Consiglio provinciale, ospedali e punti nascita, concluso il dibattito aperto dall'assessore Zeni
Sanità: discusse due risoluzioni delle minoranze. Una passa all’unanimità, respinta la seconda
Il tema della rete ospedaliera, dei punti nascita e delle spese sanitarie ha occupato anche buona parte della mattina odierna in Consiglio provinciale con la discussione delle due risoluzioni depositate nel tardo pomeriggio di ieri e stamattina dalle minoranze. La prima, approvata in forma emendata all'unanimità, impegna la Giunta provinciale ad assicurare al reparto di Ortopedia dell'Ospedale di Tione le medesime misure previste (in termini di orario giornaliero e di giornate di operatività), annunciate per l'Ospedale di Cavalese, la seconda, respinta (8 favorevoli, 21 contrari, 3 astenuti), chiedeva alla Giunta di valutare il ritiro dell'incarico al Direttore dell'Azienda sanitaria Luciano Flor "in quanto lo stesso avrebbe dovuto presentare un piano di azione che prevenisse i disagi".
Due risoluzioni delle Minoranze, il dibattito.
La prima risoluzione è stata accolta, con un emendamento che l'assessore Zeni ha definito "rafforzativo": ovvero non solo si intende garantire le stesse misure di operatività per Tione, come per Cavalese, ma si intende farlo "attraverso idonee copertura di personale".
Massimo Fasanelli (Misto) ha raccolto gli interventi dei colleghi di ieri sull'argomento. Attendiamo con fiducia da parte dell'assessore Zeni, il piano dell'organizzazione della rete ospedaliera trentina, ha detto, auspicando che la bozza arrivi ai consiglieri prima che ai giornali, così che sia possibile apportare suggerimenti oppure offrire pareri costruttivi.
L'assessore alla salute Luca Zeni è intervenuto in replica agli interventi di ieri, concentrati in generale su due argomenti chiave. Sul ruolo degli ospedali di valle e i timori per i depotenziamenti non posso che ripetere che stiamo andando proprio nella direzione opposta al depotenziamento, ha detto ricordando i numerosi interventi che lo dimostrerebbero. Uno su tutti, i punti nascita: un anno fa la Giunta ha chiesto una deroga ai 500 parti all'anno e dunque da almeno un anno la volontà della Provincia è chiara su questo punto. Che dobbiamo passare da una certificazione ministeriale è altra grossa verità, che ci piaccia oppure che non ci piaccia. L'altro tema è quello della riorganizzazione della rete ospedaliera, con un dibattito orientato principalmente al chiarimento delle responsabilità (come dimostra la seconda proposta di risoluzione presentata oggi). Su questo Zeni ha chiarito che ci sono una serie di dati da cui partire che attesterebbero che la sanità trentina rappresenta un'eccellenza in Italia e anche in Europa e nel mondo. Partendo da Altroconsumo che attribuisce al Trentino un indice 74 rispetto al gradimento dei servizi sanitari, quando la media italiana è del 57%. Il Report 2014 trova il Trentino ai primi posti, mentre tra i 34 stati membri europei, sarebbe la migliore regione in Italia tra le migliori 9 regioni al mondo. Queste sono le motivazioni per cui si è ritenuto di confermare il Direttore nel suo ruolo, ha detto Zeni che ha dichiarato di assumersi piena responsabilità delle proprie scelte.
Rodolfo Borga (Civica trentina) in dichiarazione di voto sulle risoluzioni è intervenuto con un giudizio complessivo sulla materia "profondamente negativo": "qui si tratta di garantire, in attesa degli sviluppi della situazione, che temiamo non positivi, di far fronte con misure analoghe alle valli di Fiemme e Fassa, anche per le Giudicarie e Rendena. Sul caso del Direttore, nel momento in cui la Giunta gli rinnova la fiducia ne avvalla l'operato e lo fa proprio: la responsabilità è dunque tutta politica a suo avviso. Borga ha accusato Zeni di un'intollerabile ipocrisia.
Anche Maurizio Fugatti (Lega) ha accusato l'assessore di poca chiarezza e correttezza: in Alto Adige nessuno parla di sanità o scende in piazza per questi motivi come accaduto nei giorni scorsi in Trentino. Una cosa è certa, ha aggiunto: l'avvicendamento tra i due assessori alla sanità è in buona misura dovuto al fatto che Borgonovo Re manifestò la chiara intenzione di cambiare il direttore generale: "se questa è una cosa normale va benissimo, ma lei deve rendersi conto", ha concluso rivolto all'assessore Zeni, "che la nostra non è una proposta di risoluzione tecnica, ma politica".
Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha chiarito che sono due le questioni: quella del Not e la difesa degli ospedali di periferia. All'assessore Zeni ha chiesto di farsi carico della responsabilità di dire in modo trasparente le cose ai trentini, ovvero di chiarire quale sia l'orientamento su questi due argomenti e sarebbe auspicabile che questo avvenisse prima di due anni, ha aggiunto.
Filippo Degasperi (5 Stelle) ha osservato come la prima risoluzione sia del tutto condivisibile. E così la seconda, ha argomentato, che individua responsabilità a livello tecnico per poi arrivare, per logica conseguenza, al livello politico ovvero a chi ha riconfermato chi non era all'altezza di assolvere i propri compiti. Voi avete dato il premio al direttore generale, ha detto, riconoscendogli il raggiungimento di obiettivi. Avete dunque ritenuto che vada tutto bene e lo dovete ora spiegare ai trentini che vanno a farsi curare fuori anche perché trovano le ecografie chiuse o si sentono dire che il primo appuntamento disponibile è a marzo. Sono cambiati gli assessori, ma il direttore è sempre lo stesso.
Alla prima risoluzione ha espresso totale sostegno anche Gianpiero Passamani (Capogruppo UpT) che ha evidenziato la modifica proposta dall'assessore Luca Zeni: su questo il nostro voto sarà positivo proprio nell'ottica di sostegno all'Assessore e all'impegno da lui garantito. Sulla seconda siamo contrari perché è troppo facile scaricare responsabilità a tecnici e dirigenti, deve decidere la politica: questa è la strada che abbiamo intrapreso e che proseguiremo. Il nostro ruolo critico è stato sempre tenuto nell'ottica del mantenimento del servizio e delle risposte alle esigenze dei nostri concittadini.
Lorenzo Baratter (capogruppo Patt) ha osservato che questi due giorni sono serviti per rassicurare la gente sui timori rispetto alla riorganizzazione ospedaliera: il sistema sanitario trentino è sicuro e dobbiamo dirlo con chiarezza, ha aggiunto e la sanità trentina ha standard tra i più elevati a livello nazionale e non solo grazie anche all'evocato sistema autonomista. Positivo il voto sulla prima risoluzione anche in ragione del rafforzamento introdotto da Zeni, mentre la seconda è del tutto irricevibile.
Voto favorevole al primo documento è stato annunciato da Marino Simoni che è partito dalla dichiarazione dell'Assessore sull'eccellenza della sanità trentina: "perché dobbiamo rivedere un impianto che ha queste ottime caratteristiche"? si è chiesto. Occorre difendere in maniera puntuale il sistema dentro il quale rivendicare le posizioni, ha suggerito. Simoni ha anticipato l'astensione sulla seconda risoluzione: "sono fermamente convinto che se ci sono responsabilità sono della politica, i tecnici sono nel sistema e rispondono a direttive della politica" ha chiarito.
Favorevole ad entrambi i documenti Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino): sulla prima le minoranze dovrebbero essere ringraziate, ha detto. Sull'argomento direttore generale, se è vero che ci sono responsabilità della politica, è anche vero che il direttore aveva il dovere di presentare un piano e dunque le sue responsabilità le ha anche lui.
La consigliera Donata Borgonovo Re ha dichiarato il voto positivo alla prima risoluzione e voto negativo del gruppo alla seconda: "senza nessuna intenzione vendicativa", ha chiarito, "io avevo manifestato nel mio ruolo di assessora alla salute la mia intenzione di rinnovare i vertici dell'azienda, un progetto che non è stato poi condiviso dopo di me". Tuttavia, a suo avviso, le responsabilità sono responsabilità che l'esecutivo interpreta in pienezza e dunque nel momento in cui la Giunta ha ritenuto di riconfermare il direttore ha il diritto e il dovere di essere pienamente responsabile: il Consiglio valuta, osserva, ma non decide. Infine, l'ammissione di colpa. "io non avevo nessuna conoscenza e consapevolezza dell'esistenza della norma e dell'approssimarsi della scadenza", ha dichiarato: "era una norma totalmente sconosciuta", ha ribadito "e immagino che la Giunta nell'esercizio delle sue funzioni analizzerà la vicenda individuando il contesto in cui è esplosa".
Stupito da queste dichiarazioni, Massimo Fasanelli ha detto che se una squadra non vince si cambia l'allenatore: "la seconda risoluzione da noi proposta, invita giustamente a valutare l'operato del dirigente", ha osservato.
Giuseppe Detomas (Ual) ha brevemente chiarito la propria posizione, favorevole alla prima risoluzione e contraria alla seconda. Su quest'ultima ha espresso il parere che la censura vada fatta eventualmente alla politica, di cui i dirigenti mettono in atto le direttive: non si può scaricare sull'organo amministrativo. E' una risoluzione "fuori luogo e fuori contesto" a suo avviso.