Discusse in aula con la Giunta 21 interrogazioni a risposta immediata
Consiglio provinciale aperto dai question time
In allegato, due foto dell'aula occupata dai manifestanti e l'ordine del giorno delle tre giornate iniziate oggi con la possibilità di accesso ai testi
Dopo
il minuto di silenzio, osservato su invito del presidente Dorigatti,
per ricordare le vittime dell'attentato terroristico di ieri a San
Pietroburgo e ribadire scelta del dialogo e il rifiuto della
violenza, si è aperta stamane con i question time la prima delle tre
giornate di lavoro in aula del Consiglio provinciale. Ecco una
sintesi del “botta e risposta” tra consiglieri e Giunta. Durante la discussione alcuni manifestanti con striscioni hanno occupato l'emiciclo. Subito il presidente Dorigatti ha sospeso la seduta e convocato i capigruppo, diffondendo poi una nota per stigmatizzare l'accaduto (foto allegate).
Luca
Giuliani (Patt)
Coordinamento
antimobbing,
e
azioni di contrasto
Ricordando
che la legge 2 approvata dalla Provincia nel 2013 prevede
l’istituzione di un coordinamento antimobbing con l’obiettivo di
attuare tutte le azioni necessarie per contrastare il fenomeno e di
promuovere il confronto tra i soggetti coinvolti da queste misure,
Giuliani chiede se l’organismo sia stato creato e quali siano gli
interventi adottati fino ad oggi per tutelare i lavoratori dal
mobbing.
La
risposta. Rossi
ha risposto affermando che la procedura per la nomina del
coordinamento non è stata completata. Per i lavoratori pubblici c’è
comunque un organismo che si occupa di mobbing, ma verrà data
disposizione immediata alle strutture competenti per arrivare in
tempi rapidi alla nomina del coordinamento antimobbing che dovrà
occuparsi anche dei lavoratori del settore privato.
Claudio
Civettini (Civica Trentina)
Tassa
di 50 euro
a
posto letto
solo
in val Rendena
Civettini
chiede come mai la Giunta abbia stabilito solo per la val Rendena una
tassa massima di 50 euro a posto letto per gli appartamenti concessi
in locazione ad uso turistico, mentre in tutte le altre zone del
Trentino il limite della tassa è pari a 25 euro, e se non ritenga di
rivedere questo provvedimento.
La
risposta.
L’assessore Dallapiccola ha risposto affermando che l’imposta
provinciale per gli alloggi ad uso turistico non è una patrimoniale.
Ma è viene applicata in modo forfettario tra 20 e 50 euro a posto
letto a anno. Il 15 dicembre 2015, ha ricordato ancora, è arrivata
dalla Comunità delle Giudicarie la richiesta di applicare l’imposta
a 50 euro. La giunta, quindi, non poteva far altro che adeguarsi. La
legge sull’imposta di soggiorno, del resto ha concluso
Dallapiccola, responsabilizza i territori che hanno la possibilità
di fissarne il limite massimo.
La replica. Il
consigliere ha preso atto che l’imposta non è una patrimoniale,
anche se di fatto lo è. E attraverso la responsabilizzazione dei
territori alla fine si arriva a “mungere” le realtà locali
imponendo anche agli ospiti costi molti alti.
Giuseppe
Detomas (Ual)
La
Provincia deve
combattere
contro
una
pianta tossica
Detomas
chiede se, per tutelare le persone dalla “Heracleum Mantegazzianum”
o “Panace di Mantegazzi”, pianta infestante velenosa non
autoctona, alta fino a 2-3 metri, molto pericolosa per chiunque la
tocchi perché contiene una linfa altamente tossica per la pelle, la
Provincia disponga di una mappatura della sua diffusione in Trentino,
se siano state adottate misure volte ad informare i cittadini
riguardo a questo rischio, e quali iniziative intende intraprendere
per limitarne la crescita o eradicarla.
La
risposta. Dallapiccola
ha risposto affermando che il problema c’è, anche se non ci sono
stati casi di lesioni per il contatto con questa pianta. Sono state
attivate delle informazioni al personali forestali e agli operai
forestali. Non ci sono stati azioni di contenimento ma si sta agendo
su aree specifiche per sperimentare sistemi chimici di contrasto alla
diffusione di questa pianta.
Massimo
Fasanelli (Gruppo misto)
Agevolazioni
alle imprese
di
autotrasporto
di
piccole dimensioni
Fasanelli
vuole sapere dall’assessore quante domande di agevolazione sono
state presentate alla Provincia da piccole imprese di autotrasporto
dal 1° settembre al 31 ottobre 2016 in seguito alla costituzione di
un apposito fondo gestito da enti di garanzia, chi ha esaminato le
richieste, quante sono state accolte e respinte, a che punto è
l’iter del procedimento e se le aziende interessate hanno già
saputo l’esito della loro istanza.
La
risposta. Olivi
ha risposto affermando che lo strumento è stato progettato nel 2016
con la finalità di avere una misura di sistema a sostegno dei
crediti commerciali delle piccole imprese di trasporto, sotto i 50
dipendenti. Uno strumento veicolato da Confidi che prevede l’impegno
per le aziende del mantenimento dei livelli occupazionali.
L’istruttoria ha visto 77 domande, 72 ammesse, due ritirate e tre
rifiutate. Corrispondere a tutte le aziende ammissibili, ha detto
l’assessore, avrebbe comportato una riduzione eccessiva del
sostegno finanziario a ciascun azienda, per questo il 24 marzo è
stata stanziato dalla Giunta un ulteriore milione e 200 mila euro per
rispondere a tutti i richiedenti col massimo di incentivazione
possibile. Una scelta che però ha comportato ritardi nella
liquidazione dei finanziamenti.
La
replica. Soddisfatto
il consigliere perché, al di là dei ritardi, ci si sta muovendo per
sostenere queste aziende.
Walter
Kaswalder (Misto)
Ritardo
nei
pagamenti
dei
“premi
agricoli”
Considerati
i ritardi accumulati dalla Provincia nel pagamento dei cosiddetti
“premi agricoli” destinati ad allevatori, pastori e contadini,
ritardi attribuiti in passato a non meglio specificati problemi
informatici, Kaswalder chiede all’assessore a che punto sia oggi la
corresponsione di questi contributi, che entità abbiano per ciascun
settore, quante domande risultino ancora inevase e quante siano state
respinte.
La
risposta. Dallapiccola
ha risposto affermando che la situazione del Psr ci contributi sono
stati liquidati al 90% quelli del 2015, cioè 14 milioni, restano
fuori solo 30 posizioni che riguardano l’alpeggio. Per il sostegno
bio si sta andando in delibera e si pagherà 1 milione e 100 e i
ritardi sono dovuto al cambio delle norme sullo sfalcio. Per la
domanda unica sono state liquidate il 95% delle domande, per due
milioni e 700. Sulla campagna Psr 2016, effettuato l’85% dei
pagamenti, cioè 6 milioni e 200 e il saldo ci sarà entro il 30
giugno. Per la domanda unica è stato pagato il 50% delle domande, in
tutto 2,5 milioni di euro, entro giugno verrà pagato il resto. E’
vero, ha detto l’assessore, che ci sono stati sei mesi di ritardi,
ma siano in linea col resto di Italia, al 3° posto. Ora, ha concluso
Dallapiccola, la questione ritardi è sostanzialmente risolta.
La
replica. Il
Veneto, ha detto il consigliere,
ha
anticipato il 2017 e si deve essere più precisi nelle scadenze
perché il mondo agricolo è in difficoltà. E in Vallagarina sembra
che i pagamenti siamo indietro di due anni. Comunque, il consigliere
ha detto che farà una verifica sui tempi reali di pagamento.
Gianpiero
Passamani (UpT)
Indennizzo
assicurativo
per
gli operatori turistici
penalizzati
dal clima
Il
consigliere chiede alla Giunta di valutare la possibilità di
adottare strumenti di indennizzo sul modello del Codipra per gli
operatori turistici del Trentino, i cui ricavi risentono sempre più
spesso negativamente dell’andamento sfavorevole delle condizioni
meteo invernali ed estive. Per Passamani si potrebbe garantire in tal
modo agli operatori del settore una copertura assicurativa in base a
soglie e rigidi parametri predefiniti e rilevati da centraline meteo
di riferimento presenti sul territorio provinciale.
La
risposta. Dallapiccola
ha risposto affermando che la Pat nel 2008 aveva già provato ad
approfondire il tema e prodotto un rapporto indicando che, rispetto
alle assicurazioni, è più efficace diversificare le offerte del
turismo trentino. Per intervenire dal punto finanziario, ha detto
inoltre l’assessore, servirebbe una legge e risorse e si entrerebbe
nel campo dell’aiuto alle imprese e quindi si potrebbe intervenire
solo con la disciplina de
minimis.
Quindi, ha concluso Dallapiccola, contributi e assicurazioni per le
avverse condizioni meteo sono difficilmente realizzabili.
La
replica. Passamani
ha detto che il tema è delicato, ma la sollecitazione è venuta da
un gruppo di operatori della Valsugana che si sono messi già in
contatto con assicuratori londinesi. Una strada che dovrebbe essere
valutata con un gruppo di lavoro.
Pietro
De Godenz (UpT)
Sostenere
i Comuni
capofila
sui costi per
le
gestioni associate
Poiché
per consentire e rendere razionale la funzionalità dei servizi delle
nuove gestioni associate, i comuni capofila si sono accollati gli
interventi necessari sul piano organizzativo e tecnologico, De Godenz
chiede alla Giunta come intende intervenire a supporto dei costi
spesso rilevanti sostenuti da queste amministrazioni locali.
La
risposta. L’assessore
Daldoss ha detto che centrali vengono ritenute le spese per il
sistema informatico anche per la funzionalità dei comuni. Su questo
è stato sottoscritto un protocollo tra il Consorzio dei comuni e la
Pat per individuare interventi omogenei e sostenibili. Quindi,
sull’informatica, la Pat è disposta a intervenire e tra breve
partiranno le procedure di appalto.
La
replica. Soddisfatto
della risposta De Godenz perché la parte informatica è decisiva.
Intervenire sia per i comuni che hanno aderito alle gestioni
associate che per gli altri è un passo importante.
Claudio
Cia (Misto)
Parti
in casa
con
aiuti Pat
quale
sicurezza?
Il
consigliere ha chiesto di sapere come si possano conciliare le
agevolazioni previste dalla Pat per le donne che scelgono il parto in
casa, potenzialmente molto rischioso, e le norme di sicurezza imposte
invece agli ospedali. Quanti sono stati i parti avvenuti in casa e
quanti col contributo della Pat e, infine, se si siano registrate
complicanze e necessità di ricovero di madri e neonati.
La
risposta. Zeni
ha risposto che chi sceglie di partorisce a casa se ne assume la
responsabilità assieme a chi l’assiste. L’Azienda sanitaria e la
Pat, ha ricordato, non promuovono il parto in casa. Negli anni
scorsi, è stata fatta un’indagine che ha messo in rilievo che non
ci sono stati fatti clinici rilevanti. La scelta di tale percorso è
espressione della libertà della donna, decisione tutelata dal nostro
ordinamento come livello di assistenza secondaria e il concorso spese
è di 750 euro per l’assistenza. C’è poi un contributo
sull’impiego di professionisti privati e, ha ricordato l’assessore,
è stato votato dal Consiglio un odg che impegna la Giunta a
sostenere le donne che scelgono il parto in casa. Il parto a
domicilio, ha ricordato infine, non ha risentito della
riorganizzazione ospedaliera: 32 sono stati i casi nel 2016, numero
in linea con il trend di parti a domicilio degli anni precedenti.
La
replica.
Cia ha risposto che la sua interrogazione non intendeva gettare ombre
sul parto in casa che, al contrario, andrebbe incrementato. La
domanda di attualità, invece, è stata fatta per evidenziare la
contraddizione tra i parti a domicilio e le norme di sicurezza
richieste per i punti nascita.
Giacomo
Bezzi (FI)
Quanti
accessi
e
quali attese
nei
Pronto soccorso?
La
riorganizzazione delle guardie mediche e, più in generale,
l’accentramento su Trento dei servizi sanitari, secondo il
consigliere di FI, hanno portato ad aumento di lavoro per i Pronto
soccorso. Per questo Bezzi chiede quale sia il numero degli accessi e
i tempi d’attesa, negli ultimi tre anni, ai Pronto soccorso.
La
risposta. Zeni
ha risposo che gli accessi al Pronto soccorso negli ultimi tre anni
sono stati nel 2014, 217 mila, nel 2015, 216 mila, nel 2016, 215
mila. Quindi in calo, non in aumento. Elencando i dati sui tempi
d’attesa ha detto che in codice bianco il tempo di attesa è stato
di due ore 80%; nel verde entro due ore viene affrontato il 90% casi;
l’1,5% dei casi, in codice bianco, richiede un attesa di oltre sei
ore.
La
replica. Bezzi
ha detto che si dovrebbe risolvere anche il tema dell’1,5% che
superano le sei ore.
Donata
Borgonovo Re (PD)
Tassullo
spa, la Giunta
cosa
fa per evitare
l’asta
“spezzatino”?
La
consigliera Pd, partendo dalle notizie in base alle quali il curatore
fallimentare della Tassullo spa avrebbe l’intenzione di mettere in
vendita in modo distinto i rami d’impresa, chiede alla giunta quali
intenzioni abbia per evitare un’asta “spezzatino” e quindi
salvaguardare una realtà imprenditoriale di eccellenza.
La
risposta. L’assessore
Olivi ha affermato che l’atteggiamento e l’azione della Giunta
non è mutato. Quindi, l’unitarietà degli asset
strategici viene ancora considerata fondamentale. Una posizione,
questa, presentata da parte della Pat agli organi della procedura con
insistenza. Ma c’è un fatto nuovo, ha aggiunto Olivi: è vero che
il curatore l’11 aprile farà un tentativo di gara con offerte
disgiunte, ma c’è una proposta guidata da soggetti del territorio
per incardinare la trattativa su un binario di unitarietà. Quindi,
sembra ci sia la volontà della procedura di andare avanti, ma
rispetto all’ultima volta che si è parlato in Consiglio di
Tassullo spa, c’è una proposta unitaria. La Pat, ha ricordato
infine Olivi, sta dalla parte di chi fa proposte industriali e non di
chi vuole speculare. La Giunta oggi può dire: se c’è un progetto
ce l’ho presentino e se non è speculativo verrà sostenuto.
La
replica. La
consigliera ha affermato che è una garanzia il fatto che la Pat stia
seguendo la procedura, seppur con spazi d’azione circoscritti, ma
non deve perdere di vista questo percorso per salvaguardare un
patrimonio della comunità intera. Perciò, se esiste una proposta
industriale seria, che si fa carico di non spezzettare un patrimonio
importante, è altrettanto importante che trovi il sostegno della
Pat.
Manuela
Bottamedi (Misto)
Perché
le lezioni
antiomofobia
sono
facoltative?
La
consigliera del Misto chiede al Presidente della Giunta, partendo
dalle linee guida pe le scuole per il coinvolgimento delle famiglie
sul contrasto all’omofobia, se ritenga legittimo che un’assenza
possa essere giustificata senza motivazioni; in base a quale norma si
ritenga legittimo rendere facoltative lezioni curricolari e perché
siano stati resi facoltativi i percorsi educativi sulle diversità e
le discriminazioni ritenuti prioritari nei piani di studio
provinciali e nei progetti d’istituto.
La
risposta. Rossi
ha risposto affermando che con l’odg si è data la possibilità
alle famiglie di esercitare ciò che il Consiglio ha definito. Per
evitare che i contenuti dell’odg andassero oltre le regole
stabilite nella mozione, la Giunta ha puntualizzato che la
comunicazione di non partecipazione alle lezioni antiomofobia ha il
valore di una giustificazione. L’odg, ha ricordato ancora, è il
frutto di due posizioni virtuose quindi si mantengono le iniziative
nei programmi scolastici per il contrasto all’omofobia ma si fa
anche in modo che le famiglie possano giustificare con una
comunicazione l’assenza. Un ottimo compromesso, ha ricordato Rossi,
riconosciuto in aula dalla stessa consigliera.
La
replica. Manuela
Bottamedi ha replicato affermando di aver votato l’odg in modo
convinto ma di non avere mai votato che la comunicazione delle
famiglie non dovesse contenere la motivazione. Con questa scelta, ha
concluso, si sta sdoganando la possibilità di scegliere, con una
semplice comunicazione dei genitori, le lezioni come un menù.
Marino
Simoni (Progetto Trentino)
Finanziamento
degli
impianti
di risalita
e
tutela dei posti di lavoro
Per
gli addetti agli impianti di risalita del Trentino, il consigliere
vuole sapere se nei protocolli d’intesa sottoscritti dalla
Provincia o da Trentino Sviluppo per trasferire ai proprietari
risorse pubbliche, si subordina la concessione alla garanzia del
mantenimento dei livelli occupazionali, quali azioni intende adottare
la Giunta per la salvaguardia dei posti di lavoro sia fissi sia
stagionali in questo comparto, e infine se non sia il caso di
adottare un unico metodo operativo nel finanziamento s tutti i
settori economici che tuteli i posti di lavoro e ne stimoli il
potenziamento.
La
risposta. L'assessore
Dallapiccola ha ricordato che gli interventi nel settore funiviario
sono stati rimodulati con una recente delibera della Giunta per
favorire la compartecipazione privata agli investimenti. Dunque è
cambiata la logica dei finanziamenti pubblici, volti a garantire il
funzionamento delle stazioni sciistiche assicurando indirettamente in
tal modo anche i necessari livelli occupazionali. Per gli contributi
provinciali più rilevanti, ha concluso, è già prevista una
procedura negoziale che li subordina a impegni precisi sul piano
occupazionale, concordati con i sindacati.
La
replica. Simoni
ha giudicato “un po' fumosa” la risposta pur condividendo
l'analisi e ha ribadito la necessità di agganciare “con maggiore
forza all'interno dei protocolli” gli interventi finanziari
pubblici alla tenuta occupazionale delle imprese. Diversamente “ci
si troverà a rincorrere situazioni non più rimediabili perché
successive ai licenziamenti”.
Gianfranco
Zanon (Progetto Trentino)
Facilitare
l’inserimento
di
cittadini trentini
in
Trentino Trasporti
Il
consigliere sollecita la Giunta a spiegare se sia stata attivata la
procedura prevista da un ordine del giorno approvato dal Consiglio
provinciale il 27 luglio 2016, che impegna a garantire un progetto
informativo a supporto dei soggetti interessati ad un lavoro nel
settore del trasporto pubblico, perché sfruttino la Carta di
qualificazione del conducente, e chiede di spingere Trentino
Trasporti ad adottare misure analoghe a quelle dell’Alto Adige per
facilitare l’inserimento di cittadini trentini nel servizio
pubblico dei trasporti.
La
risposta. L'assessore
Gilmozzi ha precisato che il tema è molto delicato “perché non si
può certo fare marketing di una professione”. Ha poi ricordato che
la Provincia aveva messo in conto che i concorsi devono essere sempre
preceduti da un'attività nell'azienda che vede un turnover di 20
persone all'anno che entrano in Trentino Trasporti. Per ottenere la
Carta occorre seguire dei corsi impegnativi, di 280 ore per un
brevetto e di 140 per l'altro. Si tratta di un compito che le
Autoscuole devono però svolgere a monte, dotando gli operatori della
professionalità specifica e dei requisiti richiesti. “La Provincia
non può sostituirsi a questa attività formativa ma segnalarne la
necessità, evidenziando questa opportunità”. La Giunta intende
capire ora se si possono fornire anche forme di informazione
ulteriori, senza però interferire con le attività delle scuole, che
sono autorizzate a svolgere questi corsi. Si tratta quindi di
inserirsi in questo settore con delicatezza per stimolare l'ingresso
di lavoratori trentini, visto che oggi circa il 60% proviene da
regioni limitrofe.
La
replica.
Zanon ha sollecitato ad incrementare l'informazione e magari di
prevedere la possibilità di compartecipare la spesa. Secondo il
consigliere l'agenzia del lavoro dovrebbe impegnarsi di più in
questa direzione per agevolare maggiormente coloro che hanno
intenzione di partecipare.
Walter
Viola (Progetto Trentino)
Pat
silenziosa sul progetto
della
Rsa finanziata da privati
nel
comune di Aldeno
Il
consigliere invita la Giunta a chiarire le ragioni del mancato
riscontro dato ad una lettera inviata nel 2011 dal Sindaco di Aldeno
al presidente della Provincia, nella quale il primo cittadino
comunicava la disponibilità di un gruppo di progettisti e di un
investitore privato ad accollarsi totalmente i costi di
realizzazione, pari a circa 20 milioni di euro, di una Rsa da 120
posti nel territorio del Comune, all’unica condizione di avere
garanzia dell’accreditamento da parte di Piazza Dante.
La
risposta. L'assessore
Zeni ha segnalato che questo non è un caso isolato “perché molti
altri privati stanno chiedendo di costruire Rsa nel territorio per
convenzionare i posti letto con l'azienda sanitaria. La Giunta non ha
però intenzione di ampliare ulteriormente il numero dei già
numerosi posti letto in Rsa, bensì di incrementare i servizi a
sostegno della domiciliarità. Zeni ha concluso evidenziando che
esistono comunque già ben 500 posti letto in Rsa, autorizzati e non
convenzionati con il servizio sanitario provinciale, pari al 10% in
più rispetto a quelli attualmente offerti.
La
replica. Viola
ha osservato che occorre però dare risposta alle istanze che come
questa emergono da una comunità, mentre sulla richiesta dell'ex
sindaco di Aldeno l'assessore non ha mai preso posizione. Se c'è una
cosa che irrita una comunità è proprio la mancanza di risposte. Se
dunque nel merito per Viola l'assessore può anche avere ragione, dal
punto di vista del metodo deve dimostrare questa correttezza
istituzionale.
Lorenzo
Baratter (Patt)
Attivare
una App
per
il soccorso
di
persone sorde
Il
consigliere ha scritto e spiegato di essere interessato a sapere se
la Giunta intende attivarsi immediatamente per rendere fruibile anche
nel Trentino un’applicazione gratuita già esistente, denominata
“SOS sordi”, che costituisce un servizio unificato per la
richiesta di soccorso e la gestione delle emergenze da parte delle
persone sorde, utilizzabile tramite smartphone e tablet.
La
risposta. L'assessore
Zeni ha evidenziato che il servizio centrale unica di emergenza della
protezione civile con il progetto di numero unico per l'emergenza
112. Il nuovo sistema della centrale unica di risposta sarà
accessibile anche alle persone diversamente abili, non udenti e
sordomuti, anche attraverso smartphone e tablet. Con l'app si
potranno salvare i numeri personali da chiamare attraverso la
centrale operativa unica 112. I dati, ha precisato l'assessore,
vengono utilizzati esclusivamente per l'attivazione della chiamata
d'emergenza. Il sistema si potrà collegare anche con l'SOS sordi e
il progetto, ha concluso Zeni, troverà concreta realizzazione nel
mese di maggio.
La
replica.
Baratter ha preso atto con soddisfazione della volontà della
Provincia di adeguare il Trentino alle altre regioni italiane.
Filippo
Degasperi (Movimento 5 stelle)
Termoculle
e accessori
sugli
elicotteri per
i
parti precipitosi
Degasperi
vuole conoscere il numero, la tipologia e il costo di acquisto delle
termoculle e degli accessori (carrelli) necessari per gli interventi
degli elicotteri nei casi di parti precipitosi. In particolare il
consigliere chiede quale sia l’utilizzo attuale del modello di
termoculla “Burke-Burke” e la quantità di operatori necessaria
per provvedere alle operazioni di carico e scarico della termoculla
in elicottero.
La
risposta.
L'assessore Zeni ha ricordato che le termoculle utilizzate per
l'elicottero sono 2. La prima è costata poco più di 65.000 euro e
non comporta problemi di utilizzo, mentre per l'altra termoculla è
costata complessivamente 93.000 euro. Ultimamente è stato ordinato
un nuovo carrello che permetterà la movimentazione della termoculla
utilizzando non più 6 ma solo 2 persone e che costerà 29.000 euro,
la cui utilizzabilità sarà possibile entro il 15 maggio.
La
replica. Problema
secondo Degasperi riguarda la termoculla Burke-Burke, la cui
utilizzabilità è smentita dalle dichiarazioni dei tecnici
dell'Apss. Non è vero insomma quel che l'assessore ha affermato che
tutte e due le termoculle sono utilizzabili. Non si capisce poi per
il consigliere dove bisognerebbe trovare i 6 operatori necessari per
spostare la termoculla sul carrello. Le domande che sorgono per
Degasperi sono: quando queste persone sono impegnate in qualche altro
servizio, chi carica la termoculla che comunque non potrebbe volare?
Ancora: la spesa per la termoculla secondo Degasperi è eccessiva,
visto che non è utilizzabile a Cavalese, Tione e Arco. Le ambulanze
dell'Apss non possono caricare la termoculla. Per il consigliere è
quindi lecito da chiedersi con quale criterio questa termoculla sia
stata acquistata.
Mario
Tonina (UpT)
Inserimento
di
protonterapia
nei
Lea
Il
consigliere chiede all’assessore a che punto sia l’iter di
inserimento e di definizione delle tariffe delle prestazioni fornite
da protonterapia nei Lea per l’attivazione del centro di Trento, e
se è possibile sollecitare la conclusione in tempi brevi della fase
istruttoria.
La
risposta. L'assessore
Zeni ha evidenziato che il decreto del 12 gennaio 2017 relativo
all'approvazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza, prevede
che anche le prestazioni di protonterapia. Per la fruizione i
cittadini dovranno attendere la definizione delle tariffe. “I
lavori della commissione permanente sulle tariffe – ha informato
Zani – sono a buon punto. Peraltro – ha proseguito – la
Provincia ha sempre collaborato con gli organi nazionali e il 6 marzo
scorso ha trasmesso al ministero tutte le informazioni necessarie sul
centro di protonterapia. Sarà cura della Giunta – ha concluso
l'assessore tenere monitorato costantemente l'iter di approvazione
del decreto sulle tariffe”.
La
replica. Tonina,
soddisfatto, ha ricordato il notevole impegno economico della
Provincia per protonterapia, centro di cui il Trentino può essere
orgoglioso, ma proprio per questo è necessario che la struttura
diventi operativa a tutti gli effetti con l'inserimento delle
prestazioni nei Lea. La politica deve quindi farsene carico
attivandosi per ottenere il riconoscimento nazionale. In tal modo
molti ammalati, specialmente bambini, potranno ricevere cure dal
centro di protonterapia di Trento
Rodolfo
Borga (Civica Trentina)
Quali
iniziative
contro
gli attacchi
all’autonomia?
Prendendo
spunto dalle affermazioni contro l’autonomia espresse dal senatore
del Pd Esposito durante la trasmissione “L’aria che tira”, il
consigliere della Civica Trentina ha chiesto quali iniziative
politiche sono state assunte nei confronti del Pd per far cessare gli
attacchi alla nostra autonomia, e se si ritiene opportuno promuovere
iniziative d’informazione per far conoscere i rapporti finanziari
tra lo Stato e la nostra autonomia.
La
risposta. Il
presidente Rossi ha condiviso il senso dell'interrogazione e aggiunto
che la Provincia ha assunto lo stesso comportamento adottato anche
nei confronti di parlamentari di altre forze politiche. “Tramite la
nostra delegazione parlamentare al Senato c'è stato uno scambio di
mail in cui Esposito ha rassicurato che il suo partito non è contro
le autonomie speciali. In questo caso il fatto grave è che la stessa
conduttrice della trasmissione ha sbeffeggiato esageratamente la
nostra autonomia. Per questo- ha proseguito Rossi – ho provveduto
il giorno stesso del programma a protestare per iscritto con il
direttore Mentana, spiegando che i rapporti finanziari della
Provincia con lo Stato funzionano in modo molto diverso rispetto a
quello presentato nella trasmissione”. Quanto alla promozione il
presidente ha ricordato che la Provincia è impegnata ad evidenziare
sui media nazionali i frutti della nostra autonomia. E ha aggiunto
che “ogni anno in occasione del festival dell'economia e del premio
Degasperi facciamo partecipare i giornalisti della stampa nazionale
nella nostra provincia in cui spieghiamo loro anche con un'apposita
documentazione il funzionamento anche finanziario della nostra
autonomia”. Rossi ha concluso avvertendo che occorre però stare
attenti alla percezione della nostra autonomia, evitando di recitare
la parte dei primi della classe: dal punto di vista del marketing
territoriale vale molto di più cercare di suscitare la simpatia
dell'opinione pubblica, mostrando che l'autonomia è posta dalla
Provincia a servizio del Paese, specialmente quando si tratta di
dimostrare solidarietà.
La
replica. Per
Borga è giusto non cercare di fare la figura dei primi della classe,
ma proprio per questo non ci avvantaggia rappresentare le cose che
funzionano in Trentino perché la percezione è che funzionino grazie
ai soldi di cui siamo indebitamente dotati. A suo avviso
“bisognerebbe allora cercare di trovare modalità per spiegare
esclusivamente ai media, presupponendo la buona fede di molti
operatori dell'informazione, come stanno davvero le cose, dal momento
che tutto si riduce sempre alla questione finanziaria, e come
funziona davvero la nostra autonomia.
Maurizio
Fugatti (Lega Nord)
Università,
dopo Kuadra
a
chi andrà l’appalto
per
le pulizie?
Fugatti,
partendo dall’affidamento da parte dell’Università con procedura
negoziata dei lavori di pulizia alla Kuadra spa, impresa oggi sotto
inchiesta per presunte affiliazioni camorristiche, chiede, visto che
l’appalto è scaduto il 31 marzo, a chi sarà ora affidato il
servizio, con quale procedura e per quanto tempo; se e quando Apac
intenda provvedere alla convenzione e se il direttore generale
dell’Ateneo, che ha firmato l’appalto alla Kuadra, sia ancora
presidente dei revisori dei conti in Trento Rise.
La
risposta. L'assessore
Gilmozzi ha ricordato che il servizio era stato affidato nel 2011
tramite Consip. Alla scadenza c'è stato un nuovo bando nel 2014, poi
prorogato e la data nuova è il secondo trimestre 2017. Visto che
Apac stava avviando una nuova procedura, l'università ha poi deciso
di prorogare a fine aprile il contratto con i fornitori, tutelando
così anche i posti di lavoro. Il nuovo soggetto individuato per i
servizi è Esperia e l'ateneo deve ora verificare i requisiti
soggettivi del contraente. A questo punto il bando di Apac sarà
concluso entro il primo semestre 2017 ed è stato creato un gruppo di
esperti che coinvolge tutti gli esperti del settore e già riunitosi
molte volte. Entro questo mese di aprile, ha concluso l'assessore, i
documenti di gara dovrebbero essere pronti. Intanto è però
possibile attivare contratti-ponte per garantire continuità al
servizio.
La
replica. Per
Fugatti non è normale che solo ora l'Apac si sia svegliata sapendo
che che gli appalti erano stati dati ad una società sotto inchiesta
per presunte affiliazioni camorristiche. Il problema per il
consigliere è che “anziché coinvolgere società trentine sono
state fatte due proroghe alla società genovese sotto inchiesta. La
verità è che Apac e Provincia in questi mesi hanno dormito anziché
impegnarsi a fare una convenzione territoriale, che avrebbero magari
permesso ad un'impresa trentina di ottenere l'appalto. Quanto a
Esperia, Fugatti ha invitato a verificare l'identità di questa
società, i cui membri “sono più o meno gli stessi di Kuadra”.
Chiara
Avanzo (Patt)
Borgo,
quali ipotesi
per
il futuro
dell’acciaieria?
La
consigliere del Patt chiede quali siano le informazioni aggiornate in
possesso della Giunta riguardo la situazione delle Acciaieria di
Borgo; se ci siano motivi di preoccupazione per i 106 lavoratori;
quale sia lo stato delle offerte di acquisto e se ci siano ipotesi di
riqualificazione dello stabilimento compatibili con l’ambiente.
La
risposta. L'assessore
Olivi ha richiamato la novità del provvedimento preso il 22 marzo
scorso con cui il tribunale di Trento, sezione fallimentare, non ha
decretato il fallimento di Acciaierie ma la improcedibilità della
domanda di concordato perché non sono state avanzate proposte
adeguate e sufficienti per contrastare la persistente situazione di
difficoltà finanziaria. Questo non impedisce un qualsiasi altro
progetto di subentro nelle acciaierie, anzi. “Si sa – ha
proseguito Olivi – che esistono due proposte: una che riguarda il
sito di Borgo Valsugana e il sito di Odolo, strettamente collegati,
mentre l'altra prevede due ipotesi diversificate. La Provincia – ha
aggiunto – sostiene da sempre la necessità che il sito di Borgo
sia inserito in una filiera dell'acciaio, contro ogni intervento a
carattere speculativo. Quando vi sarà un'impresa che farà una
proposta – ha concluso – potremo anche prevedere l'investimento
auspicato da Avanzo”.
La
replica. Avanzo
ha apprezzato la conferma che la Provincia è parte attiva nella
ricerca di una soluzione e che si preoccupa per il futuro dei
lavoratori.
Nerio
Giovanazzi (AT)
L’Eremo
va verso
una
riduzione
del
personale?
Il
consigliere di AT chiede alla Giunta se corrispondano al vero le
notizie di un ridimensionamento del personale della Casa di cura
Eremo di Arco, che comporterebbe la rinuncia della mobilità passiva
dei pazienti e se ci siano stati, invece, sforamenti nei
finanziamenti per la casa di cura San Pancrazio nel 2016.
La
risposta.
L'assessore Zeni ha comunicato che sono in corso verifiche rispetto
alle necessità di carattere clinico e riabilitativo-sanitario
riguardanti le case di cura, incluso l'Eremo. Serve infatti
un'analisi dei bisogni perché la Provincia possa determinare il
budget necessario. In ogni caso l'Eremo è considerato importante
dalla Provincia e nel 2015 è stato aumentato il budget per la
struttura ed è ora aperto il confronto per un ulteriore incremento.
Rilevante in questa direzione è il previsto ampliamento programmato
dalla casa di cura. Zeni ha segnalato anche che è in fase di
ultimazione un protocollo per determinare i parametri standard per il
pubblico e il privato. E ha aggiunto che lo sforamento del budget è
stato di 1,2 milioni di euro per l'Eremo e di 270 mila euro per
l'ospedale S. Pancrazio.
La
replica.
Per Giovanazzi la verità è che vi è stato un braccio di ferro che
non ha nulla a che vedere con i criteri che devono essere introdotti
per non sforare il budget. O, allora, si riorganizza la sanità come
si deve, vale a dire con meno chiacchiere e più fatti, oppure ne
usciranno danneggiate la sanità e la comunità trentina nel suo
insieme.