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12/09/2017 - In aula o in commissione

Respinta la mozione di Borga sulle vaccinazioni e ratificata la delibera sulla Via

Questa mattina nell'aula del Consiglio provinciale

Respinta la mozione di Borga sulle vaccinazioni e ratificata la delibera sulla Via

Nella foto, genitori che gremiscono la tribuna riservata al pubblico

Respinta la mozione di Borga sulle vaccinazioni e ratificata la delibera sulla Via

​La seduta del consiglio di oggi, alla quale ha assistito un folto gruppo di genitori contrari all’obbligo vaccinale, si è aperta con la discussione della mozione di Borga sui vaccini che è stata respinta con 10 sì, 15 no, due astenuti. La richiesta, in sintesi, era quella di introdurre, sull’esempio di Bolzano, una fase transitoria per l’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione dei bambini agli asili e alle scuole d’infanzia. 

A seguire il Consiglio ha ratificato all'unanimità una delibera con cui la Giunta provinciale ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale un decreto legislativo considerato lesivo dell'autonomia del Trentino in materia di Via.


 

No alla mozione che chiedeva un periodo transitorio per l'applicazione dell'obbligo vaccinale.


 

Borga ha detto che di non voler proporre deroghe o proroghe sul modello veneto o lombardo. “Noi vogliamo - ha affermato il consigliere - sollecitare una corretta interpretazione della norma vigente improntata al buon senso. Non a caso si prende ad esempio l’Alto Adige”. La questione, ha continuato, è quella dei bimbi non vaccinati e la preoccupazione è di evitare che, dopo qualche mese, siano mandati a casa dai nidi e dalle materne. Le ragioni che militano a favore della soluzione di Bolzano, ha detto Borga, sono il buon senso, la delicatezza del tema e la legittimità del decreto che è al vaglio, in base al ricorso della Regione Veneto e altri ce ne saranno, della Corte costituzionale. Quindi, questa norma potrebbe essere ritenuta illegittima, e in questo caso si creerebbero problemi gravi per asili nido e materne perché i bimbi esclusi non potrebbero essere risarciti. Non sembra esserci poi, ha detto Borga, un’emergenza, come ha detto da Gentiloni, salvo forse per morbillo ma circoscritta alla Toscana. La posticipazione della sanzione di un anno, che non riguarda l’applicazione della legge che c’è e va rispettata, quindi, sembra logica. Un anno di transizione poi, servirebbe ad una maggiore informazione, indispensabile per raggiungere l’obiettivo che si pone la stessa legge Lorenzin. Una proposta, quella della mozione, che pare conforme allo spirito stesso della legge. Non a caso il Governo è intervenuto nel caso di Veneto e Lombardia, ma non nei confronti di Bolzano. Quindi, ha concluso Borga, la proposta è semplicemente quella di invitare la Giunta a applicare la legge. Di fare qualcosa che non solo si può fare, ma si deve fare.

Anche Massimo Fasanelli (Misto) ha detto che la mozione non entra nel merito delle vaccinazioni ma invita a fare una scelta politica per rendere meno problematico, anche dal punto di vista organizzativo, il percorso delle vaccinazioni. Tra l’altro, ha aggiunto, anche invocare un’emergenza sanitaria non ha senso perché questa, se ci fosse, interesserebbe anche i bambini delle elementari. Attendere poi le decisioni della Consulta, poi, non costa nulla e forzare non serve a nessuno.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha affermato che la vicenda è nata da un decreto di un ministro di un governo che nessuno ha votato e nel cui programma non c’è un intervento come quello sui vaccini. Non si capisce poi perché un decreto, quando non c’è un’emergenza sanitaria come dice la stessa legge. Gli obiettivi non sono quindi sanitari ma solo politici. Tra l’altro, rispetto alla prima stesura, il ministro, grazie anche alle divisioni della maggioranza, ha fatto marcia indietro. Sono comunque rimaste l’obbligatorietà di un numero di vaccini senza pari in Europa. L’intervento, sempre secondo Degasperi, poi contraddice la Carta costituzionale che apre a tutti la scuola. Ma contraddice anche lo spirito della Pat che parla di inclusione totale nelle scuole trentine dei bambini, a partire, ha ricordato, da quelli dagli 0 ai 6 anni quelli che subirebbero le esclusioni. C’è poi una discriminazione sulla privacy, al punto che sugli armadietti dei bambini non conformi sono apparse delle buste aperte che permettono di identificarli. Infine, ha ricordato, nel 2006 si era messo il Trentino all’avanguardia evitando l’obbligatorietà delle vaccinazioni come ha riconosciuto il dottor Pedrotti.

Gianfranco Zanon (UpT) ha detto che una fase transitoria si dimostra obbligatoria, perché il metodo adottato dal governo non va bene. L’obbligo, non motivato da emergenze sanitarie, cozza contro la necessità di dare maggiori informazioni alle famiglie. Giacomo Bezzi (FI) ha ribadito che si tratta di una proposta di buon senso che va presa in considerazione anche perché l’Autonomia ha senso se si modificano le scelte fatte a livello nazionale. Il Trentino, come ha fatto Bolzano, dovrebbe avere la dignità di difendere l’autonomia frenando questa forzatura del Governo.

Nerio Giovanazzi (AT) ha detto che un braccio di ferro è diventato solo politico non ha senso ed ha auspicato una soluzione unitaria. Maurizio Fugatti (Lega) ha affermato di non essere tifoso di una parte o l’altra. Ha affermato di non essere contro i vaccini, come la maggioranza delle persone, ma il decreto Lorenzin, ha aggiunto, è stato fatto senza che ci sia una situazione di rischio. Inoltre ci sono 15 paesi in Europa dove l’obbligo non c’è. Quindi, ci sono domande alle quali si dovrebbero dare risposte anche per evitare di aumentare le paure. Un anno di transizione, perciò, potrebbe servire anche a fare informazione.

Il Presidente Rossi ha presentato la posizione su un tema che la Giunta, ha detto, ha voluto affrontare senza guardare a tattiche parlamentare e scadenze elettorali e politiche. “Non ci interessa nulla – ha detto -, anche se le elezioni fossero domani mattina avrei esposto la posizione attuale dalla Giunta dettata da una considerazione che siamo in una Provincia autonoma che ha saputo sviluppare la sua autonomia non sulla base di rivendicazioni estemporanee, ma sempre sulla base di un attenta analisi giuridica e del rispetto dei dettami della Costituzione. Se l’autonomia non avesse fatto così e avesse fatto rivendicazioni estemporanee per la non applicazione della legge, come hanno fatto altre regioni, l’autonomia sarebbe a livello di altre autonomie speciali che non hanno visto uno sviluppo positivo. Noi ci fondiamo sulla Costituzione e se un autonomia mette in discussione questo principio l’autonomia speciale ha davanti una storia triste e pericolosa. Noi affrontiamo questa, ha concluso, cosa senza riferimenti politici o ideologici, ci occupiamo solo di una legge dello stato che è stata fatta in base ai principi che tutelano la nostra autonomia”. Lo si è fatto ha detto Rossi, in modo trasparente adottando una delibera e la Giunta ha scelto responsabilmente che la responsabilità fosse di un dirigente o di un Azienda sanitaria. La Giunta, ha detto ancora, ha cercato di coniugare il rispetto della legge con il buonsenso. Disciplinando l’esecuzione di una legge cercando di informare, ridurre al minimo gli adempimenti, ragionare su cosa potrebbe succedere con l’applicazione pedissequa della legge che prevede che dal 12 settembre l’esclusione dei bambini. Per dare l’esecutività si è deciso di mettere in condizione il cittadino singolarmente dell’inizio del procedimento. Da domani le scuole consegneranno ai genitori il modulo con quale si avvisa che è stata individuata la difformità con la legge. Entro 21 settembre si farà un’altra verifica per verificare l’esito dell’avviso. Se sarà disatteso partirà una procedura con una raccomandata rr che avrà dei tempi di 30 giorni. Ciò significa, ha detto Rossi, che il termine di fatto scade al termine dei 30 giorni dal ricevimento della Rr per prenotare le vaccinazioni. I numeri oggi so o questi: da 0 a 3 anni ci sono 11 mila 432 bambini vaccinati o hanno chiesto la conformità; ce ne sono 13.729 da 3 ai 6 anni. Circa 907 nella fascia da 0 a 3 anni risultano non conformi e 745 dai 3 a sei anni. “Attenzione, ha concluso, a mettere in discussione i principi fondamentali del diritto, perché la legge deve tutelare tutti compresi quelli che hanno deciso di rispettarla convinti o no”. In Provincia di Bolzano, ha continuato inoltre, non sono state fatte delibere, ma solo un comunicato e non pare, secondo Rossi, un modo corretto di operare.

Borga ha replicato in modo deciso dicendo che le parole di Rossi non c’entrano nulla sulla questione. Il consigliere ha aggiunto che la mozione presuppone anzi di chiedere l’applicazione della legge. Borga ha poi attaccato Rossi per la critica alla Giunta altoatesina ed ha ribadito che, di fatto, si è di fronte ad una scelta politica di escludere bambini che hanno fatto richiesta di vaccinazione. La mozione è conforme alla legge come sta accadendo in Alto Adige. Il provvedimento eventuale di buttare fuori i bambini, ha detto con forza, verrà impugnato e l’autonomia subirà un ulteriore scorno. Bolzano, anche in questo caso, dovrebbe essere imitato non criticato. Con il provvedimento della Giunta, ha continuato, siamo più realisti del re, il che contraddice la scelta di fare un’infinità di impugnative su norme che non rispettano la Costituzione. “Alla fine – ha detto – non butterete fuori nessuno e sarete costretti a fare come Bolzano”. La scelta, contrariamente a quello che ha detto Rossi, è solo politica.

Il Presidente Rossi ha replicato affermando che la Pat ha deciso di applicare questa legge con una disciplina di esecuzione. Una legge che è entrata ufficialmente la campagna elettorale ma che è chiara. Le cose da fare, quindi, sono vaccinare i bambini o prenotarsi per un appuntamento dove si possono presentare le proprie ragioni sanitarie che verranno approfondite dall’Azienda sanitaria. C’è tutto il tempo per informarsi, per fare gli atti e confrontarsi con l’Azienda sanitaria, ma alla fine si deve sapere che ci sono le sanzioni. Anche in Provincia di Bolzano in corso d’anno dovranno prendere una decisione.

Civettini (Civica Trentina) ha criticato duramente i consiglieri che si sono pronunciati a favore dei no – vax e oggi non erano presenti in Aula.

In replica Degasperi ha detto che la mozione, che ha votato, posticipa solo quello che accadrà: l’obbligatorietà delle vaccinazioni per iscrivere i bambini agli asili. Un fatto, inoltre, ha aggiunto in consigliere 5 Stelle, che rappresenta un caso evidente della mancanza di trasparenza dei partiti nei confronti dei cittadini perché nel 2013 nessuno ha detto che voleva imporre le vaccinazioni. Anche Degasperi ha sottolineato il silenzio e l’assenza di consiglieri di maggioranza che hanno condiviso le posizioni della mozione. Bezzi ha auspicato che su temi così delicati servirebbe meno tecnicismi e più buon senso dando alla famiglie i tempi per informarsi. E comunque, alla fine di un percorso si informazione, i bambini non vaccinati che saranno una minoranza, dovrebbero avere la possibilità di iscriversi a scuola.

Claudio Cia (Misto) ha detto che se la mozione avesse detto un no ai vaccini non l’avrebbe appoggiata perché le evidenze scientifiche non possono essere messe in discussione. Ma le paure sono diffuse e un periodo transitorio servirebbe a informare, a far capire a fondo il perché di queste imposizioni che sembrano motivate da motivi sanitari che il Governo non vuole svelare. L’allarme poi deriva dalla mancanza di informazione sulla sicurezza che hanno raggiunto i vaccini. Fugati ha concluso affermato che il dibattito non ha portato la chiarezza richiesta. 

Ratificata all'unanimità in aula l'impugnativa contro il decreto che sottrae alcune competenze della Provincia sulla Via



Respinta la mozione di Borga sulle vaccinazioni obbligatorie, il Consiglio provinciale ha ratificato con voto unanime (27 voti) la delibera con cui la Giunta ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale il decreto legislativo del governo (il 104 del 2017) in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via). Il provvedimento contestato da piazza Dante, recepisce una direttiva europea che modifica la ripartizione di alcune competenze su determinati progetti pubblici e privati sottoposti alla Via, imponendo alle Regioni alle Province autonome e alle altre di adeguare le proprie norme e i propri regolamenti a questo trasferimento di poteri.

Nell'illustrare la delibera, il presidente Rossi ha precisato che impugnare una normativa non significa non applicare una legge dello Stato. “In questo caso – ha spiegato – la legge è già entrata in vigore ma abbiamo deciso di impugnarla per chiedere alla Corte costituzionale di valutare se ha violato o meno alcune prerogative dell'autonomia speciale del Trentino”. Per il presidente questo demandare a livello centrale le valutazioni di impatto ambientale su progetti che richiedono un procedimento molto attento, non fa che rallentare i tempi e le procedure burocratiche che bloccano spesso lavori pubblici importanti. In tema di Via secondo Rossi la competenza della Provincia va salvaguardata fino in fondo, anzi, chiediamo una competenza ancora più ampia sull'ambiente per tagliare definitivamente la testa al toro su questo argomento.

Per Progetto Trentino Marino Simoni ha motivato il voto favorevole alla delibera del gruppo da lui guidato, perché un eccesso di “interventi a gamba tesa” del governo su queste materie viola il nostro statuto di autonomia.

Filippo Degasperi (M5s) ha aggiunto che sarebbe auspicabile che le giuste osservazioni contenute nella delibera fossero fatte conoscere dai nostri parlamentari trentini nelle aule in cui siedono, anche per evitare una continua sequenza di impugnative. “Si parla sempre di governo amico – ha osservato Degasperi – ma poi ci dobbiamo scontrare contro chi in questo governo non riconosce la nostra autonomia”. L'esponente pentastellato ha ricordato che se la riforma costituzionale fosse stata confermata dal referendum del 4 dicembre scorso, sostenuta anche dalle forze di maggioranza in quest'aula, l'autonomia si sarebbe vista sottrarre dallo Stato molte e importanti competenze. 

Claudio Civettini (Civica Trentina) ha criticato duramente i parlamentari trentini che non difendono l'autonomia della Provincia alla Camera e al Senato. A suo avviso bisognerebbe rendere pubblico il comportamento dei parlamentari trentini che hanno votato la legge contro la quale oggi la Provincia sottopone un'impugnativa alla Corte costituzionale.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha evidenziato il gran numero delle leggi statali impugnate negli ultimi anni dalla Provincia. Giusto a suo avviso il ricorso contro questa norma sulla Via, perché altrimenti tutti i progetti per la realizzazione di strade dovrebbero essere sottoposti alla Via.


 


I lavori proseguono nel pomeriggio con il question time.


 


 

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  • Genitori in tribuna per protestare contro l'obbligo delle vaccinazioni