso. Se sarà disatteso
partirà una procedura con una raccomandata rr che avrà dei tempi di
30 giorni. Ciò significa, ha detto Rossi, che il termine di fatto
scade al termine dei 30 giorni dal ricevimento della Rr per prenotare
le vaccinazioni. I numeri oggi so o questi: da 0 a 3 anni ci sono 11
mila 432 bambini vaccinati o hanno chiesto la conformità; ce ne sono
13.729 da 3 ai 6 anni. Circa 907 nella fascia da 0 a 3 anni risultano
non conformi e 745 dai 3 a sei anni. “Attenzione, ha concluso, a
mettere in discussione i principi fondamentali del diritto, perché
la legge deve tutelare tutti compresi quelli che hanno deciso di
rispettarla convinti o no”. In Provincia di Bolzano, ha continuato
inoltre, non sono state fatte delibere, ma solo un comunicato e non
pare, secondo Rossi, un modo corretto di operare.
Borga
ha replicato in modo deciso dicendo che le parole di Rossi non
c’entrano nulla sulla questione. Il consigliere ha aggiunto che la
mozione presuppone anzi di chiedere l’applicazione della legge.
Borga ha poi attaccato Rossi per la critica alla Giunta altoatesina
ed ha ribadito che, di fatto, si è di fronte ad una scelta politica
di escludere bambini che hanno fatto richiesta di vaccinazione. La
mozione è conforme alla legge come sta accadendo in Alto Adige. Il
provvedimento eventuale di buttare fuori i bambini, ha detto con
forza, verrà impugnato e l’autonomia subirà un ulteriore scorno.
Bolzano, anche in questo caso, dovrebbe essere imitato non criticato.
Con il provvedimento della Giunta, ha continuato, siamo più realisti
del re, il che contraddice la scelta di fare un’infinità di
impugnative su norme che non rispettano la Costituzione. “Alla fine
– ha detto – non butterete fuori nessuno e sarete costretti a
fare come Bolzano”. La scelta, contrariamente a quello che ha detto
Rossi, è solo politica.
Il
Presidente Rossi ha replicato affermando che la Pat ha deciso di applicare
questa legge con una disciplina di esecuzione. Una legge che è
entrata ufficialmente la campagna elettorale ma che è chiara. Le
cose da fare, quindi, sono vaccinare i bambini o prenotarsi per un
appuntamento dove si possono presentare le proprie ragioni sanitarie
che verranno approfondite dall’Azienda sanitaria. C’è tutto il
tempo per informarsi, per fare gli atti e confrontarsi con l’Azienda
sanitaria, ma alla fine si deve sapere che ci sono le sanzioni. Anche
in Provincia di Bolzano in corso d’anno dovranno prendere una
decisione.
Civettini
(Civica Trentina) ha criticato duramente i consiglieri che si sono
pronunciati a favore dei no – vax e oggi non erano presenti in
Aula.
In
replica Degasperi ha detto che la mozione, che ha votato, posticipa
solo quello che accadrà: l’obbligatorietà delle vaccinazioni per
iscrivere i bambini agli asili. Un fatto, inoltre, ha aggiunto in
consigliere 5 Stelle, che rappresenta un caso evidente della mancanza
di trasparenza dei partiti nei confronti dei cittadini perché nel
2013 nessuno ha detto che voleva imporre le vaccinazioni. Anche
Degasperi ha sottolineato il silenzio e l’assenza di consiglieri di
maggioranza che hanno condiviso le posizioni della mozione. Bezzi ha
auspicato che su temi così delicati servirebbe meno tecnicismi e più
buon senso dando alla famiglie i tempi per informarsi. E comunque,
alla fine di un percorso si informazione, i bambini non vaccinati che
saranno una minoranza, dovrebbero avere la possibilità di iscriversi
a scuola.
Claudio
Cia (Misto) ha detto che se la mozione avesse detto un no ai vaccini
non l’avrebbe appoggiata perché le evidenze scientifiche non
possono essere messe in discussione. Ma le paure sono diffuse e un
periodo transitorio servirebbe a informare, a far capire a fondo il
perché di queste imposizioni che sembrano motivate da motivi
sanitari che il Governo non vuole svelare. L’allarme poi deriva
dalla mancanza di informazione sulla sicurezza che hanno raggiunto i
vaccini. Fugati ha concluso affermato che il dibattito non ha portato
la chiarezza richiesta.
Ratificata
all'unanimità in aula l'impugnativa contro il decreto che sottrae
alcune competenze della Provincia sulla Via
Respinta
la mozione di Borga sulle vaccinazioni obbligatorie, il Consiglio
provinciale ha ratificato con voto unanime (27 voti) la delibera con
cui la Giunta ha deciso di impugnare davanti alla Corte
costituzionale il decreto legislativo del governo (il 104 del 2017)
in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via). Il
provvedimento contestato da piazza Dante, recepisce una direttiva
europea che modifica la ripartizione di alcune competenze su
determinati progetti pubblici e privati sottoposti alla Via,
imponendo alle Regioni alle Province autonome e alle altre di
adeguare le proprie norme e i propri regolamenti a questo
trasferimento di poteri.
Nell'illustrare
la delibera, il presidente Rossi ha precisato che impugnare una
normativa non significa non applicare una legge dello Stato. “In
questo caso – ha spiegato – la legge è già entrata in vigore ma
abbiamo deciso di impugnarla per chiedere alla Corte costituzionale
di valutare se ha violato o meno alcune prerogative dell'autonomia
speciale del Trentino”. Per il presidente questo demandare a
livello centrale le valutazioni di impatto ambientale su progetti che
richiedono un procedimento molto attento, non fa che rallentare i
tempi e le procedure burocratiche che bloccano spesso lavori pubblici
importanti. In tema di Via secondo Rossi la competenza della
Provincia va salvaguardata fino in fondo, anzi, chiediamo una
competenza ancora più ampia sull'ambiente per tagliare
definitivamente la testa al toro su questo argomento.
Per
Progetto Trentino Marino Simoni ha motivato il voto favorevole alla
delibera del gruppo da lui guidato, perché un eccesso di “interventi
a gamba tesa” del governo su queste materie viola il nostro statuto
di autonomia.
Filippo
Degasperi (M5s) ha aggiunto che sarebbe auspicabile che le giuste
osservazioni contenute nella delibera fossero fatte conoscere dai
nostri parlamentari trentini nelle aule in cui siedono, anche per
evitare una continua sequenza di impugnative. “Si parla sempre di
governo amico – ha osservato Degasperi – ma poi ci dobbiamo
scontrare contro chi in questo governo non riconosce la nostra
autonomia”. L'esponente pentastellato ha ricordato che se la
riforma costituzionale fosse stata confermata dal referendum del 4
dicembre scorso, sostenuta anche dalle forze di maggioranza in
quest'aula, l'autonomia si sarebbe vista sottrarre dallo Stato molte
e importanti competenze.
Claudio Civettini (Civica Trentina) ha
criticato duramente i parlamentari trentini che non difendono
l'autonomia della Provincia alla Camera e al Senato. A suo avviso
bisognerebbe rendere pubblico il comportamento dei parlamentari
trentini che hanno votato la legge contro la quale oggi la Provincia
sottopone un'impugnativa alla Corte costituzionale.
Nerio Giovanazzi
(Amministrare il Trentino) ha evidenziato il gran numero delle leggi
statali impugnate negli ultimi anni dalla Provincia. Giusto a suo
avviso il ricorso contro questa norma sulla Via, perché altrimenti
tutti i progetti per la realizzazione di strade dovrebbero essere
sottoposti alla Via.
I lavori proseguono nel pomeriggio con il question time.