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06/07/2017 - In aula o in commissione

Approvata in aula la legge che crea una rete di sorveglianza epidemiologica e veterinario-aziendale

In Consiglio provinciale, che ha respinto la risoluzione delle minoranze sui richiedenti asilo

Approvata in aula la legge che crea una rete di sorveglianza epidemiologica e veterinario-aziendale

Si concluderà martedì 18 luglio l'esame del testo unificato sul recupero delle eccedenze

Approvata in aula la legge che crea una rete di sorveglianza epidemiologica e veterinario-aziendale

​Intenso pomeriggio in Consiglio provinciale dove, dopo la bocciatura della proposta di risoluzione di Fugatti sui richiedenti asilo, il cui esame aveva occupato l'intera mattinata, sono stati esaminati i due disegni di legge di Zeni e Degasperi sulla sorveglianza epidemiologica e sul veterinario aziendale (approvato il ddl d'iniziativa giuntale, respinto il testo del consigliere 5 Stelle) e le tre proposte di Avanzo, Viola e Civico sulle eccedenze alimentari, la cui versione unificata è stata ampiamente discussa, senza però arrivare alla votazione. Se ne riparlerà nella seduta del 18 luglio prossimo.

Bocciata la risoluzione di Fugatti sulla revisione degli accordi con il Governo in materia di richiedenti asilo

Si è concluso nel pomeriggio con la bocciatura (11 favorevoli, 18 contrari e un astenuto) il dibattito fuori ordine del giorno avviato questa mattina in Consiglio provinciale sulla risoluzione di Maurizio Fugatti (Lega), sottoscritta da quasi tutte le minoranze, sul tema dei richiedenti asilo, che impegna la Giunta a rivedere gli accordi con il governo nazionale in modo da non prevedere l'aumento dei profughi oggi accolti nella nostra provincia. Il consigliere Filippo Degasperi (5 Stelle) ha espresso la propria dichiarazione di voto "favorevole e convinto" al documento. La Pat ha sicuramente il potere di fare presente una situazione che è "quasi fuori controllo", dal momento che non si intravede un limite certo alle capacità di sostenere un simile afflusso da parte del nostro territorio. La consigliera Manuela Bottamedi (Misto) ha dichiarato di astenersi, spiegandone, all'interno del quadro europeo, le ragioni di tipo "giuridico" (non abbiamo come Provincia competenze sul numero di immigrati che possiamo accogliere e su questo dobbiamo attenerci a quanto imposto dal Governo) e "di merito" (più che concentrarci sul numero massimo –difficile da quantificare- sarebbe meglio concentrarci su modalità di accoglienza valide e di successo, mirate ad una corretta integrazione, sulla falsariga della provincia tirolese di Innsbruck). Massimo Fasanelli (Misto) sulla scorta dei numeri citati oggi dal Presidente Rossi ha osservato che l'Italia accoglie un numero di profughi molto più alto rispetto al resto d'Europa: questa risoluzione ci permetterebbe in tal senso di rivedere gli accordi per non prevedere l'aumento di questi numeri, aiutandoci ad incidere all'interno della comunità europea per ridurre il numero complessivo dei richiedenti asilo anche nel resto d'Italia. Il consigliere Claudio Cia (Misto) ha dichiarato di credere nell'Europa unita e solidale che però non è quella attuale, che al contrario ci chiude le porte. Indicare dei limiti a questa apertura sarebbe corretto, oppure ci saranno sempre imposti dall'esterno: quale è dunque il peso della nostra autonomia, si è chiesto, se non siamo in grado di chiedere questo al governo nazionale?

Veterinario aziendale: passa la proposta Zeni, respinto il ddl Degasperi

I lavori sono dunque proseguiti con l'esame dei disegni di legge dell'assessore Luca Zeni e del consigliere Filippo Degasperi in tema di sorveglianza epidemiologica e veterinario aziendale. Un testo che si colloca all'interno di un percorso di lunga data, ha osservato Zeni illustrando il documento d'iniziativa giuntale e che si inserisce in un mutato contesto che prevede la possibilità di operare una libera scelta da parte dell'allevatore sul veterinario aziendale, insieme all'individuazione di alcune funzioni di tipo pubblico e di una rete. La proposta risponde alla necessità di garantire la reperibilità e costituisce una rete con un riconoscimento di valenza pubblica alla figura del veterinario aziendale. Il documento, che anticipa quanto previsto a livello nazionale, propone l'istituzione di una rete di sorveglianza epidemiologica veterinaria provinciale, di cui facciano parte anche i veterinari liberi professionisti, con l'obiettivo di elevare il livello controllo nei confronti delle malattie degli animali attraverso la tempestività delle segnalazioni, la prevenzione, l'applicazione delle buone pratiche in allevamento e l'implementazione delle misure di sicurezza. Una "rete di sorveglianza" che permetterà la raccolta, registrazione, analisi, interpretazione e diffusione di dati di interesse pubblico riguardanti la salute animale, l'igiene degli allevamenti e la sicurezza alimentare. Il consigliere Degasperi si è definito "abbastanza soddisfatto del confronto avvenuto in Commissione" perché, ha detto, "fosse stato per la Giunta questa materia tanto importante che ha a che fare con l'economia e con la salute delle produzioni, sarebbe passata come emendamento alla finanziaria del dicembre scorso". "In un certo senso abbiamo sventato un blitz", ha dichiarato. L'obiettivo dei due testi era lo stesso, ovvero l'istituzione di una rete di sorveglianza epidemiologica. Le differenze stavano nel "come" raggiungere questo obiettivo: noi lamentavamo la lesione dei principi di meritocrazia, di libera scelta e libera concorrenza. La nostra proposta, che è stata recepita, prevede un elenco aperto per il quale la provincia provvede solo a stabilire i criteri, lasciando libera scelta all'allevatore. Degasperi ha espresso rammarico per non aver raggiunto una condivisione, alla base della quale c'è una diversa visione delle alternative e la confusione tra i ruoli di allevatore, veterinario dell'azienda sanitaria e veterinario aziendale. Due sono dunque gli snodi sostanziali che marcano la distinzione tra le due proposte: i compiti da assegnare al veterinario aziendale e il fatto che i rapporti con altri liberi professionisti debbano essere regolati in maniera terza e trasparente rispetto al veterinario aziendale.

Mario Tonina (UpT) ha dichiarato di condividere pienamente e sostenere il testo dell'assessore "che va nella giusta direzione" per confermare e garantire un'assistenza e un supporto agli allevatori e zootecnici trentini. Un lavoro prezioso che non è frutto dell'improvvisazione, ma di percorsi e condivisioni trasversali a livello di varie categorie, che abbiamo avuto modo di apprezzare in diversi momenti critici del passato che il Trentino non ha mai subito. Tonina ha anche sottolineato l'importante ruolo del pubblico e la necessità che ci sia un rapporto e una sinergia tra l'Azienda sanitaria e il veterinario aziendale. Credo che questa impostazione vada nella giusta direzione, ha ribadito, per confermare un lavoro importante finalizzato al mondo dell'allevamento, ma anche ai consumatori.

Il consigliere Graziano Lozzer (Patt), anticipando il voto favorevole ha ringraziato i colleghi che hanno portato diverse sensibilità, contribuendo alla costruzione di questa importante proposta. Lozzer ha evidenziato il ruolo importante degli incentivi e dei riconoscimenti all'impegno dei professionisti del territorio. In momenti difficili gli allevatori, credendo in un modo di lavorare serio ed innovativo hanno permesso di

Non c'è dubbio che questo è un tema delicato, soprattutto per quello che riguarda chi utilizza i servizi che i veterinari operano sugli animali, ha detto Giacomo Bezzi (FI). "Mi stupisce che il Patt voti a favore di un testo di questo tipo, perché io da autonomista sono convinto che avere un albo di professionisti accreditati possa rappresentare una garanzia rispetto a tante preoccupazioni".

"Non condivido l'obbligatorietà del contratto con i veterinari perché credo che questa proposta dovrebbe garantire la qualità degli animali e non il lavoro dei veterinari" ha detto Massimo Fasanelli (Misto) che ha annunciato un emendamento che contiene la cancellazione del comma che prevede sanzioni ed esclusione dai contributi ai veterinari che non provvedano a stipulare contratti con i veterinari aziendali: una previsione che a suo parere è assurda e addirittura incostituzionale.

Il consigliere Claudio Civettini (Civica) ha stigmatizzato l'assenza dell'unico assessore veterinario (Dallapiccola) ed ha ironizzato sull'introduzione del veterinario di zona, nel mentre si tagliano le guardie mediche.

Dopo la replica dell'assessore e del consigliere Degasperi il Consiglio ha proceduto con la votazione dei due disegni di legge, rispettivamente di 7 e 11 articoli. Sono intervenuti in dichiarazione di voto a confermare il voto negativo al disegno di legge Zeni Filippo Degasperi ("le argomentazioni dell'assessore non hanno fatto che confermare tutte le mie perplessità"), Giacomo Bezzi ("una legge che è un pastrocchio e che è riuscita a dividere anche i veterinari"), mentre ha dichiarato l'astensione Claudio Civettini su quella che ha definito la legge "Dallatonina". Questo l'esito del voto alla proposta dell'assessore: 19 favorevoli, 3 contrari e 8 astenuti. Respinto il disegno di legge Degasperi.

Eccedenze alimentari e riduzione degli sprechi: la proposta Avanzo-Viola-Civico sarà ripresa nella prossima seduta di Consiglio

Tre i disegni di legge esaminati successivamente dall'aula sul consumo critico e sostenibile e sugli sprechi alimentari e farmaceutici. Le proposte normative di Chiara Avanzo (Patt) Walter Viola (Progetto Trentino) e Mattia Civico (PD), confluite in una proposta unificata, intendono arricchire di significato un argomento di grande attualità offrendo diversi interessanti spunti di riflessione e proposte innovative per far fronte al problema. Si punta molto sull'aspetto educativo mediante percorsi di formazione e sensibilizzazione rivolti al cittadino. In campo economico si prevede un sistema premiale a favore di quelle aziende/organizzazioni che operano nel settore del recupero, che sanno distinguersi nella riduzione del volume degli sprechi alimentari. Si introducono incentivi ed agevolazioni alla donazione di eccedenze alimentari, anche dal punto di vista fiscale. Chiara Avanzo ha illustrato i principali passaggi del testo, supportandoli con dati di attualità che testimoniano l'urgenza di affrontare la materia in maniera sistematica ed ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla costruzione di questo testo, in primis Viola e Civico che hanno contribuito con i loro contenuti ad arricchirlo e i colleghi Detomas, Plotegher e Degodenz che hanno animato il dibattito all'interno del gruppo di lavoro in Commissione. Walter Viola ha richiamato lo spirito di queste norme che hanno una valenza prima di tutto sociale, ma anche di educazione civica ed ambientale. Nata dalla concretezza dei servizi già messi in campo dal nostro tessuto sociale (Banco alimentare e Trentino solidale), la proposta vuole essere un adeguamento virtuoso della legge nazionale che tiene conto di una peculiarità locale dove più soggetti operano in maniera collaborativa mettendoli in rete con protocolli chiari, intervenendo sulla disciplina tariffaria nella logica di "aiutare chi aiuta". Mattia Civico (PD) ha ripreso i dati numerici oggettivamente impressionanti citati da Avanzo, una quantità di cibo prodotto, non consumato, che diventa rifiuto. Quello dell'eccedenza alimentare è uno dei temi che maggiormente mette in evidenza la contraddizione dei tempi che viviamo e dove si consuma la più profonda delle ingiustizie tra le diverse parti del mondo. Il tema della ridistribuzione prova a diminuire il campo della contraddizione, riducendo il più possibile il divario tra chi ha troppo e chi non ha niente. Non dobbiamo comunque dimenticare, ha aggiunto, che la cornice è molto più ampia di quanto qui riusciamo a mettere a fuoco: oggi il tema rimane aperto, non risolviamo l'argomento, ma cerchiamo di fare un significativo intervento sul piano della giustizia, facendo la nostra piccola parte. Un'altra importante questione è quella dell'educazione alimentare, ovvero del sovracquisto. Infine, nostro compito è anche quello di sostenere ed incentivare chi già mette in atto queste buone pratiche.

Violetta Plotegher (PD) ha contribuito alla soddisfazione già espressa e sottolineato un altro aspetto importante di queste norme "virtuose per la nostra comunità": la lotta allo spreco vista anche come un grave problema dal punto di vista ambientale ed etico della nostra società in cui siamo tutti coinvolti. Il 75% dello spreco alimentare avviene nelle nostre famiglie ed è fondamentale avere anche un'educazione all'economia domestica. Altro elemento, quello della salute della popolazione: una nuova povertà alimentare che coinvolge il 5% delle famiglie italiane e che riguarda un quadro alimentare non equilibrato e sano. Infine, l'enorme spreco di farmaci, che produce anche gravi danni ambientali: tutti noi abbiamo nell'armadietto di casa farmaci prescritti e non utilizzati che è importante veicolare in progetti che possano essere di aiuto ad altre persone per ridurre le diseguaglianze anche nell'ambito della salute. "Una norma che agevola un'attività che ha caratterizzato esperienze spontanee e di volontariato importante", ha detto Giuseppe Detomas (Ual) e che impone una riflessione importante sui modelli economici che caratterizzano la nostra società e le ingiustizie nella distribuzione delle ricchezze. Graziano Lozzer (Patt) ha espresso apprezzamento per le norme, partendo dalla cultura del cibo e dalla sua evoluzione nella storia delle genti trentine. Il disegno di legge va a toccare la sensibilità sul cibo, contribuendo ad una riflessione importante sull'artigianalità del cibo e sull'educazione alimentare in una società dello spreco. Rodolfo Borga (Civica) ha illustrato una proposta di ordine del giorno che impegna la Giunta a sollecitare il Parlamento e il Governo ad impedire l'entrata in vigore nel nostro paese del trattato CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), un accordo di natura mista che prevede la liberalizzazione degli scambi, assicurando alle merci dell'altra parte il trattamento disposto a livello nazionale, "un capitalismo sfrenato fatto passare per liberalismo" ha detto. Viene introdotto il principio per cui una grossa multinazionale viene messa sullo stesso piano di uno Stato che dovrebbe tutelare la salute dei suoi cittadini e la salubrità delle produzioni alimentari. Il terzo ordine del giorno, firmato Lorenzo Ossanna, ha notato Borga, prevede l'esatto contrario, ovvero l'impegno della Giunta a sollecitare la sottoscrizione di questo accordo economico commerciale "scellerato". Giacomo Bezzi (FI) è intervenuto per apprezzare l'ottimo lavoro svolto da Chiara Avanzo e l'argomento affrontato ed ha suggerito di modificare il passaggio, a suo avviso troppo "debole", dove si parla di formazione e divulgazione nel mondo della scuola. Condivisa anche "'l'arringa del collega Borga" contro l'accordo internazionale CETA: "occorre far valere le nostre prerogative e distinguerci, laddove possiamo". "Chiedo ai colleghi consiglieri di informarsi sul CETA perché sarebbe gravissimo approvare l'accordo come previsto dall'ordine del giorno di Ossanna", ha detto Massimo Fasanelli (Misto): attenzione, ha raccomandato, senza nulla togliere alla bontà del disegno di legge sulle eccedenze alimentari che ha dichiarato di sostenere in toto.

Infine, sull'ordine dei lavori, Chiara Avanzo ha chiesto di convocare con urgenza la Conferenza dei Gruppi per inserire la prosecuzione dell'esame del disegno di legge nella seduta del 18 luglio prossimo. Il Presidente Dorigatti ha immediatamente riunito i Capigruppo che all'unanimità hanno convenuto di inserire l'esame del testo unificato in coda all'ordine del giorno della seduta del 18 luglio prossimo.