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04/04/2017 - In aula o in commissione

Consiglio provinciale aperto dai question time

Discusse in aula con la Giunta 21 interrogazioni a risposta immediata

Consiglio provinciale aperto dai question time

In allegato, due foto dell'aula occupata dai manifestanti e l'ordine del giorno delle tre giornate iniziate oggi con la possibilità di accesso ai testi

Consiglio provinciale aperto dai question time

​​​​​Dopo il minuto di silenzio, osservato su invito del presidente Dorigatti, per ricordare le vittime dell'attentato terroristico di ieri a San Pietroburgo e ribadire scelta del dialogo e il rifiuto della violenza, si è aperta stamane con i question time la prima delle tre giornate di lavoro in aula del Consiglio provinciale. Ecco una sintesi del “botta e risposta” tra consiglieri e Giunta. Durante la discussione alcuni manifestanti con striscioni hanno occupato l'emiciclo. Subito il presidente Dorigatti ha sospeso la seduta e convocato i capigruppo, diffondendo poi una nota per stigmatizzare l'accaduto (foto allegate).



Luca Giuliani (Patt)

Coordinamento

antimobbing,

e azioni di contrasto


Ricordando che la legge 2 approvata dalla Provincia nel 2013 prevede l’istituzione di un coordinamento antimobbing con l’obiettivo di attuare tutte le azioni necessarie per contrastare il fenomeno e di promuovere il confronto tra i soggetti coinvolti da queste misure, Giuliani chiede se l’organismo sia stato creato e quali siano gli interventi adottati fino ad oggi per tutelare i lavoratori dal mobbing.

La risposta. Rossi ha risposto affermando che la procedura per la nomina del coordinamento non è stata completata. Per i lavoratori pubblici c’è comunque un organismo che si occupa di mobbing, ma verrà data disposizione immediata alle strutture competenti per arrivare in tempi rapidi alla nomina del coordinamento antimobbing che dovrà occuparsi anche dei lavoratori del settore privato.



Claudio Civettini (Civica Trentina)

Tassa di 50 euro

a posto letto

solo in val Rendena


Civettini chiede come mai la Giunta abbia stabilito solo per la val Rendena una tassa massima di 50 euro a posto letto per gli appartamenti concessi in locazione ad uso turistico, mentre in tutte le altre zone del Trentino il limite della tassa è pari a 25 euro, e se non ritenga di rivedere questo provvedimento.

La risposta. L’assessore Dallapiccola ha risposto affermando che l’imposta provinciale per gli alloggi ad uso turistico non è una patrimoniale. Ma è viene applicata in modo forfettario tra 20 e 50 euro a posto letto a anno. Il 15 dicembre 2015, ha ricordato ancora, è arrivata dalla Comunità delle Giudicarie la richiesta di applicare l’imposta a 50 euro. La giunta, quindi, non poteva far altro che adeguarsi. La legge sull’imposta di soggiorno, del resto ha concluso Dallapiccola, responsabilizza i territori che hanno la possibilità di fissarne il limite massimo.

La replica. Il consigliere ha preso atto che l’imposta non è una patrimoniale, anche se di fatto lo è. E attraverso la responsabilizzazione dei territori alla fine si arriva a “mungere” le realtà locali imponendo anche agli ospiti costi molti alti.



Giuseppe Detomas (Ual)

La Provincia deve

combattere contro

una pianta tossica


Detomas chiede se, per tutelare le persone dalla “Heracleum Mantegazzianum” o “Panace di Mantegazzi”, pianta infestante velenosa non autoctona, alta fino a 2-3 metri, molto pericolosa per chiunque la tocchi perché contiene una linfa altamente tossica per la pelle, la Provincia disponga di una mappatura della sua diffusione in Trentino, se siano state adottate misure volte ad informare i cittadini riguardo a questo rischio, e quali iniziative intende intraprendere per limitarne la crescita o eradicarla.

La risposta. Dallapiccola ha risposto affermando che il problema c’è, anche se non ci sono stati casi di lesioni per il contatto con questa pianta. Sono state attivate delle informazioni al personali forestali e agli operai forestali. Non ci sono stati azioni di contenimento ma si sta agendo su aree specifiche per sperimentare sistemi chimici di contrasto alla diffusione di questa pianta.



Massimo Fasanelli (Gruppo misto)

Agevolazioni alle imprese

di autotrasporto

di piccole dimensioni


Fasanelli vuole sapere dall’assessore quante domande di agevolazione sono state presentate alla Provincia da piccole imprese di autotrasporto dal 1° settembre al 31 ottobre 2016 in seguito alla costituzione di un apposito fondo gestito da enti di garanzia, chi ha esaminato le richieste, quante sono state accolte e respinte, a che punto è l’iter del procedimento e se le aziende interessate hanno già saputo l’esito della loro istanza.

La risposta. Olivi ha risposto affermando che lo strumento è stato progettato nel 2016 con la finalità di avere una misura di sistema a sostegno dei crediti commerciali delle piccole imprese di trasporto, sotto i 50 dipendenti. Uno strumento veicolato da Confidi che prevede l’impegno per le aziende del mantenimento dei livelli occupazionali. L’istruttoria ha visto 77 domande, 72 ammesse, due ritirate e tre rifiutate. Corrispondere a tutte le aziende ammissibili, ha detto l’assessore, avrebbe comportato una riduzione eccessiva del sostegno finanziario a ciascun azienda, per questo il 24 marzo è stata stanziato dalla Giunta un ulteriore milione e 200 mila euro per rispondere a tutti i richiedenti col massimo di incentivazione possibile. Una scelta che però ha comportato ritardi nella liquidazione dei finanziamenti.

La replica. Soddisfatto il consigliere perché, al di là dei ritardi, ci si sta muovendo per sostenere queste aziende.



Walter Kaswalder (Misto)

Ritardo nei

pagamenti dei

“premi agricoli”


Considerati i ritardi accumulati dalla Provincia nel pagamento dei cosiddetti “premi agricoli” destinati ad allevatori, pastori e contadini, ritardi attribuiti in passato a non meglio specificati problemi informatici, Kaswalder chiede all’assessore a che punto sia oggi la corresponsione di questi contributi, che entità abbiano per ciascun settore, quante domande risultino ancora inevase e quante siano state respinte.

La risposta. Dallapiccola ha risposto affermando che la situazione del Psr ci contributi sono stati liquidati al 90% quelli del 2015, cioè 14 milioni, restano fuori solo 30 posizioni che riguardano l’alpeggio. Per il sostegno bio si sta andando in delibera e si pagherà 1 milione e 100 e i ritardi sono dovuto al cambio delle norme sullo sfalcio. Per la domanda unica sono state liquidate il 95% delle domande, per due milioni e 700. Sulla campagna Psr 2016, effettuato l’85% dei pagamenti, cioè 6 milioni e 200 e il saldo ci sarà entro il 30 giugno. Per la domanda unica è stato pagato il 50% delle domande, in tutto 2,5 milioni di euro, entro giugno verrà pagato il resto. E’ vero, ha detto l’assessore, che ci sono stati sei mesi di ritardi, ma siano in linea col resto di Italia, al 3° posto. Ora, ha concluso Dallapiccola, la questione ritardi è sostanzialmente risolta.

La replica. Il Veneto, ha detto il consigliere, ha anticipato il 2017 e si deve essere più precisi nelle scadenze perché il mondo agricolo è in difficoltà. E in Vallagarina sembra che i pagamenti siamo indietro di due anni. Comunque, il consigliere ha detto che farà una verifica sui tempi reali di pagamento.



Gianpiero Passamani (UpT)

Indennizzo assicurativo

per gli operatori turistici

penalizzati dal clima


Il consigliere chiede alla Giunta di valutare la possibilità di adottare strumenti di indennizzo sul modello del Codipra per gli operatori turistici del Trentino, i cui ricavi risentono sempre più spesso negativamente dell’andamento sfavorevole delle condizioni meteo invernali ed estive. Per Passamani si potrebbe garantire in tal modo agli operatori del settore una copertura assicurativa in base a soglie e rigidi parametri predefiniti e rilevati da centraline meteo di riferimento presenti sul territorio provinciale.

La risposta. Dallapiccola ha risposto affermando che la Pat nel 2008 aveva già provato ad approfondire il tema e prodotto un rapporto indicando che, rispetto alle assicurazioni, è più efficace diversificare le offerte del turismo trentino. Per intervenire dal punto finanziario, ha detto inoltre l’assessore, servirebbe una legge e risorse e si entrerebbe nel campo dell’aiuto alle imprese e quindi si potrebbe intervenire solo con la disciplina de minimis. Quindi, ha concluso Dallapiccola, contributi e assicurazioni per le avverse condizioni meteo sono difficilmente realizzabili.

La replica. Passamani ha detto che il tema è delicato, ma la sollecitazione è venuta da un gruppo di operatori della Valsugana che si sono messi già in contatto con assicuratori londinesi. Una strada che dovrebbe essere valutata con un gruppo di lavoro.



Pietro De Godenz (UpT)

Sostenere i Comuni

capofila sui costi per

le gestioni associate


Poiché per consentire e rendere razionale la funzionalità dei servizi delle nuove gestioni associate, i comuni capofila si sono accollati gli interventi necessari sul piano organizzativo e tecnologico, De Godenz chiede alla Giunta come intende intervenire a supporto dei costi spesso rilevanti sostenuti da queste amministrazioni locali.

La risposta. L’assessore Daldoss ha detto che centrali vengono ritenute le spese per il sistema informatico anche per la funzionalità dei comuni. Su questo è stato sottoscritto un protocollo tra il Consorzio dei comuni e la Pat per individuare interventi omogenei e sostenibili. Quindi, sull’informatica, la Pat è disposta a intervenire e tra breve partiranno le procedure di appalto.

La replica. Soddisfatto della risposta De Godenz perché la parte informatica è decisiva. Intervenire sia per i comuni che hanno aderito alle gestioni associate che per gli altri è un passo importante.



Claudio Cia (Misto)

Parti in casa

con aiuti Pat

quale sicurezza?


Il consigliere ha chiesto di sapere come si possano conciliare le agevolazioni previste dalla Pat per le donne che scelgono il parto in casa, potenzialmente molto rischioso, e le norme di sicurezza imposte invece agli ospedali. Quanti sono stati i parti avvenuti in casa e quanti col contributo della Pat e, infine, se si siano registrate complicanze e necessità di ricovero di madri e neonati.

La risposta. Zeni ha risposto che chi sceglie di partorisce a casa se ne assume la responsabilità assieme a chi l’assiste. L’Azienda sanitaria e la Pat, ha ricordato, non promuovono il parto in casa. Negli anni scorsi, è stata fatta un’indagine che ha messo in rilievo che non ci sono stati fatti clinici rilevanti. La scelta di tale percorso è espressione della libertà della donna, decisione tutelata dal nostro ordinamento come livello di assistenza secondaria e il concorso spese è di 750 euro per l’assistenza. C’è poi un contributo sull’impiego di professionisti privati e, ha ricordato l’assessore, è stato votato dal Consiglio un odg che impegna la Giunta a sostenere le donne che scelgono il parto in casa. Il parto a domicilio, ha ricordato infine, non ha risentito della riorganizzazione ospedaliera: 32 sono stati i casi nel 2016, numero in linea con il trend di parti a domicilio degli anni precedenti.

La replica. Cia ha risposto che la sua interrogazione non intendeva gettare ombre sul parto in casa che, al contrario, andrebbe incrementato. La domanda di attualità, invece, è stata fatta per evidenziare la contraddizione tra i parti a domicilio e le norme di sicurezza richieste per i punti nascita.



Giacomo Bezzi (FI)

Quanti accessi

e quali attese

nei Pronto soccorso?


La riorganizzazione delle guardie mediche e, più in generale, l’accentramento su Trento dei servizi sanitari, secondo il consigliere di FI, hanno portato ad aumento di lavoro per i Pronto soccorso. Per questo Bezzi chiede quale sia il numero degli accessi e i tempi d’attesa, negli ultimi tre anni, ai Pronto soccorso.

La risposta. Zeni ha risposo che gli accessi al Pronto soccorso negli ultimi tre anni sono stati nel 2014, 217 mila, nel 2015, 216 mila, nel 2016, 215 mila. Quindi in calo, non in aumento. Elencando i dati sui tempi d’attesa ha detto che in codice bianco il tempo di attesa è stato di due ore 80%; nel verde entro due ore viene affrontato il 90% casi; l’1,5% dei casi, in codice bianco, richiede un attesa di oltre sei ore.

La replica. Bezzi ha detto che si dovrebbe risolvere anche il tema dell’1,5% che superano le sei ore.



Donata Borgonovo Re (PD)

Tassullo spa, la Giunta

cosa fa per evitare

l’asta “spezzatino”?


La consigliera Pd, partendo dalle notizie in base alle quali il curatore fallimentare della Tassullo spa avrebbe l’intenzione di mettere in vendita in modo distinto i rami d’impresa, chiede alla giunta quali intenzioni abbia per evitare un’asta “spezzatino” e quindi salvaguardare una realtà imprenditoriale di eccellenza.

La risposta. L’assessore Olivi ha affermato che l’atteggiamento e l’azione della Giunta non è mutato. Quindi, l’unitarietà degli asset strategici viene ancora considerata fondamentale. Una posizione, questa, presentata da parte della Pat agli organi della procedura con insistenza. Ma c’è un fatto nuovo, ha aggiunto Olivi: è vero che il curatore l’11 aprile farà un tentativo di gara con offerte disgiunte, ma c’è una proposta guidata da soggetti del territorio per incardinare la trattativa su un binario di unitarietà. Quindi, sembra ci sia la volontà della procedura di andare avanti, ma rispetto all’ultima volta che si è parlato in Consiglio di Tassullo spa, c’è una proposta unitaria. La Pat, ha ricordato infine Olivi, sta dalla parte di chi fa proposte industriali e non di chi vuole speculare. La Giunta oggi può dire: se c’è un progetto ce l’ho presentino e se non è speculativo verrà sostenuto.

La replica. La consigliera ha affermato che è una garanzia il fatto che la Pat stia se​guendo la procedura, seppur con spazi d’azione circoscritti, ma non deve perdere di vista questo percorso per salvaguardare un patrimonio della comunità intera. Perciò, se esiste una proposta industriale seria, che si fa carico di non spezzettare un patrimonio importante, è altrettanto importante che trovi il sostegno della Pat.



Manuela Bottamedi (Misto)

Perché le lezioni

antiomofobia

sono facoltative?


La consigliera del Misto chiede al Presidente della Giunta, partendo dalle linee guida pe le scuole per il coinvolgimento delle famiglie sul contrasto all’omofobia, se ritenga legittimo che un’assenza possa essere giustificata senza motivazioni; in base a quale norma si ritenga legittimo rendere facoltative lezioni curricolari e perché siano stati resi facoltativi i percorsi educativi sulle diversità e le discriminazioni ritenuti prioritari nei piani di studio provinciali e nei progetti d’istituto.

La risposta. Rossi ha risposto affermando che con l’odg si è data la possibilità alle famiglie di esercitare ciò che il Consiglio ha definito. Per evitare che i contenuti dell’odg andassero oltre le regole stabilite nella mozione, la Giunta ha puntualizzato che la comunicazione di non partecipazione alle lezioni antiomofobia ha il valore di una giustificazione. L’odg, ha ricordato ancora, è il frutto di due posizioni virtuose quindi si mantengono le iniziative nei programmi scolastici per il contrasto all’omofobia ma si fa anche in modo che le famiglie possano giustificare con una comunicazione l’assenza. Un ottimo compromesso, ha ricordato Rossi, riconosciuto in aula dalla stessa consigliera.

La replica. Manuela Bottamedi ha replicato affermando di aver votato l’odg in modo convinto ma di non avere mai votato che la comunicazione delle famiglie non dovesse contenere la motivazione. Con questa scelta, ha concluso, si sta sdoganando la possibilità di scegliere, con una semplice comunicazione dei genitori, le lezioni come un menù.



Marino Simoni (Progetto Trentino)

Finanziamento degli

impianti di risalita

e tutela dei posti di lavoro


Per gli addetti agli impianti di risalita del Trentino, il consigliere vuole sapere se nei protocolli d’intesa sottoscritti dalla Provincia o da Trentino Sviluppo per trasferire ai proprietari risorse pubbliche, si subordina la concessione alla garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, quali azioni intende adottare la Giunta per la salvaguardia dei posti di lavoro sia fissi sia stagionali in questo comparto, e infine se non sia il caso di adottare un unico metodo operativo nel finanziamento s tutti i settori economici che tuteli i posti di lavoro e ne stimoli il potenziamento.

La risposta. L'assessore Dallapiccola ha ricordato che gli interventi nel settore funiviario sono stati rimodulati con una recente delibera della Giunta per favorire la compartecipazione privata agli investimenti. Dunque è cambiata la logica dei finanziamenti pubblici, volti a garantire il funzionamento delle stazioni sciistiche assicurando indirettamente in tal modo anche i necessari livelli occupazionali. Per gli contributi provinciali più rilevanti, ha concluso, è già prevista una procedura negoziale che li subordina a impegni precisi sul piano occupazionale, concordati con i sindacati.

La replica. Simoni ha giudicato “un po' fumosa” la risposta pur condividendo l'analisi e ha ribadito la necessità di agganciare “con maggiore forza all'interno dei protocolli” gli interventi finanziari pubblici alla tenuta occupazionale delle imprese. Diversamente “ci si troverà a rincorrere situazioni non più rimediabili perché successive ai licenziamenti”.



Gianfranco Zanon (Progetto Trentino)

Facilitare l’inserimento

di cittadini trentini

in Trentino Trasporti


Il consigliere sollecita la Giunta a spiegare se sia stata attivata la procedura prevista da un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale il 27 luglio 2016, che impegna a garantire un progetto informativo a supporto dei soggetti interessati ad un lavoro nel settore del trasporto pubblico, perché sfruttino la Carta di qualificazione del conducente, e chiede di spingere Trentino Trasporti ad adottare misure analoghe a quelle dell’Alto Adige per facilitare l’inserimento di cittadini trentini nel servizio pubblico dei trasporti.

La risposta. L'assessore Gilmozzi ha precisato che il tema è molto delicato “perché non si può certo fare marketing di una professione”. Ha poi ricordato che la Provincia aveva messo in conto che i concorsi devono essere sempre preceduti da un'attività nell'azienda che vede un turnover di 20 persone all'anno che entrano in Trentino Trasporti. Per ottenere la Carta occorre seguire dei corsi impegnativi, di 280 ore per un brevetto e di 140 per l'altro. Si tratta di un compito che le Autoscuole devono però svolgere a monte, dotando gli operatori della professionalità specifica e dei requisiti richiesti. “La Provincia non può sostituirsi a questa attività formativa ma segnalarne la necessità, evidenziando questa opportunità”. La Giunta intende capire ora se si possono fornire anche forme di informazione ulteriori, senza però interferire con le attività delle scuole, che sono autorizzate a svolgere questi corsi. Si tratta quindi di inserirsi in questo settore con delicatezza per stimolare l'ingresso di lavoratori trentini, visto che oggi circa il 60% proviene da regioni limitrofe.

La replica. Zanon ha sollecitato ad incrementare l'informazione e magari di prevedere la possibilità di compartecipare la spesa. Secondo il consigliere l'agenzia del lavoro dovrebbe impegnarsi di più in questa direzione per agevolare maggiormente coloro che hanno intenzione di partecipare.



Walter Viola (Progetto Trentino)

Pat silenziosa sul progetto

della Rsa finanziata da privati

nel comune di Aldeno


Il consigliere invita la Giunta a chiarire le ragioni del mancato riscontro dato ad una lettera inviata nel 2011 dal Sindaco di Aldeno al presidente della Provincia, nella quale il primo cittadino comunicava la disponibilità di un gruppo di progettisti e di un investitore privato ad accollarsi totalmente i costi di realizzazione, pari a circa 20 milioni di euro, di una Rsa da 120 posti nel territorio del Comune, all’unica condizione di avere garanzia dell’accreditamento da parte di Piazza Dante.

La risposta. L'assessore Zeni ha segnalato che questo non è un caso isolato “perché molti altri privati stanno chiedendo di costruire Rsa nel territorio per convenzionare i posti letto con l'azienda sanitaria. La Giunta non ha però intenzione di ampliare ulteriormente il numero dei già numerosi posti letto in Rsa, bensì di incrementare i servizi a sostegno della domiciliarità. Zeni ha concluso evidenziando che esistono comunque già ben 500 posti letto in Rsa, autorizzati e non convenzionati con il servizio sanitario provinciale, pari al 10% in più rispetto a quelli attualmente offerti.

La replica. Viola ha osservato che occorre però dare risposta alle istanze che come questa emergono da una comunità, mentre sulla richiesta dell'ex sindaco di Aldeno l'assessore non ha mai preso posizione. Se c'è una cosa che irrita una comunità è proprio la mancanza di risposte. Se dunque nel merito per Viola l'assessore può anche avere ragione, dal punto di vista del metodo deve dimostrare questa correttezza istituzionale.



Lorenzo Baratter (Patt)

Attivare una App

per il soccorso

di persone sorde


Il consigliere ha scritto e spiegato di essere interessato a sapere se la Giunta intende attivarsi immediatamente per rendere fruibile anche nel Trentino un’applicazione gratuita già esistente, denominata “SOS sordi”, che costituisce un servizio unificato per la richiesta di soccorso e la gestione delle emergenze da parte delle persone sorde, utilizzabile tramite smartphone e tablet.

La risposta. L'assessore Zeni ha evidenziato che il servizio centrale unica di emergenza della protezione civile con il progetto di numero unico per l'emergenza 112. Il nuovo sistema della centrale unica di risposta sarà accessibile anche alle persone diversamente abili, non udenti e sordomuti, anche attraverso smartphone e tablet. Con l'app si potranno salvare i numeri personali da chiamare attraverso la centrale operativa unica 112. I dati, ha precisato l'assessore, vengono utilizzati esclusivamente per l'attivazione della chiamata d'emergenza. Il sistema si potrà collegare anche con l'SOS sordi e il progetto, ha concluso Zeni, troverà concreta realizzazione nel mese di maggio.

La replica. Baratter ha preso atto con soddisfazione della volontà della Provincia di adeguare il Trentino alle altre regioni italiane.



Filippo Degasperi (Movimento 5 stelle)

Termoculle e accessori

sugli elicotteri per

i parti precipitosi



Degasperi vuole conoscere il numero, la tipologia e il costo di acquisto delle termoculle e degli accessori (carrelli) necessari per gli interventi degli elicotteri nei casi di parti precipitosi. In particolare il consigliere chiede quale sia l’utilizzo attuale del modello di termoculla “Burke-Burke” e la quantità di operatori necessaria per provvedere alle operazioni di carico e scarico della termoculla in elicottero.

La risposta. L'assessore Zeni ha ricordato che le termoculle utilizzate per l'elicottero sono 2. La prima è costata poco più di 65.000 euro e non comporta problemi di utilizzo, mentre per l'altra termoculla è costata complessivamente 93.000 euro. Ultimamente è stato ordinato un nuovo carrello che permetterà la movimentazione della termoculla utilizzando non più 6 ma solo 2 persone e che costerà 29.000 euro, la cui utilizzabilità sarà possibile entro il 15 maggio.

La replica. Problema secondo Degasperi riguarda la termoculla Burke-Burke, la cui utilizzabilità è smentita dalle dichiarazioni dei tecnici dell'Apss. Non è vero insomma quel che l'assessore ha affermato che tutte e due le termoculle sono utilizzabili. Non si capisce poi per il consigliere dove bisognerebbe trovare i 6 operatori necessari per spostare la termoculla sul carrello. Le domande che sorgono per Degasperi sono: quando queste persone sono impegnate in qualche altro servizio, chi carica la termoculla che comunque non potrebbe volare? Ancora: la spesa per la termoculla secondo Degasperi è eccessiva, visto che non è utilizzabile a Cavalese, Tione e Arco. Le ambulanze dell'Apss non possono caricare la termoculla. Per il consigliere è quindi lecito da chiedersi con quale criterio questa termoculla sia stata acquistata.



Mario Tonina (UpT)

Inserimento di

protonterapia

nei Lea


Il consigliere chiede all’assessore a che punto sia l’iter di inserimento e di definizione delle tariffe delle prestazioni fornite da protonterapia nei Lea per l’attivazione del centro di Trento, e se è possibile sollecitare la conclusione in tempi brevi della fase istruttoria.

La risposta. L'assessore Zeni ha evidenziato che il decreto del 12 gennaio 2017 relativo all'approvazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza, prevede che anche le prestazioni di protonterapia. Per la fruizione i cittadini dovranno attendere la definizione delle tariffe. “I lavori della commissione permanente sulle tariffe – ha informato Zani – sono a buon punto. Peraltro – ha proseguito – la Provincia ha sempre collaborato con gli organi nazionali e il 6 marzo scorso ha trasmesso al ministero tutte le informazioni necessarie sul centro di protonterapia. Sarà cura della Giunta – ha concluso l'assessore tenere monitorato costantemente l'iter di approvazione del decreto sulle tariffe”.

La replica. Tonina, soddisfatto, ha ricordato il notevole impegno economico della Provincia per protonterapia, centro di cui il Trentino può essere orgoglioso, ma proprio per questo è necessario che la struttura diventi operativa a tutti gli effetti con l'inserimento delle prestazioni nei Lea. La politica deve quindi farsene carico attivandosi per ottenere il riconoscimento nazionale. In tal modo molti ammalati, specialmente bambini, potranno ricevere cure dal centro di protonterapia di Trento



Rodolfo Borga (Civica Trentina)

Quali iniziative

contro gli attacchi

all’autonomia?


Prendendo spunto dalle affermazioni contro l’autonomia espresse dal senatore del Pd Esposito durante la trasmissione “L’aria che tira”, il consigliere della Civica Trentina ha chiesto quali iniziative politiche sono state assunte nei confronti del Pd per far cessare gli attacchi alla nostra autonomia, e se si ritiene opportuno promuovere iniziative d’informazione per far conoscere i rapporti finanziari tra lo Stato e la nostra autonomia.

La risposta. Il presidente Rossi ha condiviso il senso dell'interrogazione e aggiunto che la Provincia ha assunto lo stesso comportamento adottato anche nei confronti di parlamentari di altre forze politiche. “Tramite la nostra delegazione parlamentare al Senato c'è stato uno scambio di mail in cui Esposito ha rassicurato che il suo partito non è contro le autonomie speciali. In questo caso il fatto grave è che la stessa conduttrice della trasmissione ha sbeffeggiato esageratamente la nostra autonomia. Per questo- ha proseguito Rossi – ho provveduto il giorno stesso del programma a protestare per iscritto con il direttore Mentana, spiegando che i rapporti finanziari della Provincia con lo Stato funzionano in modo molto diverso rispetto a quello presentato nella trasmissione”. Quanto alla promozione il presidente ha ricordato che la Provincia è impegnata ad evidenziare sui media nazionali i frutti della nostra autonomia. E ha aggiunto che “ogni anno in occasione del festival dell'economia e del premio Degasperi facciamo partecipare i giornalisti della stampa nazionale nella nostra provincia in cui spieghiamo loro anche con un'apposita documentazione il funzionamento anche finanziario della nostra autonomia”. Rossi ha concluso avvertendo che occorre però stare attenti alla percezione della nostra autonomia, evitando di recitare la parte dei primi della classe: dal punto di vista del marketing territoriale vale molto di più cercare di suscitare la simpatia dell'opinione pubblica, mostrando che l'autonomia è posta dalla Provincia a servizio del Paese, specialmente quando si tratta di dimostrare solidarietà.

La replica. Per Borga è giusto non cercare di fare la figura dei primi della classe, ma proprio per questo non ci avvantaggia rappresentare le cose che funzionano in Trentino perché la percezione è che funzionino grazie ai soldi di cui siamo indebitamente dotati. A suo avviso “bisognerebbe allora cercare di trovare modalità per spiegare esclusivamente ai media, presupponendo la buona fede di molti operatori dell'informazione, come stanno davvero le cose, dal momento che tutto si riduce sempre alla questione finanziaria, e come funziona davvero la nostra autonomia.



Maurizio Fugatti (Lega Nord)

Università, dopo Kuadra

a chi andrà l’appalto

per le pulizie?


Fugatti, partendo dall’affidamento da parte dell’Università con procedura negoziata dei lavori di pulizia alla Kuadra spa, impresa oggi sotto inchiesta per presunte affiliazioni camorristiche, chiede, visto che l’appalto è scaduto il 31 marzo, a chi sarà ora affidato il servizio, con quale procedura e per quanto tempo; se e quando Apac intenda provvedere alla convenzione e se il direttore generale dell’Ateneo, che ha firmato l’appalto alla Kuadra, sia ancora presidente dei revisori dei conti in Trento Rise.

La risposta. L'assessore Gilmozzi ha ricordato che il servizio era stato affidato nel 2011 tramite Consip. Alla scadenza c'è stato un nuovo bando nel 2014, poi prorogato e la data nuova è il secondo trimestre 2017. Visto che Apac stava avviando una nuova procedura, l'università ha poi deciso di prorogare a fine aprile il contratto con i fornitori, tutelando così anche i posti di lavoro. Il nuovo soggetto individuato per i servizi è Esperia e l'ateneo deve ora verificare i requisiti soggettivi del contraente. A questo punto il bando di Apac sarà concluso entro il primo semestre 2017 ed è stato creato un gruppo di esperti che coinvolge tutti gli esperti del settore e già riunitosi molte volte. Entro questo mese di aprile, ha concluso l'assessore, i documenti di gara dovrebbero essere pronti. Intanto è però possibile attivare contratti-ponte per garantire continuità al servizio.

La replica. Per Fugatti non è normale che solo ora l'Apac si sia svegliata sapendo che che gli appalti erano stati dati ad una società sotto inchiesta per presunte affiliazioni camorristiche. Il problema per il consigliere è che “anziché coinvolgere società trentine sono state fatte due proroghe alla società genovese sotto inchiesta. La verità è che Apac e Provincia in questi mesi hanno dormito anziché impegnarsi a fare una convenzione territoriale, che avrebbero magari permesso ad un'impresa trentina di ottenere l'appalto. Quanto a Esperia, Fugatti ha invitato a verificare l'identità di questa società, i cui membri “sono più o meno gli stessi di Kuadra”.



Chiara Avanzo (Patt)

Borgo, quali ipotesi

per il futuro

dell’acciaieria?


La consigliere del Patt chiede quali siano le informazioni aggiornate in possesso della Giunta riguardo la situazione delle Acciaieria di Borgo; se ci siano motivi di preoccupazione per i 106 lavoratori; quale sia lo stato delle offerte di acquisto e se ci siano ipotesi di riqualificazione dello stabilimento compatibili con l’ambiente.

La risposta. L'assessore Olivi ha richiamato la novità del provvedimento preso il 22 marzo scorso con cui il tribunale di Trento, sezione fallimentare, non ha decretato il fallimento di Acciaierie ma la improcedibilità della domanda di concordato perché non sono state avanzate proposte adeguate e sufficienti per contrastare la persistente situazione di difficoltà finanziaria. Questo non impedisce un qualsiasi altro progetto di subentro nelle acciaierie, anzi. “Si sa – ha proseguito Olivi – che esistono due proposte: una che riguarda il sito di Borgo Valsugana e il sito di Odolo, strettamente collegati, mentre l'altra prevede due ipotesi diversificate. La Provincia – ha aggiunto – sostiene da sempre la necessità che il sito di Borgo sia inserito in una filiera dell'acciaio, contro ogni intervento a carattere speculativo. Quando vi sarà un'impresa che farà una proposta – ha concluso – potremo anche prevedere l'investimento auspicato da Avanzo”.

La replica. Avanzo ha apprezzato la conferma che la Provincia è parte attiva nella ricerca di una soluzione e che si preoccupa per il futuro dei lavoratori.



Nerio Giovanazzi (AT)

L’Eremo va verso

una riduzione

del personale?


Il consigliere di AT chiede alla Giunta se corrispondano al vero le notizie di un ridimensionamento del personale della Casa di cura Eremo di Arco, che comporterebbe la rinuncia della mobilità passiva dei pazienti e se ci siano stati, invece, sforamenti nei finanziamenti per la casa di cura San Pancrazio nel 2016.

La risposta. L'assessore Zeni ha comunicato che sono in corso verifiche rispetto alle necessità di carattere clinico e riabilitativo-sanitario riguardanti le case di cura, incluso l'Eremo. Serve infatti un'analisi dei bisogni perché la Provincia possa determinare il budget necessario. In ogni caso l'Eremo è considerato importante dalla Provincia e nel 2015 è stato aumentato il budget per la struttura ed è ora aperto il confronto per un ulteriore incremento. Rilevante in questa direzione è il previsto ampliamento programmato dalla casa di cura. Zeni ha segnalato anche che è in fase di ultimazione un protocollo per determinare i parametri standard per il pubblico e il privato. E ha aggiunto che lo sforamento del budget è stato di 1,2 milioni di euro per l'Eremo e di 270 mila euro per l'ospedale S. Pancrazio.

La replica. Per Giovanazzi la verità è che vi è stato un braccio di ferro che non ha nulla a che vedere con i criteri che devono essere introdotti per non sforare il budget. O, allora, si riorganizza la sanità come si deve, vale a dire con meno chiacchiere e più fatti, oppure ne usciranno danneggiate la sanità e la comunità trentina nel suo insieme.
















Immagini
  • I manifestanti con gli striscioni occupano l'aula
  • I manifestanti occupano l'emiciclo