Li ha incontrati nel pomeriggio in sala Depero il presidente Dorigatti
Giovani e dirigenti dai Balcani per studiare l'autonomia
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Giovani politici, funzionari e dirigenti di partito, sindaci, portavoce di ministri. La folta delegazione che in questi giorni soggiorna in Trentino è arrivata da Lubjiana con la forte motivazione di conoscere da vicino – sul piano storico, giuridico, politico ed economico - l'esperienza della nostra autonomia speciale, come modello di autogoverno locale e come via pacifica e di successo alla conciliazione tra diverse etnie e culture.
I 35 ospiti provengono da tutta l'area balcanica occidentale: Montenegro, Macedonia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Albania, Kosovo. Sono al lavoro da due anni attorno a un progetto sviluppato dalla Regional Academy for Democracy di Belgrado, sostenuto anche dall'Unione europea. L'obiettivo prezioso e ambizioso è quello di sviluppare una cooperazione regionale in questi territori, nel segno dei valori democratici, dei diritti umani, della giustizia, per la costruzione di una leadership politica di nuova generazione. Si tratta di superare poco per volta le tragiche divisioni esplose con la fine della Yugoslavia comunista, gettando nuovamente ponti tra religioni, popoli, storie e culture orgogliosi del proprio specifico. L'area balcanica ambisce fortemente ad entrare quanto prima nell'Unione europea, ma questo passaggio richiede necessariamente un salto di qualità per quanto riguarda i parametri di democrazia e di libertà individuale.
La delegazione – che è giunta in regione martedì e si tratterrà fino a venerdì, dedicando un'intera giornata anche a Bolzano – è approdata anzitutto a Rovereto, dove s'è appoggiata all'Osservatorio Balcani e Caucaso, che è la realtà italiana sicuramente più attenta a quanto accade nei Paesi slavi.
Oggi pomeriggio i giovani balcanici sono saliti a Trento assieme alla direttrice scientifica dell'Osservatorio, Luisa Chiodi, e sono stati ricevuti in sala Depero dal presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, e dai dirigenti dell'assemblea legislativa. Sono stati loro illustrati i valori artistici della originaria sede dell'assemblea legislativa, completamente progettati e valorizzati da Fortunato Depero.
E' seguita la visita all'emiciclo dentro palazzo della Regione, il luogo fisico attuale delle sedute consiliari. Qui c'è stato modo di confrontarsi nel merito dell'assetto autonomistico trentino e altoatesino e al funzionamento stesso delle assemblee legislative. Dorigatti ha spiegato l'originale architettura istituzionale che prevede due consigli provinciali – con proprie e diverse regole elettorali – dalla cui unione origina il consiglio regionale, i cui membri possono liberamente esprimersi in lingua italiana o in tedesco, con immediata traduzione. Agli ospiti il presidente ha spiegato in che modo a Bolzano sono stati assicurati i diritti della maggioranza di lingua tedesca e come invece il Trentino – che mai ha pensato all'autodeterminazione – abbia sviluppato invece una forma solida ed efficace di governo locale, laboratorio prezioso anche nell'ottica auspicabile di un'Europa dei popoli e delle regioni. Dorigatti ha spiegato i meccanismi del rapporto finanziario tra Trento e Roma, non nascondendo l'erosione di risorse che caratterizza agli ultimi anni e tutta la difficoltà attuale di conciliare il concorso al risanamento dei conti statali con la difesa ferrea delle prerogative statutarie e autonomistiche.
"Il Trentino è pronto a fare la propria parte – ha detto il presidente – e ha pazientemente scelto anche la strategia di assumere nuove competenze anziché subire riduzioni di budget. Certo però che non potrà accettare in alcun modo prelievi eccessivi e ingiustificati, di fronte ai quali di fatto già moltye volte è statio necessario appellarsi alla Corte Costituzione. Che tendenzialmente ha rinosciuto in questi anni le buone ragioni delle nostre due province".