Lunga discussione in aula sul futuro delle Rurali e sulla cooperazione
No unanime al ddl Svp sulla modifica dello statuto
Dopo una lunga discussione il Consiglio ha dato parere contrario unanime (27 no) alla proposta di legge dei parlamentari Svp di modifica statutaria per trasferire le competenze sull'ordinamento dei comuni alle due Province. Nel pomeriggio il Consiglio è ripreso con la discussione del parere sulla ddl parlamentare Svp di modifica dello statuto per passare le competenze sull'ordinamento dei comuni alle due Province autonome. Alla ripresa dei lavori è intervenuto Walter Kaswalder (Patt) il quale ha ripreso la questione del credito cooperativo affermando che l'Alto Adige ha fatto una scelta autonomista mentre noi porteremo il patrimonio delle Rurali in una holding romana. "Ci dobbiamo chiedere – ha aggiunto - cosa devono pensare i sudtirolesi vedendo un Trentino sempre più legato a Roma". Per l'esponente del Patt la cooperazione deve puntare su un uomo nuovo come Geremia Gios. La perdita di istituto di credito territoriali, inoltre, indebolisce la base fiscale dell'Autonomia. La Banca di Trento – Bolzano incorporata a Banca Intesa con sede legale a Milano, secondo il consigliere Patt, significa che il Trentino perderà 20 milioni di entrate fiscali. Stessa cosa succederà con la holding delle rurali. "O si fa squadra con Sudtirolo e Tirolo – ha detto - o il Trentino finirà diviso tra Veneto e Lombardia". Walter Kaswalder ha detto infine di non avere capacità di influenzare nessuno, tanto meno l'assemblea della Cooperazione. Ed ha chiesto ai consiglieri se sanno che mai come in questo momento la Banca d'Italia sta controllando le Rurali e saranno costrette ad alzare il livello del loro patrimonio. "Aprite gli occhi – ha detto - altrimenti qui va a tutto a Roma. Non dovremmo interessarci della Coop ma quando la Pat interviene su Fiavé e La Vis i soldi vengono dalle nostre tasse".
Giuseppe Detomas (Ual) ha seccamente criticato gli interventi sulle Rurali di Kaswalder. Ha definito superficiali le valutazioni sulle fusioni bancarie e ha ricordato che la ricetta dell'Alto Adige non è la ricetta per tutti i mali. Il mondo delle casse rurali trentine, ha ricordato inoltre, è mosso da una dinamica diversa dalle Raiffeisen di Bolzano. Alcune scelte, con questi presupposti diversi, non possono essere uguali a quelle altoatesini. In merito al ddl in discussione da tempo si fanno leggi diverse tra Alto Adige e Trentino e il problema è capire come questo va inserito in un disegno complessivo sulla Regione. Regione, peraltro, che sta ricevendo un ruolo importante in materia di giustizia. Ma il Trentino non può essere considerata la zavorra di quella di Bolzano perché questa comunità ha costruito in questi 60 anni qualcosa di cui essere fieri. Più che difendere il quadro regionale bisogna creare il senso di appartenenza di una comunità regionale. Troppe volte si è pensato di essere autosufficienti.
Giacomo Bezzi (FI) ha difeso Kaswalder dicendo che il Patt ha sempre resistito al tentativo dell'Svp, con l'assesso di smembrare la Regione. Strano sentire Detomas che fa la morale a Kaswalder sulle Rurali quando i soldi per certe cooperative in crisi vanno a chiederli alla Pat. Quindi, un filo tra cooperazione e politica c'è sempre stato; quella politica che deve intervenire quando certi manager fanno disastri.
Nerio Giovanazzi (AT) ha detto che dalle dichiarazioni di Kaswalder sembrerebbe di capire che su uno dei candidati alla guida della Coop sia stato messo un bollino floreale. Ma non è neppure giusto far rimanere fuori dall'aula la questione della Cooperazione. La scelta di Bolzano è interessante perché vedere il Trentino portare il patrimonio nella holding nazionale non rassicura. Sul progetto di legge secondo Giovanazzi l'Svp tenta di togliersi una palla dal piede: affondare la Regione e staccarsi da Trento. Ma anche il Patt in questa svuotamento della Regione ha fatto la sua parte. A questo punto serve una proposta per la Regione oppure bisogna avere il coraggio di scioglierla.
Claudio Civettini (Civica Trentina) ha espresso solidarietà a Kaswalder che ha semplicemente portato l'esperienza delle piccole Rurali. Ed ha aggiunto che Detomas, come ladino, dovrebbe essere il primo ad essere arrabbiato per le manovre del governo sul credito cooperativo. Kaswalder, ha detto Civettini, rappresenta il Pptt quello vero e non il conglomerato elettorale rappresentato dal centro sinistra. La cooperazione quella vera, non è quella che fa cartello con le grandi banche e contratta poltrone a Roma. Ma anche gli onorevoli del Patt, ha detto l'esponente della Civica, hanno sempre votato le leggi di Renzi. Noi – ha detto ancora rivolto a Detomas - non dovremmo entrare nel mondo della Cooperazione quando sono stati loro ad entrare nella politica. L'assemblea della Cooperazione vada come vada l'importante è che sia l'inizio di una ventata d'aria nuova.
Walter Viola (PT) ha detto che c'è bisogno di uno scatto di orgoglio e intelligenza sull'autonomia. In Trentino, parafrasando Croce, non possiamo non dirci autonomisti il che significa ritrovare un'unità di intenti per non scivolare verso Milano o verso Venezia. Mentre Bolzano si sta allontanando da noi con il nostro paradossale aiuto. Sulla cooperazione Viola ha ricordato che il sistema cooperativo è di tutti e che un partito auspichi una soluzione per il vertice non è certo qualcosa di cui scandalizzarsi, perché che la politica abbia avuto molto a che fare con la cooperazione e viceversa è un dato di fatto. Non è vero, ha concluso, che siamo obbligati dall' Europa a fare quello che Renzi sta facendo sulle Bcc, perché la Merkel sta facendo esattamente l'opposto.
Massimo Fasanelli (Misto) ha detto, condividendo appieno l'intervento di Kaswalder, che parlare di Cooperazione non significa fare un'ingerenza ed ha ricordato che c'è anche un assessorato alla cooperazione. Fasanelli ha detto di essere preoccupato per le Rurali perché la holding sarà aperta ai grandi capitali. "Questa è l'inizio della fine delle Rurali – ha detto - e come consiglieri abbiamo l'obbligo di portare le istanze dei nostri cittadini e non si può tacere su queste grandi questioni".
Mario Tonina (UpT) è intervenuto criticando Kaswalder richiamando al rispetto della Cooperazione e affermando che non è possibile fare campagna elettorale per un candidato presidente o l'altro. La Cooperazione, ha detto ancora, riuscirà a risolvere i problemi anche a fronte di errori fatti. Il ruolo della cooperazione è stato strategico in passato e lo sarà ancora di più in futuro ma questo, ha sottolineato, sta all'autonomia di questo ente. Sulla costituzione di una holding nazionale la Pat non ha una competenza specifica e quindi non può intervenire, ma ha pregato il Presidente di prendersi in carico questo tema strategico con la delegazione parlamentare. "Bisogna tifare – ha detto - che venerdì chiunque esca possa interpretare un ruolo strategico per la Cooperazione".
Lucia Maestri (PD) ha detto che il tema della discussione è il ddl dell'Svp e non la cooperazione. "L'aula – ha detto - è diventata arena elettorale per una o l'altra parte della cooperazione e questa è una scorrettezza". Sul disegno di legge Svp ha detto che i nodi che presenta sono gravi: prima di tutto i rapporti tra i gruppi parlamentari e l'Autonomia. La spaccatura tra i parlamentari Svp e i trentini, la Giunta regionale e quelle provinciali. Ma ha anche affermato che il Trentino sul nuovo statuto è in ritardo rispetto all'Alto Adige e va posta la questione del destino dell'Autonomia. Non si possono accettare scorribande parlamentari sullo Statuto, ha concluso, perché questa materia attiene principalmente ai consigli di questa terra e ha espresso il biasimo per aver ridotto questo dibattito ad un arena elettorale per i vertici della Cooperazione.
Maurizio Fugatti (Lega) ha detto che se quello che sta accadendo su autonomia e cooperazione lo avesse fatto Tremonti sarebbe esplosa la rivoluzione. Le parole di Kaswalder, ha affermato, non sono state scandalose e non ci sarebbe nulla di male se il Presidente Rossi si attivasse su questa questione. Il Trentino, parlando sulla ddl dei parlamentari Svp, avrebbe dovuto sempre difendere la Regione che è stata venduta in cambio dell'elezione di parlamentari di centro sinistra.
Marino Simoni (PT) sull'ordinamento dei comuni ha affermato che va conservato il raccordo strutturale con Bolzano perché i problemi sono uguali. Gli stessi comuni sudtirolesi, ha ricordato, auspicano un rapporto con quelli di Trento anche in virtù di una comune storia secolare.
Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha detto che va trovata un'identità regionale ma il centro sinistra ha contribuito non poco a indebolire l'istituto regionale. Non si può tornare a prima del Los von Trient ma bisogna trovare comunque le ragioni di una dimensione regionale. Lo sfaldamento della regione, inoltre, non andrebbe a favore degli stessi sudtirolesi. E questa proposta di legge mostra anche la debolezza della coalizione di centro sinistra. Sulla cooperazione, ha aggiunto, il dibattito ha messo in luce l'interesse e l'importanza di questo settore. Le critiche sono state soprattutto rivolte ad una classe politica che, contrariamente all'Alto Adige, si è disinteressata di una questione che peserà tremendamente sul credito cooperativo. Un disegno che è europeo e che mira a togliere un pezzo importante della nostra identità qual è la cooperazione.
Ugo Rossi è partito dalle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta regionale e votate dal Consiglio che individuano un percorso di aggiornamento dello Statuto sancendo un principio, spesso messo in discussione in Sudtirolo, che lo Statuto è uno e resterà uno e che in questo quadro ci potranno essere gli adeguamenti. In questo quadro il Consiglio è chiamato a dare un parere su un ddl legittimamente presentato dai parlamentari ma non discusso dai consigli. Ma, ha ricordato Rossi, l'Autonomia in questi 60 anni non è rimasta immobile, anzi si è saputa evolvere anche con fatica. Però lo sforzo è stato quello di saper comporre le differenze e contrapposizioni e di cercare vie nuove. Così come si sono trasferite competenze dalla Regione al livello provinciale lo si farà anche in senso contrario. Un fatto impensabile fino a due anni fa. La Regione va difesa ma le istituzioni si difendono quando i cittadini capiscono cosa si sta difendendo e, in materia di comuni, già oggi le differenze tra Trento e Bolzano sono grandissime e il Consiglio regionale deve prendersi l'impegno di riformare questa materia.
Si alla mozione "Essere in Europa".
La mozione su "Essere in Europa", presentata da Lucia Maestri, è stata votata con 22 sì e 3 astenuti, ed è stata l'occasione per una discussione sull'Unione Europea nella quale sono intervenuti Civettini, Degasperi, Simoni e Borga. Netto il confronto tra gli schieramenti sull'Unione, dalla Grecia, ai debiti passati dalle banche agli stati, alla mancanza di democrazia anche su temi come il Trattato transatlantico che inciderà sull'agricoltura trentina.
Partita la discussione sul ddl di modifica della Via.
Iniziata anche la discussione della modifica della Via, con una breve relazione dell'assessore Mauro Gilmozzi, per adeguarla ad alcune novità, soprattutto sul piano procedurale, introdotte a livello statale. Con l'occasione sono state apportate, alle legge provinciale, alcune modifiche tecniche per rendere più snella la procedura e sulla portata minima vitale dei corsi d'acqua. Un ddl che dovrà dare semaforo verde, ha detto Gilmozzi, al regolamento per la procedura di Via. La seduta, come richiesto dall'opposizione per approfondire i temi del ddl, è stata sospesa e riprenderà domani alle 10.