Sì del Consiglio provinciale anche al testo di De Godenz sui punti nascita, con l'assessora che si è astenuta sulla premessa alla quale era contraria
Approvate stamane altre quattro mozioni
Il Consiglio provinciale ha esaminato nella mattina una lunga serie di mozioni. Disco verde, con emendamento, al documento di Walter Viola che "apporta alcune modifiche" al progetto trilinguismo; approvata (con dispositivo concordato con la Giunta) la mozione di Filippo Degasperi che affronta il tema del precariato dei docenti della formazione professionale; passa anche la mozione di Pietro Degodenz che prevede l'attivazione di un progetto pilota nazionale sui punti nascita (la premessa è stata approvata nonostante il parere sfavorevole di Borgonovo Re); infine, voto unanime sul documento del consigliere Detomas che prevede la semplificazione dell'accesso agli incentivi per le imprese.
I lavori riprendono nel pomeriggio a partire dalle ore 15.00 con la discussione delle ultime 3 mozioni.
Passa il documento di Viola che invita a limitare il Clil alle materie non curriculari
La seduta del Consiglio è iniziata con la discussione della mozione di Walter Viola sul trilinguismo, avviata nel pomeriggio di ieri. Il documento, emendato con la complicità della Giunta e approvato con una sola astensione, impegna l'Esecutivo ad "adottare tutte le misure idonee a non compromettere l'apprendimento delle materie curriculari. Simili misure saranno attivate a favore dei bambini con BES (con bisogni educativi speciali). Filippo Degasperi ha sottolineato, ricordando che le critiche degli insegnanti e dei genitori non sono state ascoltate, che nel sistema duale della formazione professionale l'applicazione del trilinguismo è impossibile. "Mi chiedo - ha detto ironicamente– se nelle fabbriche e nei cantieri la formazione verrà impartita in tedesco o in inglese".
Claudio Civettini ha affermato che sono già state mandate le circolari sull'avvio del trilinguismo agli asili nido. Eppure, ha ricordato, non ci sono neppure le supplenti e si pensa di "cambiare il pannolino ai neonati in tedesco e in inglese. Insomma, la praticità è messa in discussione". I problemi linguistici, ha aggiunto Civettini, non si può risolvere con la fretta di attuare un provvedimento da vendere politicamente.
Lucia Maestri ha detto che la mozione Viola ha il merito di tradurre le paure in proposte concrete e di spostare l'asse dal trilinguismo a come attuarlo. La consigliera ha ricordato che il percorso termina nel 2020 e quindi ci sono passaggi di concertazione con scuola e famiglia.
Il vicepresidente Alessandro Olivi ha ricordato che le modifiche alla mozione concordate tra Rossi e Viola consentono al progetto di lavorare sulla formazione degli insegnanti e di coinvolgere il Consiglio. Per fare in modo che il trilinguismo serva a migliorare la scuola trentina. Il nodo non è quello di fermare il progetto, semmai è quello di renderlo partecipato e di migliorarlo. "Bisogna avere il coraggio di partire, cogliendo le utili sollecitazioni".
Walter Viola ha ricordato che le materie curriculari vanno salvaguardate, una preoccupazione condivisa anche dalla Giunta di fronte ad un progetto così importante. I punti sono la preparazione degli insegnanti, la trasparenza nella scelta del personale, l'assicurazione sull'apprendimento curriculare e ai ragazzi con difficoltà. Fondamentale è il monitoraggio e la possibilità di correggere il progetto in itinere.
Rodolfo Borga ha detto che il problema è sapere quale di queste tre lingue è la più importante e quella più importante, secondo il consigliere, è l'italiano. E questo è un tema che più in generale riguarda la classe dirigente.
Misure per fronteggiare il precariato dei docenti "professionali": sì al documento di Degasperi
La Provincia di Trento, ha osservato Filippo Degasperi nell'introdurre la propria mozione (approvata all'unanimità), é all'avanguardia per quanto riguarda la formazione professionale. Il tema che il consigliere ha portato all'attenzione dell'aula è la spinta verso la stabilizzazione del personale docente, parte integrante del programma di legislatura di Rossi, che esclude gli insegnanti della formazione professionale. Degasperi si è chiesto il perché di questa disparità, a maggior ragione considerando che quella professionale è un fiore all'occhiello nell'ambito del sistema della formazione trentina. La legge Salvaterra del 2006, dice in maniera chiara che per la copertura dei posti del personale docente della formazione professionale si dovrebbe attingere dalle graduatorie del personale docente delle scuole statali. Peccato che questa previsione non sia mai stata applicata e che si sia continuato a riempire graduatorie separate, con la conseguenza che il numero dei precari è sempre maggiore. La proposta di Degasperi, modificata in accordo con la Giunta, è quella di revisionare l'organico, adeguandolo ai numeri notevolmente aumentati della frequenza degli istituti e in seconda battuta, di predisporre una proposta che permetta di avviare procedure di selezione mirate a ridurre il precariato. I tempi, ha aggiunto Degasperi, dovranno essere "ragionevoli", sebbene dalla mozione sia stato stralciato il riferimento temporale che prevedeva la predisposizione del corso-concorso entro l'anno 2015-2016.
Il vicepresidente Alessandro Olivi ha sottolineato, in adesione alla mozione, che la qualità dipende certamente anche da un consolidamento degli assetti degli organici: la rimozione del precariato rappresenta un messaggio di fiducia e la continuità dell'insegnamento all'interno di un istituto sono prerogative di conoscenza ed investimento.
Nerio Giovanazzi ha espresso convinta adesione alla proposta del collega Degasperi osservando che se ci fosse stato in passato maggior collegamento tra mondo del lavoro e scuola di formazione professionale ci sarebbe oggi minore disoccupazione. La garanzia di stabilizzazione di questi docenti potrebbe essere letta come un'attenzione del governo verso una realtà verso la quale in passato c'è stata scarsa attenzione e rispetto alla quale oggi paghiamo le conseguenze.
Appoggio alla mozione anche da parte di Claudio Civettini che ha aggiunto che le scuole professionali trentine vanno "sanate" perché la corretta formazione, anche professionale, dei nostri figli offre loro una direzione e un indirizzo nella vita: "ci sono a spasso più avvocati che professionisti usciti da scuole ad indirizzo professionale" ha detto. "Le professionali sono un comparto strategico", ha concluso "sul quale occorre investire e tenere alta l'attenzione".
"Peccato che l'impostazione della Giunta provinciale distingua tra insegnanti di serie A e di serie B" ha osservato Giacomo Bezzi che si è rivolto all'Assessora Borgonovo Re "storicamente attenta a questi temi", chiedendo le ragioni di questa discriminazione. Attenzione, ha aggiunto, perché questi precedenti sono pericolosi e possono essere allargati ad altri comparti: sui diritti dei lavoratori non ci si può occupare sempre e solo in linea di principio. A suo parere occorre una riflessione seria sull'argomento.
Nella replica Filippo Degasperi ha ringraziato i consiglieri intervenuti a sostegno del proprio documento e la Giunta per la mediazione raggiunta.
Un progetto pilota nazionale sui punti nascita: approvata la proposta di Degodenz. Passa anche la premessa nonostante il parere sfavorevole di Borgonovo Re
Riguarda il delicato tema dei punti nascita la mozione di Pietro Degodenz approvata all'unanimità nel dispositivo, con 4 astensioni nella premessa espressi delle assessore Borgonovo Re e Ferrari e dai consiglieri Plotegher e Civico. Approvazine, qeust'ultima avvenuta, appunto, nonostante il parere sfavorevole dell'assessora Borgonovo Re. Gli ospedali periferici, ha spiegato il consigliere nell'introdurre il documento, potrebbero rappresentare un laboratorio d'eccellenza, qualora si potessero sganciare da ragionamenti standard ritenuti validi per tutto il paese. Trentino ed Alto Adige si sono dimostrati un modello eccellente sui punti nascita, con un 2,3 x mille di mortalità neonatale e un 20% di cesarei. Con queste premesse, il dispositivo del documento (modificato con la Giunta) impegna l'Esecutivo a proporre la sperimentazione di un progetto pilota nazionale di durata pluriennale capace di coniugare le esigenze di sicurezza dei punti nascita con quelle legate all'orografica dei territori alpini.
L'assessora Borgonovo Re ha ringraziato il proponente per la mozione e per il raggiungimento di "un accordo pieno con la Giunta sul dispositivo". Tuttavia ha chiesto la votazione per parti separate, non condividendo totalmente i contenuti della premessa.
Gianfranco Zanon ha dichiarato convinto sostegno al documento di Degodenz, che non è una presa di posizione irragionevole, ma il tentativo di promuovere un percorso diverso e innovativo che permetta ai territori di vivere. Zanon ha espresso perplessità per la mancata condivisione della premessa da parte dell'assessora. "I dati contenuti nella prima parte della mozione documentano a suo avviso la realtà e sono significativi dell'intero progetto. Non si comprende dunque dove la premessa non funzioni" ha concluso.
Totale condivisione è arrivata anche da Claudio Civettini che ha osservato come questo documento amplifichi, per l'ennesima volta, l'esigenza di un progetto complessivo.
Nella replica, Pietro Degodenz ha affermato che "il cuore della mozione, più che nel dispositivo, sta nella premessa: affermare che noi abbiamo il tasso di mortalità neonatale più basso d'Europa, è la realtà e lo dobbiamo rivendicare nei confronti dello Stato e della Ministra Lorenzin", ha osservato. Sappiamo bene tutti che il costo di 1,5 milioni di euro per mantenere l'apertura dei punti nascite è una briciola, a fronte delle ricadute in termini umani, sociali, economici e di sistema sul territorio: una riflessione che non riguarda solo la sanità, ma deve coinvolgere un ragionamento complessivo.
Borgonovo Re ha citato le parole che non si possono accogliere della premessa ed ha chiarito che non si tratta di un problema di costi, bensì di un percorso di garanzia di servizi prima, durante e dopo il parto, che si ascrive nella parola "modernità".
E' seguito un botta e risposta tra proponente e assessora sul senso del termine "scientifico" e sul senso della sicurezza, che riguardano anche il trasporto, nei tempi e nelle modalità.
In dichiarazione di voto Claudio Cia è intervenuto a sostegno del documento di Degodenz: "io ho lavorato in ospedale e quando ci si trova di fronte ad un parto in urgenza, la previsione di un'ora o più di strada significa che quel bambino ha buone probabilità di non sopravvivere" ha detto.
A favore del documento del collega si è espresso anche il consigliere Marino Simoni: che ha invitato i colleghi a votare la mozione nella sua interezza: "oggi ragioniamo di sanità, ma un domani parleremo di scuola" ha detto. "I numeri sicuramente penalizzano la realtà del Trentino, ma questo significa che dobbiamo trovare un equilibrio che tenga conto dei molti aspetti speciali che riguardano questa realtà, che sono territoriali, meteorologici, sociali".
Della stessa opinione Graziano Lozzer che ha preannunciato voto suo e del gruppo al documento del collega: questa mozione va approvata interamente, ha osservato, "perché in quella premessa c'è tutto il Trentino, nelle sue specialità e peculiarità".
Giacomo Bezzi si è detto stupito che dopo un anno e mezzo ci siano consiglieri di maggioranza che portano avanti battaglie politiche di territorio e di periferia di fronte ad una Giunta provinciale sorda su questi temi: "dovete chiarirvi, ha suggerito, perché la gente non ci capisce più nulla".
Il voto è avvenuto per parti separate con questo esito. La premessa è passata con 24 favorevoli e 4 astensioni; il dispositivo è stato approvato all'unanimità.
Disco verde per il documento di Detomas finalizzato a semplificare l'accesso agli incentivi
Con il proprio documento (approvato all'unanimità dal Consiglio), Giuseppe Detomas ha sollecitato la Giunta a semplificare l'accesso agli incentivi stanziati attraverso le specifiche leggi di settore, incentivi spesso vitali per l'economia di piccole imprese che faticano a stare sul mercato. Alessandro Olivi ha apprezzato la finalità della mozione e ne ha dichiarato l'accolgimento, pur con un dispositivo modificato.
Claudio Civettini ha osservato che stiamo vivendo in un "sistema autistico e fuori dalla realtà". Aldilà della mozione del collega, certamente condivisibile, non si tiene conto di quella che è la realtà vera, cioè che stanno saltando centinaia di aziende rispetto alle quali occorre interrogarsi e fare quadrato. Occorre prendere immediato contatto con il settore, aldilà delle "paghette", ovvero degli incentivi che spesso arrivano tardi. "Dovremmo facilitare l'accesso al credito, per esempio e se non facciamo presto, ci saranno sempre più fallimenti nei prossimi mesi".
"Un problema sentito, quello affrontato dal documento" ha osservato Massimo Fasanelli che però ha dichiarato di non condividere il concetto di fondo in esso contenuto, che rincorre una strada facile per l'accesso ai contributi. Piuttosto occorrerebbe intervenire a monte e cercare di ridurre determinati impegni che le leggi che noi creiamo impongono alla gente che lavora.
Dopo la replica del proponente che ha preso atto degli interventi, la mozione è stata messa ai voti e approvata all'unanimità.
I lavori riprendono alle ore 15.00 con l'esame delle ultime tre mozioni all'ordine del giorno.