Quinta Commissione permanente del Consiglio provinciale
Petizione sugli educatori nelle scuole d’infanzia: si ragiona sul rapporto numerico educatori/bimbi
Nela foto, l'audizione delle rappresentanti delle cooperative sociali che gestiscono i nidi
La petizione popolare al Consiglio provinciale del 23 dicembre 2015 chiede alla P.a.t. di non ridurre il numero di educatori e di personale ausiliario per bambini nelle scuole per l'infanzia trentine. Scelta – si afferma - che avrebbe ricadute pesanti sulla natura stessa del servizio, che verrebbe fortemente depotenziato. Si chiede dunque di lasciare intatti i parametri attuali. A ragionare su questa istanza – supportata da 1500 firme – ha provveduto stamane la V Commissione permanente del Consiglio, presieduta da Lucia Maestri, con una fitta serie di audizioni.
Per primo è stato sentito il genitore Andrea Petrolli, per il comitato promotore. Il consigliere provinciale Claudio Civettini gli ha chiesto se ridurre il numero di addetti nei nidi potrebbe creare anche problemi di sicurezza dei bambini, preoccupazione che Petrolli ha confermato.
Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, è intervenuto in Commissione e ha fornito chiarimenti. Oggi – ha detto - gestiamo il settore con due fasce di età dei piccoli, garantendo 1 educatore ogni 6 e ogni 9 bambini rispettivamente per i lattanti 3-18 mesi e i divezzi oltre i 18 mesi, nonché 1 cuoco e 1 ausiliario ogni 15 bambini. Noi con l'Emilia abbiamo la copertura di servizio più alta in Italia e siamo gli unici – ha aggiunto Rossi - ad avere un rapporto di 1 a 6 per i bimbi piccoli. Il tavolo di lavoro attivato dalla Giunta provinciale e applicato a questo argomento, ha puntato a conciliare l'accudimento migliore con l'efficienza della spesa. Purtroppo – ha detto il presidente - la raccolta di firme è partita ancora prima che venissero adottati e spiegati eventuali efficientamenti del sistema. Se riusciremo a realizzare dei risparmi – ha aggiunto - questi verranno reinvestiti per aumentare i posti negli asili e la qualità, non escludendo nemmeno future riduzioni di tariffe. Non c'è alcuna volontà di depotenziare un servizio che oggi è di eccellenza assoluta.
La Commissione ha consultato i rappresentanti dei sindacati. Gloria Bertoldi (Cgil), Michele Bezzi (Cisl), Silvia Bertola (Uil) e Andrea Bassetti (Uil Fpl) hanno chiesto che anche in tempi di crisi si cerchi di guardare lontano e che si possa riaprire il confronto sulle scelte complessive riguardanti i servizi per l'infanzia. Bertola ha spiegato che preoccupa in particolare l'ipotesi di prevedere 1 educatore ogni 9 bimbi nella fascia 12-24 mesi, tra l'altro con la prospettiva di ridurre l'occupazione nel settore.
Un'altra audizione ha riguardato Monica Dalbon, funzionario coordinatore dell'area pedagogica della P.a.t.: il tavolo di lavoro – ha spiegato – prospetta di passare da 2 a 3 fasce (1-12, 12-24 e 24-36 mesi), con adattamenti del servizio che garantiranno il mantenimento della qualità del servizio garantito ai bambini.
Magalì Pladys, pedagogista del Comune di Trento, ha prodotto invece un documento in cui si riferiscono raccomandazioni di livello europeo che suggeriscono 1 educatore ogni 3 bambini tra i 0 e 2 mesi, 1 ogni 4 da 2 a 3 mesi e 1 ogni 6 dai 4 agli 8 mesi. Non convincono quindi tagli che si riferiscano alla fascia fino a 24 mesi, stante la delicatezza di questo momento di vita dei piccoli e anche l'aumentata complessità dell'utenza in termini di particolari bisogni educativi. I nidi di Apss e dell'Università di Trento tengono conto dei parametri consigliati dalla comunità scientifica.
Per le cooperative sociali sono state audite infine Bellesini, Città Futura, La Coccinella di Cles e Pro.ges., concordi nel dire che la qualità dei servizi è data da molti fattori assieme e dalla capacità degli operatori di lavorare insieme e come un sistema educativo complessivo. In questo contesto possono anche essere valutati nuovi parametri educatori/bambini. Anche sul personale ausiliario, si ritiene possa essere ritoccato l'attuale parametro. E attenzione è stata chiesta invece a non tagliare sulla formazione degli educatori.
Il Trentino è eccellente rispetto ad altre regioni italiane, ha detto Battista Borghi, soprattutto sul fronte della formazione. Si è parlato del fatto che nei vari momenti della giornata ci sono necessità anche molto differenti di personale applicato ai bambini e che su questo si potrebbe ragionare.
Claudio Civettini ha messo in guardia dalle sperimentazioni sui costi e ha paventato una "cooperativizzazione" del servizio di asilo nido in Trentino, a scapito del servizio pubblico.